nove.

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american movies

Novembre, 24

"Ed io che di amore ne so poco, e ancor meno ne voglio sapere."

Questo è ciò che mi rende felice:
assumere coraggio, alla luce del giorno.
La giornata sembra iniziare per il meglio.
Quel forte profumo ormai fin troppo conosciuto si insinua nelle mie narici.
Una camera dalle pareti scure.
Una maglietta accartocciata vicino alla finestra.
Fumetti, dischi, album di fotografie.
Migliaia di polaroid attaccate al muro.
E una chitarra appoggiata alla porta.

Giro la testa, la luce bianca crea dei giochi di luce sulle ciocche dorate di Cole.
Sorrido e gli accarezzo una guancia.
Fa dei versetti strani e sprofonda la testa nel cuscino. "Buongiorno" Dice con la voce impastata aprendo un solo occhio.
Sembra un bambino.

"Ehi" Appoggio la testa sul suo cuscino, avvicinando il mio viso al suo.
Per tutta risposta mi stringe avvicinandomi a sé, appoggiando le mani sui miei fianchi.
Strofiniamo i nostri nasi fin quando lui non azzera la distanza fra le nostre bocche.
Mi alzo di scatto e mi metto a cavalcioni sul suo torace, facendolo sobbalzare per un attimo.
Riprendiamo a baciarci; "Non mi sono ancora lavato i denti." Ammette sorridendo.
"Non m'importa." Sussurro, e continuiamo.

Dopo essermi data una sistemata, scendo al piano di sotto; la casa è quella di una sua zia, che lo ha mantenuto fino alla maggiore età.
Pur vivendo nella confraternita, preferisce passare la maggior parte del tempo da solo.

"Caffè?" Chiede affacciandosi dalla porta della cucina, con quello stupido sorrisetto innocente.
Sorrido anch'io e annuisco, sedendomi sul bancone.
"Allora, cosa vuoi fare oggi?" Chiedo.
"Pensavo ad una bevuta con Nicolay e del sano sesso con Faith." Rimango senza parole per qualche secondo, poi gli tiro uno schiaffo sul braccio.
"Ahi!" Esclama lui, portandosi una mano sulla spalla.
"Stronzo." Ribatto, incrociando le braccia al petto.
Fa l'occhiolino e versa il caffè in due tazzine.

"Un film?" Propongo io, soffiando sulla bevanda bollente.
"Un film? Come quelle odiose coppiette che passano la vita davanti alla televisione e a parlare di stupidi romanzi inferiori al 30%*?
Ci sto."
Lo guardo perplessa, mentre lui si alza come se nulla fosse e posa le tazze nel lavandino.
Strano, il ragazzo.

Mi dirigo in sala, dove noto immediatamente file di DVD impilati disordinatamente sulle mensole sopra alla televisione.
Riconosco solo alcuni tra i titoli, ma uno mi salta subito all'occhio, forse perché è tra i meno consumati: "Kill your darlings?" Chiedo, rigirandomi la custodia tra le mani.

Cole mi raggiunge e lo esamina.
"Ah, si. Me l'ha prestato Evan qualche mese fa." Risponde con nonchalance, non sapendo di avere davanti a sé la più grande appassionata di questo film.
"E me lo dici così? Davanti a te c'è il film più straordinario, meglio recitato, con la miglior trama e la migliore regia di sempre!"
Esclamo, guardando con aria innamorata l'immagine di copertina.
"Seria? Pensavo che quello fosse Il Signore degli Anelli!"
Sollevo teatralmente gli occhi al cielo e senza neanche chiedere il permesso inserisco il disco nel lettore DVD.

"La tua vita sta per cambiare per sempre." Sussurro, e mi butto con poca grazia sul divano, accanto a lui.

"Non ho capito: Lucien Carr è lo stesso attore di Harry Potter?" Chiede dopo i primi venti minuti di film.
"No, Cole, quello è Ginsberg." Rispondo, senza staccare gli occhi dalla televisione.
"...E Kerouac sarebbe?" Continua, portando una manciata di popcorn alla bocca.
"È uno dei poeti della Beat Generation, insieme ad Allen e Lucien."
"Scusa, ma quante volte l'hai guardato?" Chiede fissandomi come se fossi un alieno
Faccio spallucce: "Bah, nove o dieci volte."
Mi giro e mi immergo nella scena seguente.

Cole ha continuato a fare domande per circa la metà del film, non volendo capire che sarebbe bastato aspettare qualche secondo per ottenere una risposta da solo.
Ma è proprio durante una delle scene "clou" che lui mi lascia senza parole:
Lucien ed Allen, i due protagonisti, si trovano all'interno di una stanza.
La vicinanza a Carr fa capire ad Allen qualcosa che da subito si era rifiutato di accettare: essere innamorato di lui.
È in quel momento, quello in cui Allen cerca il coraggio di baciare Lucien (lì per lì non ce la fa, pazienza), che Cole mi spiazza urlando contro i personaggi: "BACIATEVI, CAZZO!"

Mi giro di scatto dalla sua parte.
"Si baceranno, vero?" Chiede impaziente, mettendo in pausa il film.
Continuo a guardarlo meravigliata.
"Tu... Dio mio. Unioni Civili take me away"

Cole afferra dopo il senso del mio discorso:
"Aaah!" Esclama lui, facendo velocemente riaffiorare i ricordi.
"Pensavi che fossi uno di quei ragazzini banali incapaci di pensare con le loro fievoli menti? Hai sbagliato individuo.
Come consiglia il mio dannato amico sofista, mi occupo dei miei problemi, che ne ho già tanti."

"Jason vorrebbe di certo conoscerti." Affermo, rifacendo partire il filmato.
"Non vedo l'ora." Sorride con quel suo solito sorrisetto strafottente, ma faccio finta di non notarlo.
È quando mi mette un braccio attorno alle spalle e mi fa appoggiare a sé che gli concedo un sorriso sincero.

La mia prima giornata perfetta, si conclude con caffè e confidenze sul tetto.
Da casa di sua zia si vede la stazione, che è il luogo in cui il sole tramonta. Rimaniamo lì, e ad ogni secondo che passava servivano sempre meno parole.
Tutto si spiegava da solo.

Anche nel Kentucky Neighbourhood, i Giovani ribelli avevano trovato dei motivi per essere felici.

Verso notte inoltrata, torniamo all'interno, entrambi con i nasi rossi e le mani congelate dal freddo.

Prendo una felpa dall'armadio:
"Buonanotte, Cole."
"Buonanotte Chelsea Ginsberg."

*****

*2 - 30% è una percentuale di "gradimento" di film, libri o altro.
Secondo il parere di Cole, i film che sono stati valutati al di sotto del 30% sono i migliori, quelli che attirano meno persone, che non vengono presi in considerazione.
Sono proprio quelli, i più significativi.

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