VI

133 10 8
                                    

Sussultai dallo spavento e urlai prima si poter riconoscere il ragazzo vicino a me.
《Emm...ciao》dissi io sfregandomi gli occhi con le mani dopo essermi calmata 《ciao》 disse lui un po' imbarazzato.
Mi alzai dal letto e accompagnai Harry in cucina dove iniziai a preparare il caffè.
Dopo parecchi attimi di silenzio si decise e parlò《mi dispiace, non era mia intenzione spaventarti e neanche entrare in casa tua e trovarti teneramente addormentata nel tuo letto poche ore dopo averti incontrato, scusami》disse sorridendo leggermente poi sorseggiò lentamente il caffè che avevo preparato per lui gustandoselo fino all'ultima goccia, si passò nervosamente una mano fra i lunghi capelli e li spostò dalla fronte trascinandoli indietro.

Ero sempre stata affascinata dai ragazzi con i capelli lunghi e mossi, non avevo mai capito il perchè, ma guardando Harry la risposta saltò nella mia mente in pochissimo tempo: erano tremendamente sexy, il modo in cui ondeggiavano ai bordi del viso del ragazzo donandogli una forma unica ed esaltandone i lineamenti, il modo in cui le dita intecciavano i ciuffi, la maniera con cui le mani passate fra i fili dorati o bruni si muovevano modellando i ricci e volumizzando la chioma, districando i nodi o persino lottavano per donare alla capigliatura una forma perfetta se pur disordinata mi dava alla testa e provocava in me uno stordimento paragonabile a quello provocato dai dardi scoccati da Cupido nelle favole e nei diversi miti antichi o a quello provato in Wendy quando Peter la baciò in una delle tante versioni successive alla storia ufficiale; afrodisiaco.
Ripensai al mio passato e capii che era costellato di ragazzi con i capelli lunghi e mossi, chi del color del grano, chi del colore del buio e chi di quello che assediava anche la mia chioma: Michael, Harry, Kurt che non li possedeva ricci, ma ugualmente fenomenali, fino ad arrivare a David, il "fidanzato" che ebbi a soli 3 anni e a Leo, il primo ragazzo di cui mi innamorai veramente; tutti quanti possedevano i capelli lunghi e io non me ne ero mai accorta prima di quel momento.

《Hey Brooke! Ci sei? Brooke...》 tornai alla realtà, risvegliata dalla voce di chi aveva risvegliato pensieri inutili e discorsi futili all'interno della mia piccola mente e aveva causato la mia assenza mentale dal mondo reale.

È strano come certe volte la mente vaghi e inizi a pensare a situazioni diverse in pochissimo tempo e salti da un pensiero al suo opposto, come anche un piccolo gesto sia capace di farti ricordare tutto in un solo istante di farti soffermare su aspetti che pensavi fossero superficiali o ai quali non davi nessuna importanza, è davvero particolare e quasi grottesco il modo con il quale due persone che non si sono mai viste si approccino e inizino a parlare di tutto cone se in realtà avessero vissuto altre centinaia di vite insieme, come se non esistesse mai una prima volta in niente di ciò che si fa o che si dice, come se avessimo già vissuto la nostra vita e la stessimo riguardando tutta dal primo istante senza comprenderne il senso e senza poterne cambiare i dettagli e gli avvenimenti a nostro piacere; ma niente è cosí, niente è casuale e niente segue un ordine logico, niente è giusto e niente è sbagliato, niente è bianco e niente è nero, la pagina della nostra vita non ha colori fino a che noi non decidiamo di inserirli, non ha sentieri giusti o sbagliati finchè noi non decidiamo la strada da percorrere e capiamo quali ostacoli saltare, quali aggirare, quali muri disintegrare e quali ergere, è inutile, vuota, fragile, sprecata finchè non prendiamo le redini di ciò che sta accadendo e decidiamo di viverla fino in fondo senza rimorsi, amando, sorridendo, divertendosi, ma soprattutto vivendo giorno per giorno senza intaccare o invadere la libertà degli altri.

Quando mi accorsi di essermi incantata ancora era troppo tardi, Harry aveva già tolto e lavato la sua tazzina e mi osservava con aria annoiata e divertita.
《Ma cosa c'è oggi, la giornata "fissiamo le piastrelle del pavimento e non ascoltiamo ciò che Harry deve dire"?》rise e io lo seguii divertita.
《Scusami, non so cosa mi sia preso, mi sono incantata e ho iniziato a pensare a un miliardo di argomenti diversi, non mi era mai successo per un periodo così lungo...sono strana, sì》sorrisi con aria di scuse.
《Comunque, cosa volevi dirmi? E ti prego di spiegarmi come sei entrato in casa》
《solo se mi prometti di non incantarti mentre parlo o di saltare a conclusioni affrettate, devi stare molto attenta a ciò che dico ok?》annuii e iniziò a parlare dopo aver lasciato un lungo sospiro《allora, prima cosa, Michael mi ha chiesto di riferirti una cosa e ti prometto che tra pochi istanti ti svelerò tutto, ma vorrei dirti che sono entrato in casa tua perchè mi ha riferito che era una faccenda abbastanza urgente e, visto che tu non avevi risposto alle chiamate da parte sua, mi ha chiesto di venire a casa tua e di trovarti a tutti i costi; sono arrivato quì e ho bussato più volte alla tua porta chiamandoti anche per nome, ma non mi hai risposto così ho provato ad aprire la porta pensando di non poter ottenere grossi risultati, ma in realtà era aperta e quindi eccomi quì》
Harry iniziò a parlare e io incominciai a mangiare i biscotti in modo nervoso perchè sul viso del ragazzo dagli occhi color smeraldo apparì un pizzico di timore, nervosismo, ansia e un po' di paura, mi guardava con un'aria diversa, forse mi stavo immaginando tutto, forse era uguale a prima o forse no, era accaduto qualche cosa a lui o a Mike e a giudicare dalla sua espressione doveva essere qualche cosa di grave, molto grave.
Accartocciai questi pensieri in un angolo liberando la mia mente per poter pensare lucidamente e subito dopo mi portai una mano sulla bocca che si era aperta dopo la notizia appena appresa dalla voce di Harry. Non mi accorsi di star già piangendo fino a quando un briciolo di speranza comparve nelle sue parole e nel suo volto che aveva mutato la propria espressione in un sorriso flebile che coinvolgeva gli occhi nel tentativo di fermare l'azione incominciata dai miei. Si alzò, si avvicinò a me e con uno sguardo incerto mi abbraccio, senza preavviso, inaspettato calore fraterno, quello che i nostri corpi si stavano scambiando era puro supporto e comprensione; la sua mano iniziò a correre su e giù per la mia schiena e con l'altra mi strofinò una guancia togliendo con le dita ciò che i miei occhi avevano appena versato. Dopo pochi istanti avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sussurró dolcemente《sta bene, Michael sta bene. Come ti dicevo prima l'aereo ha solo avuto dei problemi e ha dovuto fare un atterraggio d'emergenza, un po' brutto, ma non così terribile da strappare la vita a delle persone. Ora è in ospedale, ma i medici credono che la sua situazione non sia grave. Si riprenderà, ne sono certo》
Tentai di proferire parola, ma lo spavento che mi aveva assalito se le era portate via, dalla mia bocca uscì solo un sibilo leggero e impercettibile quindi annuii e crollai ancora fra le sue braccia.

Riaprii gli occhi e alzai lo sguardo, mi bloccai ancora a fissare i suoi occhi terribilmente turbati, ma che ora mostravano un spruzzata di leggerezza in piú come se il grande peso che stava portando si fosse sbriciolato a contatto con la mia pelle. Le mia mani correvano fra i suoi ricci corvini e arricciavo le ciocche fra le dita giocandoci distrattamente per tentare di farlo rilassare un po'. Osservai le sua labbra terribilmente sfregiate e lo zigomo destro sul quale era presente un grosso taglio che stava per rimarginarsi, sulla parte opposta del viso angelico era presente un grosso livido violaceo proprio sotto la tempia e il suo corpo appariva agli occhi di chiunque riuscisse a guardarlo come un campo di battaglia formato da lividi, tagli e sfregi, quà e là erano presenti anche bendaggi, cerotti e punti di sutura. Il volto era privo di trucco e la sua pelle appariva diversa da come l'avevo sempre vista: era di un colore un po' piú scuro del suo solito, ma comprendeva anche diverse macchie di una tonalità molto più chiara che puntinavano il suo volto e le parti a me visibili del suo corpo.

Quella settimana fu più lunga del previsto, dalla notizia di Harry erano ormai passati cinque giorni nei quali non riuscii a chiudere occhio e per colpa del mio lavoro non riuscii neanche a prendere un volo per andare a trovare Michael il quale sostava in una piccola stanza in un ospedale a diversi stati di distanza da me. Lo chiamai tutti i giorni e appena il weekend arrivò, saltai sul primo volo per la California, mi infilai nel traffico della caotica città in cui risiedeva l'ospedale e appena arrivai nel luogo desiderato mi fiondai per i corridoi impaziente di vedere il suo volto.

Pensai a tutto ciò che aveva subito, non si meritava tutto ciò, non aveva fatto niente per ritrovarsi nella sua condizione, bloccato in un letto di una clinica con folle di fans e paparazzi ad urlare il suo nome fuori dalla finestra, ma cinque piani più in basso.

Lo baciai facendo attenzione a non fargli troppo male, le sue labbra sapevano ancora di sangue che sgorgava dalle ferite che non volevano rimarginarsi, ma non mi importava, avrei potuto sentire quel sapore in eterno pur di poter avere Michael con me. Le sua labbra seguivano le mie anche se un po' incerte e doloranti, poi si staccò, sorrise e chiuse ancora lo spazio fra noi.

《Mi sei mancata》sussurró fra un bacio e l'altro.
《Anche tu》










Hey!
Eccovi un nuovo capitolo. Spero di poter aggiornare presto, ho un sacco di nuove idee, ma non riesco a decidermi sulla migliore: in questo momento la mia testa è nel caos totale.
Fatemi sapere se questa storia vi sta piacendo e se volete che modifichi qualche cosa.
Buona fortuna a tutti quelli che affronteranno l'esame a Settembre!
Un bacio,
al prossimo aggiornamento.
Ilaria

25.08.17

Io Peter Pan e tu Wendy,la mia WendyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora