not your Banksy
Novembre, 12
Vengo svegliata da un forte rumore di risate.
Sono stordita, non comprendo da dove proviene per i primi istanti.
Poi capisco: devo essermi addormentata sul tetto, come previsto.
Sto letteralmente congelando, non capisco come sia stato possibile con il freddo di novembre, addormentarsi all'aperto.
Ci sono troppi rumori sotto di me: voci, risa, urla. Una bottiglia urta il suolo e si spacca.
Il rumore di una bomboletta spray agitata.
Musica ad alto volume. Parole velocissime, una dopo l'altra.
E poi altra musica, più vicina a me.
Di genere completamente diverso; più classica, più tranquilla.
Capisco subito dopo di essermi addormentata con le cuffie nelle orecchie.
Le stacco dal cellulare, quasi scarico.
Controllo l'ora: le 3,20 del mattino.Mi alzo in piedi barcollante, inciampando sulla coperta; distinguo una voce dalle altre, una voce conosciuta, una voce amica.
Mi avvicino alla strada per capire meglio.
"Qui abita una che conosco. Tipo...Chelsea, mi pare"
Nicolay?
Mi affaccio alla tettoia e lo vedo.
Eccolo, in mezzo ad un gruppo di ragazzi e ragazze.
Ognuno ha in mano una bottiglia, ma riesco a riconoscerne solo una di birra.
Intanto, tutti si sono girati verso la villetta.
E in alto, nascosta nel buio, ci sono io, indecisa se farmi notare del tutto."Ehi" dico semplicemente, imbarazzata quanto basta per pentirmi subito di essere uscita allo scoperto.
Un ragazzo accende la torcia del telefono e la punta sulla mia faccia. Mi copro gli occhi abituati al buio con il dorso della mano."Chelsea?" Chiede Nicolay, avvicinandosi al cellulare dell'amico.
Faccio un rapido sorriso di riposta.
Una ragazza abbassa il volume della musica, che diventa meno assordante."Ti vuoi unire? Facciamo un giro."
Un giro alle 3,20 del mattino, con un gruppo di ragazzi forse ubriachi, forse no, di cui ne conosco solo uno, e solo di vista.
Quale metodo migliore per concludere la mia reputazione di brava ragazza.
Accetto, per niente convinta, forse spaventata, ma piena di adrenalina.Ma adrenalina per cosa? Per passare la notte con dei ragazzi di periferia?
Per drogarti? Per bere? Per cosa, Chelsea?Scavalco il davanzale ed entro in camera, prendendo il parka dalla sedia.
Mi infilo le prime scarpe che trovo, degli anfibi neri sdruciti di anni fa.Infilo il telefono in tasca, che lampeggia segnalando il suo stato di carica: 20%
"Merda" penso, prima di uscire dalla camera e scendere le scale di corsa.
Prendo le chiavi di casa, sperando che nè Garrett nè Candace se ne accorgano.
Mi riprometto di rientrare ad un orario decente.Uscendo dalla porta, sento il freddo pungente del Kentucky a novembre sulle mani, sul collo, sul viso, su tutte le parti del corpo non protette da un tessuto.
La notte incombe su Lexington.
Le strade sono deserte, le luci delle abitazioni spente. La luce fioca dei lampioni illuminano le persone davanti a me.
Noto tre ragazzi e due ragazze.
Nessun saluto cortese, solo un cenno del capo di Nicolay, mentre tracanna birra dalla lattina."Cosa ci facevi sul tetto?" mi chiede lui, lanciandola per terra.
"Ahm...niente. Stavo solo...guardando il cielo."
Il ragazzo biondo vicino a lui fa una risatina.
"Ti fa ridere?" gli chiedo infastidita.
Lui mette le mani in alto scuotendo la testa
"No, non mi permetterei mai" risponde sarcastico.