CAPITOLO 4

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(*Shawn Mendes: Never Be Alone.*)

DYLAN:
-"Posso?" Chiedo bussando alla porta. -"Certo, entra pure." Mi fa un cenno con la mano ed io sorpasso la soglia. -"Ti ho portato dello yogurt." Scuoto la busta che ho in mano e la poggio sul tavolo all'angolo della stanza. -"Vuoi farti perdonare?" Alza un sopracciglio mentre beve un sorso d'acqua. -"Forse" socchiudo gli occhi e mi siedo sulla solita poltrona accanto al suo letto. -"Non basterà una sola confezione di yogurt per essere perdonato." Sorride ed io seguo il suo gesto. -"Mi dispiace, sarei dovuto tornare prima ma.." lascio la frase in sospeso e gli permetto di squadrarmi dalla testa ai piedi. -"Ho avuto da fare." Abbasso lo sguardo e aspetto che lei mi urli contro. -"Hai avuto da fare per un'intera settimana?" Spalanca gli occhi e scoppia a ridere. Non è arrabbiata. Non può esserlo per una persona che ha visto solo per alcuni minuti. -"Stai meglio?" Chiedo cambiando discorso. -"Se dico di no sparirai per altri sette giorni?" Sdrammatizza. Scuoto la testa alzando gli occhi al cielo anche se so che lei ha ragione. Mi sono tirato indietro davanti alla paura. -"Credo che tra qualche giorno mi faranno uscire di qui." Sussurra per non farsi sentire dall'infermiera che si piazza sulla soglia della porta. -"Aspetta, cosa?" Chiedo inarcando un sopracciglio. -"Dylan, io non ce la faccio più stare qui dentro. Sempre le stesse infermiere, le stesse voci, la stessa stanza." Sospira e continua a guardarmi dritto negli occhi. -"Ogni persona qui dentro mi ricorda l'unica cosa che vorrei provare a dimenticare." Sbuffa e si porta le mani nei capelli chiudendo gli occhi per qualche secondo. -"Buongiorno" un ragazzo biondo con il camice entra nella stanza sorridendo. -"Anche se per qualcuno potrei fare un eccezione." Mi spiega ammiccando un occhiolino e facendo gli occhi dolci al ragazzo che è appena entrato. -"Allora? Come ti senti oggi?" Gli chiede lui prendendo da una tasca lo stetoscopio. -"Sempre meglio" risponde mentre inizia a slacciarsi la camicetta. Tossisco e serro la mascella. -"Fa un bel respiro." Lei fa come dice e lui poggia lo strumento poco sopra il suo seno. Sto cercando di auto controllarmi o finirei per prenderlo a pugni. Finalmente ritrae le mani dal suo corpo ed io faccio un sospiro di sollievo. -"Te l'ho detto sto bene." Alza le spalle e gli occhi al cielo. -"Ho consultato gli altri medici che si occupano di te e crediamo che tu possa lasciare l'ospedale." Incrocia le braccia e inarca le sue labbra in un sorriso. -"Naturalmente dovrai fare delle visite di controllo ma se tutto va bene da stasera potrai tornare a dormire nel tuo letto." Lei spalanca gli occhi e lo guarda incredula. -"Stai scherzando?" Si copre la bocca con le mani e poi si alza frettolosamente dal letto. -"Fa piano." Sussurro involontariamente in segno di protezione. Il ragazzo biondo sposta lo sguardo su di me forse per la prima volta da quando è entrato nella stanza. -"Tu sei?" Mi chiede socchiudendo gli occhi. -"Un mio amico." Risponde lei prima che io possa aprire bocca. Già, un suo amico. -"Bene, ora devo proprio andare. Tua madre è qui fuori e sta firmando i documenti per il tuo rilascio." Sorride e la stringe a se mentre lei gli stampa un bacio sulla guancia. Gli allaccia le mani intorno alla vita e assapora il profumo dei suoi capelli. -"Forse dovresti iniziare a fare le valigie." Li interrompo e lei si volta a guardarmi. -"Non posso credere che sto per tornare a casa." Fa due saltelli e il mio cuore manca un battito. L'avevo lasciata distesa sul letto che non riusciva a muoversi ed ora salta come se niente fosse. -"Vienimi a trovare presto." Gli fa l'occhiolino e poi esce dalla camera. -"Quello fa così con tutte le sue pazienti?" Gli lancio un occhiataccia e poi la osservo mentre si affretta a tirare fuori i vestiti. -"O forse solo con me." Mi provoca facendo una giravolta. Scoppio a ridere e lei subito dopo di me.

-"La porto a fare un giro." Dico ad Amber quando usciamo dall'ospedale. -"Ti prego sta attento. Tienila d'occhio." Mi sussurra accennando un sorrisetto quasi preoccupato. -"La porto a casa il prima possibile, promesso." La saluto e prendo Ashley per mano. -"Sei pronta?" Le chiedo trascinandola fuori. -"Aspetta.." mi lascia la mano poi continua. -"Posso fidarmi di te?" Mi chiede con sguardo malizioso. -"No ma dovresti almeno provarci." Mi guarda storto e mi sorride poi incrocia nuovamente le mie dita alle sue. -"Non sparire di nuovo." Mi spintona e poi poggia la sua testa sulla mia spalla mentre ci dirigiamo verso la mia moto.

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