Obbligo

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Saltai giù dal letto sentendo il suono della sveglia rimbombare nelle mie orecchie uscendo dalla camera da letto e scendendo le scale ancora un po' assonnato notando solo allora che mi ero addormentato con i vestiti di ieri sera. Mi avviai in bagno cominciando a spogliarmi da quei indumenti e gettandoli fra i panni sporchi, buttandomi di seguito sotto il getto dell'acqua fresca. Appoggiai le mani contro le piastrelle di un bianco logoro chiudendo gli occhi, lasciando che l'acqua fresca mi svegliasse. Era rilassante stare là sotto dopo una nottata di calvario, per lo meno sono riuscito a calmare i nervi tesi, anche se la mia mente faceva ancora a pungiball con il mio subconscio.
Sentii il campanello della porta suonare improvvisamente con una certa insistenza, non che mi affrettassi ad andare a vedere chi fosse, feci con calma, dopotutto era mattina per tutti. Indossai i boxer e presi un asciugamano per i capelli, avviandomi verso la porta dell'ingresso, che a momenti non veniva sfondata dal genio che la stava prendendo a pugni.
«Dobbiamo parlare di una cosa importante.» Dopo aver aperto la porta, Brody mi si presentò davanti agli occhi, e non aveva per niente la faccia tranquilla. «Aha, e di cosa?» gli domandai mettendo in secondo piano la sua agitazione, mentre mi asciugai i capelli «Fammi entrare coglione prima che mi veda qualcuno, dannazione!» alzai lo sguardo torvo, vedendo quest ultimo che stava facendo qualche passo all'indietro, compiendo una riflessione mentale su ciò che aveva detto.
«L'ultimo che mi aveva chiamato in quel modo è dovuto andare all'ospedale a farsi riaggiustare il setto nasale, vuoi provare anche tu Brody?» Era evidentemente teso e non più per il motivo che l'aveva portato a casa mia, ma per quello che poteva succedergli con me. «Dai stavo scherzando, ora fammi entrare ho bisognono di parlarti, in privato...qui fuori non mi sento tranquillo.» Mi feci da parte dandogli il permesso di entrare e senza esitazioni Brody entrò in casa, come se qualcuno gli avessero dato una spintonata. Doveva essere veramente qualcosa di grosso in ballo per avergli messo addosso così tanta agitazione. «Allora? Altri coglioni che vogliono romperti il culo e che io devo sistemare?» lui scosse la testa. «Oh no amico! Molto più seria la cosa.» mi accigliai appoggiandomi con la schiena al piano cottura e con le braccia conserte al petto. Cosa poteva esserci di peggio? «Sue deve compiere gli anni la prossima settimana e si aspetta da me qualcosa in grande. Tipo una festa a sorpresa! E io non...»
«Wo wo wo! Frena.» lo azzittii prima che potesse proseguire ulteriormente. «Tu sei venuto qui, facendomi uscire da sotto la doccia, mi hai dato del coglione e in più pretendi da me una mano per organizzare una festa a sorpresa per la tua ragazza!?» lui mi guardò in completo imbarazzo.
«Beh sì! ...E per il coglione ti ho chiesto scusa! Comunque amico, dai per favore aiutami.»
«Va bene!»
«Davvero!?»
«No.» lo afferrai dal braccio saldamente, conducendolo verso la porta dalla quale è entrato pochi attimi fa deciso a buttarlo fuori. «Adesso esci.» lo liquidai di fretta senza dargli modo di ribattere, fra tutte le cose organizzare una festa non era per niente nel mio interesse.
«Ehy amico! Aspetta Alex! Ci sarà tanta gente!» ignorai le sue parole, non mi interessava chi ci sarebbe andato. L'argomento era out per me. «Verrà anche Mya!» mi bloccai sulla soglia, sentendo nuovamente quel nome. Mya, quella ragazza del Long Shot, l'iceberg Mya. Scrutai Brody attentamente, con lo sguardo minaccioso. Aveva toccato un tasto dolente, molto direi. La mascella si era contratta automaticamente e senza rendermene conto strinsi la presa sul suo braccio di Brody mentre egli imprecava. Se doveva essere un modo per spronarmi a contribuire all'organizzazione di quella festa, era meglio per lui piantarla, altrimenti per il giorno del compleanno della sua ragazza, avrebbero dovuto preparare le cerimonie per il suo funerale. «Susan è amica di Ash! Se viene Ash viene anche Mya! Logico, no?» feci un profondo respiro, alzando il viso al soffitto cercando di rilassare i muscoli tesi, mollando di seguito il braccio di Brody che subito emise dei versi lamentosi sentendolo addormentato.
«Che cosa devo organizzare?»
«Non lo so, invita gente, spargi la voce, troverai qualcosa! E soprattutto deve esser tutto all'oscuro di Sue!»
«Grazie coglione, tu sei sveglio quanto Christopher. Hai almeno una location per la festa?» Lui mi strizzò l'occhio con un cenno di capo.
«Oh ci puoi scommettere fratello! Bishop ha la casa libera per il fine settimana e per lui non è un problema dare un'altra festa.»
« Già, quando mai lo è stato...» Bishop se era conosciuto, era solo per le feste che organizzava in mancanza dei suoi e delle quali non ne ha mai avuto il controllo. Infatti l'ultima rissa che scoppiò mi fece mandare un tizio all'ospedale per il setto nasale rotto. Le sue feste erano conosciute anche per il giro della droga, in particolare quello dello stupro, una sostanza psicoattiva che viene solitamente versata nei bicchieri delle ragazze un po' più distratte. Mi passò per la mente Mya, avevo l'opportunità di rivederla fingendo pura casualità, ma a pensare che in quel posto poteva correre dei rischi, mi fece raggelare il sangue nelle vene. Tornai in cucina prendendo il pacchetto delle sigaretta che erano proprio dove le avevo lasciate ieri notte dopo il mio rientro, portandone una fra le labbra e accendendola, lasciando che uno sbuffo di fumo fuoriuscisse poco dopo. Brody mi seguì con lo sguardo, sembrava che lo stessi tenendo sulle spine.
«Fratello pensaci, è una buona occasione per rivederla e io non rischio di deludere le aspettative di Sue. È un affare!»
«E se Mya non dovesse venire, potrò romperti il culo comunque?» c'era anche quella possibilità del resto.
«Ehy, noi l'abbiamo invitata, poi se viene o no, non credo sia un motivo valido per prendertela con me.» Sospirai, aveva ragione, non potevo prendermela con lui se non si sarebbe presentata. Mi voltai verso di lui annuendo con il capo.
«Va bene ti aiuto, ma di' a Bishop da parte mia che sarà meglio per lui tenere quei coglioni della Walter alla larga da quella festa. Sappiamo bene come fanno quei idioti ad agganciare le ragazze poco sveglie.»
«Tranquillo fratello, non intendo far correre dei rischi nemmeno a Sue, verranno solo alcune amiche sue della Walter e forse qualche suo cugino. Sarà una festa da sballo anche senza risse! Vedrai amico.»
Scossi la testa, il pensiero che qualche idiota faccia scoppiare un casino mi martellava il cervello sempre di più. Del resto le feste di Bishop erano questo, un modo per vedere spargimenti di sangue a suon di pugni. Ci finivo spesso di mezzo anche io, o cominciando la rissa o finendola.

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