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“Ambrosia e miele in parti inique.”

Questa sensazione orrenda non mi vuole abbandonare, fisso la fossa scavata per lei con lo stomaco chiuso, mi sento male, sto morendo piano piano o forse sono già morto, annegato da una palata di questa terra scura.

Il mio sguardo è perso nel vuoto e tutto è così orrendo e privo di senso.
Sento il peso del dolore sul mio petto, le voci delle persone accanto a me sono ridotte a ronzii lontani e indistinti.

«Arden?»

Sollevo il mio sguardo perso e incontro gli occhi di Madeleine rossi per il pianto, ha l'ombrello stretto nella mano destra.

«Ti stai bagnando.» abbozza un sorriso e solo ora mi accorgo che sta piovendo.

Mi offre riparo sotto l'ombrello e io mi perdo a guardare questo buco davanti a me, vorrei esserne inghiottito.

«Arden, andiamo a prendere Julie.» la voce di Uriel mi riporta alla realtà.

"Andare a prendere Julie", mi sembra una frase priva di senso, Julie non esiste più, non è più qui, lei se n'è andata, mi ha abbandonato qui.

Annuisco mio malgrado e seguo gli altri infilandomi le mani in tasca.

Il disprezzo che provo per il padre di Julie, per suo fratello, l'odio che provo per Dave è impossibile da quantificare.

Julie è morta fra le mie braccia, la sua famiglia l'ha rinnegata perché ha fatto una scelta che andava contro ciò che loro avrebbero voluto, contro ciò che la sua famiglia si aspettava.

Siamo tre cani a guardare la bara che verrà inghiottita dalla terra, tre cani a darle l'ultimo saluto, forse gli unici tre cani che le volevano bene, bene davvero.

Lusso e sfarzo per una bara, per il carro funebre, ma nessuna presenza, nessun saluto, nessun pianto, mai avrei pensato che l'essere umano fosse talmente privo di empatia, di amore. Io ho sempre pensato che mio padre fosse l'unico padre non normale, non amorevole, eppure il padre di Julie è capace di donare una tale indifferenza da far sollevare una bufera di neve.

Tutto in quella famiglia è gelido e privo di amore.

Il funzionario religioso è a disagio vedendo solo me, Madeleine, Cole e Uriel, si guarda attorno come se aspettasse che arrivi qualcun'altro, ma non arriverà nessuno.

Chiudo gli occhi e sospiro a fondo.

«Cominci pure, non arriverà nessun altro.» dico serio, l'uomo annuisce e accenna un sorriso triste.

«Cari, amici, fratelli…» fa una smorfia pronunciando queste parole di circostanza «siamo qui, oggi 31 agosto per dare l'ultimo saluto... » le parole si perdono nella mia mente, evaporano come una nebbia leggera ed effimera; i pensieri vagano ripensando all'ultimo mese, a come l'ho incontrata, come è accaduto tutto, ogni cosa è così surreale, mi ha stravolto la vita, è stata capace di amarmi per come ero, senza provare a cambiarmi.

Lei è stata capace di ascoltare cose di me che nessuno sa, lei è stata l'unica con cui io possa dire di essere stato me stesso, l'unica forse di cui io mi sia innamorato davvero e tutto è sfumato così... Tra violenze, bugie e... morte.

Provo una gran rabbia, ma il dolore sovrasta su tutto, ancora una volta la vita mi ha portato via chi amavo.

Questo tempo grigio nuvoloso e umido, logora, entra nelle ossa e peggiora l'umore.

Ho seppellito mia sorella in inverno, con medesimo sentimento, un sentimento freddo e grigio, in un'estate infernale sto seppellendo la mia ragazza e il mio è un sentimento invernale, gelido, quello che cristallizza il cuore in un gelo perenne, lei, la mia pioggia estiva rinfrescante e piena di vita, se n'è andata in un lampo, non lasciandomi nemmeno il tempo e la possibilità di amarla come meritava, com'era giusto che fosse.

La mano di Uriel mi riporta alla realtà.

«Arden, è ora.» mi sussurra.

Il mio cuore annega, strappo i petali di una rosa scarlatta dalla corona di fiori e li getto sulla sua bara, una rosa deturpata come lei, una rosa a cui hanno strappato i petali e hanno levato ogni possibilità di apparire nella sua bellezza.

Fisso il contrasto con i petali rossi e la bara di legno chiaro, mi sento debole, vorrei accasciarmi a terra e urlare di dolore, ma il corpo non me lo permette, mi obbliga a star qui immobile a guardare questo scempio.

Impugno questa terra infangata dall'acqua, la stringo fra le mani con le lacrime nel cuore.

«Bonis avibus, contra spem.» sussurro gettando il primo pugno di terra che la ricoprirà, che la allontanerà per sempre da me.

Oh, Julie, hai lottato per me, contro ogni speranza, lo hai fatto fino alla fine.

Ho gli occhi di tutti e tre puntati addosso, ma non mi importa, niente importa più.

Una palata di terra segue la mia manciata e il mio cuore sussulta a questa vista, lei non sarà mai più fra le mie braccia e a questa constatazione una sensazione terribile, devastante mi lacera e gonfia il mio cuore di amarezza.

Stringo i pugni e il mio cuore vibra, voglio vendetta, Julie deve essere vendicata.

Rimango qui a guardare questa fossa fino a che l'ultima palata di terra è stata posizionata, fino a quando ogni minima e fievole speranza si è spenta.

Il mio cuore guarda questo cumulo di terra domandandosi perché la vita sia così, perché l'uomo sia così infimo, perché sia così privo di sentimento, di affetto e rispetto.

«Arden andiamo a casa.» mi sussurra la voce di Cole.

Casa? Dove è casa? È come se io casa l'avessi persa, mi sento come un angelo cacciato dal cielo.

Un angelo che ha perso il proprio pezzo di cielo, mi hanno cacciato, mi hanno strappato le ali e mi hanno abbandonato su questa terra, non servono le urla di dolore, non servono i pianti sconsolati, niente può sanare le mie ferite, niente può più salvarmi. Forse ho osato troppo, forse con le mie ali impiastricciate di cera mi sono spinto troppo oltre, forse questa è la mia punizione per aver osato così tanto, forse questo è il castigo che devo pagare per essere stato felice. Forse io non devo essere felice, forse io non sono programmato per esserlo.

La mano di Madeleine stringe la mia, la guardo con la coda dell'occhio, ha gli occhi pieni di lacrime il viso devastato dal dolore. Si stringe a me in un pianto sconsolato e singhiozza contro il mio petto.

«Da Wayne mi aveva confidato che pensava ad un futuro con te... Era davvero felice ed io ora sto così male, tutto questo è troppo, perché la vita è così ingiusta?»

La stringo fra le mie braccia sentendo il mio cuore morire ulteriormente.

«La vita è ingiusta.»

«Lo so...» sussurro, ed è vero che lo so, ne sono consapevole.
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Questo era l'ultimo...poi ci sarà l'epilogo. Mi scuso perchè sto  pubblicando tutto in botto 🌹♥ , ma davvero sono ansiosa di passare ad altro. 😙

Ceneri d'agostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora