CAPITOLO 3

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(*JHON LEGEND: ALL OF ME*)

ASHLEY:
-"Mi dispiace. Non volevo rovesciare la cioccolata calda sul tuo letto. L'infermiera sta tornando con delle coperte nuove. Doveva essere già qui." Una voce rimbomba nella mia testa. Apro leggermente gli occhi e la luce che penetra dalla finestra me li fa richiudere immediatamente. -"Non, non importa. Non fa poi così freddo." Dico con un filo di voce. Spero che mi abbia sentito perché non ho la forza di ripeterlo un'altra volta. Socchiudo gli occhi e mi guardo intorno. Il ragazzo accanto a me lascia cadere a terra tutto quello che aveva in mano e si avvicina a me. Il profumo dei fiori riempie tutta la stanza e i palloncini volano sopra la mia testa. -"Che è successo?" Chiedo portandomi una mano sulla fronte. -"Qual'è l'ultima cosa che ricordi?" Si siede accanto a me. -"È tutto così confuso." Cerco di alzarmi a sedere sul letto ma non ci riesco. Il mio corpo sembra ancora addormentato. Ogni piccolo movimento fa male. -"Allora? Mi dici perché sono qui?" Poggio nuovamente la testa sul cuscino e rimango immobile. -"Una macchina ti ha investita e sei andata in coma." Si ferma e sospira. -"Per tre mesi." Finisce la frase e mi guarda aspettando una mia reazione. Spalanco gli occhi. -"Tre mesi?" Ripeto spostandomi su un fianco. -"Tu sei rimasto qui per tutto questo tempo?" Chiedo cercando di ricordare anche un piccolo particolare. L'infermiera entra nella stanza e appena mi vede inarca la sua bocca in un grande sorriso. -"Finalmente sei sveglia." Spalanca le braccia e quando si avvicina mi accarezza il viso. Controlla i mei parametri sul monitor mentre io sposto lo sguardo sul ragazzo accanto a me. -"Sei uscita illesa dal coma." Mi spiega. -"Non direi illesa." Dico alzando un sopracciglio. -"Ah no?" Mi chiede accennando una risata. -"Non riesco a ricordare niente." Rispondo chiudendo gli occhi per un secondo. La luce che entra nella stanza mi scalda e mi scrollo la coperta di dosso. -"È normale." Mi informa alzando le spalle. -"Normale?" Ripete il ragazzo alzandosi in piedi. -"Si, Dylan, è normale. Ha avuto un trauma alla testa che ha danneggiato la sua memoria ma potrebbe recuperarla se qualcuno la aiutasse." Gli fa l'occhiolino. -"Ora devo informare tua madre e tua sorella, torno appena possibile." Si allontana portando con se alcuni documenti. -"Mi dispiace." Dico appena l'infermiera lascia la stanza. -"Per cosa?" Chiede. -"Non riesco a ricordare chi sei." Dico abbassando lo sguardo. -"Sai, lo facevi anche prima." Mi dice accennando un sorriso. -"Fare cosa?" Chiedo incrociando le braccia. -"Continui a scusarti per qualsiasi cosa fai." Inclina la testa e vedo brillare i suoi occhi. Mi dispiace averlo ferito ma ho bisogno di essere sincera almeno con qualcuno. -"Io e te non siamo parenti vero?" Azzardo distogliendo lo sguardo. Scuote la testa e resta in silenzio per alcuni secondi. -"Mi puoi dire il nome di mia sorella?" Chiedo prendendo aria a pieni polmoni. -"Si chiama Amber." Risponde senza aggiungere altro. Gli faccio un cenno con la testa per ringraziarlo e poi cerco qualcosa da dire per interrompere l'imbarazzo. -"Non fare quella faccia." Sospiro poi continuo. -"Io tornerò a ricordare." Accenno un sorriso e lui ripete il mio gesto. -"E se quello che ricordassi non ti piacesse?" Chiede abbassando lo sguardo. -"Allora ricominceremo da capo." Alzo le spalle per rassicurarlo. Io non so niente di lui ma so che in qualche modo siamo legati. -"Sai cosa ricordo?" Chiedo. -"Il mio nome" socchiudo gli occhi e inclino la testa. -"Davvero?" Serra la mascella e spalanca gli occhi. -"No, in realtà no. L'ho appena letto su uno di quei palloncini." Sdrammatizzo e scoppiamo a ridere. Si avvicina con la sedia a me e mi prende la mano. -"Non sai quanto ho aspettato questo momento." Continua a guardarmi negli occhi e io non posso far altro che ricambiare il suo sguardo. -"Io, io non te l'ho detto..." Sussurro lasciando la frase in sospeso. -"Mentre ero in coma credo di aver sentito la tua voce. Insomma, potrei solo averlo immaginato." Alzo gli occhi al cielo sorridendo mentre lui rimanere serio. -"O forse no." Risponde intrecciando le sue dita alle mie. L'infermiera di prima torna nella stanza con due donne e un uomo. La ragazza più giovane deve essere mia sorella. -"Ciao tesoro." L'altra donna si avvicina a me mentre Dylan si allontana. -"Sono la tua mamma" mi accarezza il viso con una mano mentre con l'altra si asciuga le lacrime. -"Ciao mamma." Dico toccando la sua mano sul mio volto. -"Come ti senti?" Mi chiede inginocchiandosi per terra accanto a me. Dylan si alza dalla sedia lasciando il posto alla donna seduta sul pavimento. A mia madre. Lascia la stanza ed io lo seguo con lo sguardo finché non esce.

DYLAN:
Immaginavo potesse essere così difficile. Non sopporto di essere uno sconosciuto per lei. Ho paura che non riesca a ricordare tutto quello che è stato, ma al tempo stesso ho paura che lei non voglia più vedermi dopo averlo fatto. Mi siedo su una delle sedie metalliche in sala d'attesa e faccio qualche respiro profondo. Mi strofino gli occhi con le mani e aspetto che Jason mi raggiunga.


SCUSATE PER L'ASSENZA MA SONO TORNATA OGGI DALLE VACANZE.😘

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