Capitolo III

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Le mani veloci di Draco sfilarono la cintura di Harry in pochi e semplici movimenti. Il moro continuava a far scorrere le mani sul petto di Malfoy, fino a far cadere sia la giacca che la camicia a terra. Una mano fredda di Draco si infilò nei jeans di Harry, il quale posò la fronte sulla spalla di Malfoy, spingendosi in modo meccanico verso di lui. Quando Draco iniziò a toccare Harry, quest'ultimo cercò in tutti i modi di trattenere dei gemiti che altrimenti avrebbero riempito il corridoio vuoto. Posò quindi le labbra sul collo candido di Draco, iniziando a morderlo e a succhiarlo. Il biondo, per quanto non volesse essere marchiato in alcun modo, riconobbe che avere le labbra di Harry sul collo gli provocassero una scossa di brividi lungo la schiena e dalle sue labbra iniziarono ad uscire degli ansimi, il che gli fece capire che era meglio lasciarlo fare.

Harry non aveva la più pallida idea di come muoversi, a differenza di Malfoy, che sembrava saper esattamente cosa fare. Il moro si fece coraggio, in fondo era un Grifondoro! Fece scorrere una mano lungo l'addome di Draco, fino ad arrivare al bottone dei suoi pantaloni. Li sganciò, iniziando poi ad accarezzare il membro del ragazzo da sopra di boxer; sentirlo ansimare a causa sua gli provocò una strana sensazione allo stomaco, un misto tra soddisfazione e paura.

I due continuarono a toccarsi per svariati minuti, non ci volle molte per riversarsi l'uno nella mano dell'altro. Draco tirò fuori la sua bacchetta nera dalla tasca e, con un incantesimo, tutto tornò alla normalità: erano ben pettinati e di nuovo perfettamente vestiti. Avevano ancora il fiato corto, le labbra arrossate, si poteva intravedere il succhiotto dal colletto della camicia di Malfoy, il che attirò l'attenzione di Harry. Posò di nuovo le proprie labbra su quelle del biondo, forse per salutarlo, forse perché aveva bramato troppo a lungo quelle labbra e adesso voleva di nuovo averle sulle sue.

<<Non una parola con nessuno, Potter>> sussurrò poi Malfoy, restando comunque a pochi centimetri dalle labbra di Harry. Quest'ultimo lo guardò con un sopracciglio alzato: e con chi mai avrebbe potuto parlarne? Ammesso che avesse voluto condividere la cosa con qualcosa, fatto non vero.
<<Ma ti pare che vado a dirlo in giro?>> chiese Harry in modo retorico, notando negli occhi di Malfoy una nota di sollievo nel ricevere quella notizia. Si baciarono di nuovo, a lungo, non con malizia e non andando mai di nuovo oltre. Solo baci, semplici e meravigliosi. Quando si staccarono, entrambi sapevano che sarebbero dovuti tornare dai loro rispettivi amici.

<<Ah, Malfoy...>> richiamò il ragazzo quando erano ormai l'uno dalla parte opposto del corridoio. <<Io non sono gay>> disse Harry, vedendo spuntare un sorrisetto sul volto di Malfoy. <<Certo che non lo sei>> rispose lui e, dopo ciò, si girò e con il suo solito passo elegante se ne andò.
E aveva ragione, no? Non era gay. Forse lo era solo per Malfoy. Se fosse stato in un contesto diverso, si sarebbe messo a ridere: fino all'anno prima, i due si picchiavano fino a svenire, adesso se arrivavano alle mani era solo per toccarsi in maniera poco casta. Quasi non poteva credere di essere stato toccato e di avere toccato Malfoy.

Quando trovò Ron ed Hermione, entrambi lo riempirono di domande. Harry si inventò di essere andato a fare una passeggiata, voleva restare solo e pensare. Certo, aveva cose ben più importanti di Malfoy per la testa, tra cui Voldemort. E perché non doveva essere un adolescente normale, almeno per una volta? Era un continuo pensare a Voldemort, al doverlo uccidere, durante quei momenti con Malfoy si era solo arreso al piacere, non aveva pensato a niente, solo a loro due. Si sentiva in colpa per aver dimenticato qual era il suo scopo, ossia quello di riportare la pace e al tranquillità nel mondo magico, ma davvero aveva bisogno di staccare la spina. Si sentiva più sereno, più felice e anche meno stressato.
Il resto della giornata passò normalmente, nonostante Ron ed Hermione non fossero del tutto convinti della sua versione.

Malfoy lo ignorò per tutto il giorno, cosa che infastidì un po' Harry, ma sapeva che lanciargli sguardi languidi e fissarlo in giardino o nella Sala Grande non sarebbero state soluzioni ideali. Però, quando meno se lo aspettava, Harry ricevette un aeroplanino di carta stregato con la scritta:
"Vediamoci stanotte alle 2 al Lago Nero"
-D.

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