Approccio

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Passarono due settimane da quando subii quel calcio allo stomaco come da un cavallo da tiro,  non l'avevo nemmeno chiamata e il suo numero era il primo nella mia rubrica, né passato dal Long Shot per vederla. Nulla. Lei aveva da subito tracciato confini per me invarcabili, perciò rispettai quella sua scelta come meglio potevo. Oh, e la tentazione di chiamarla era immensa e pungente, mi dovetti allontanare dai posti pubblici almeno due volte, in quanto puntualmente quel iceberg appariva quando meno te l'aspettavi. Proprio uno scherzo del destino, averla vicina ma comunque così lontana. Da quelle due settimane, ho avuto sempre più incontri con una bella bottiglia di Whiskey o di Cognac, almeno mi distraevo. Certo, per questo non mancavano nemmeno le risse. Il mio stato era sempre più alterato ed irritato e bastava poco per farmi ribollire il sangue nelle vene. La cosa positiva in tutto questo era che sono riuscito a riappacificarmi con Chris, che a sua volta non passava tanto bene le giornate. Mi aveva raccontato che dopo la festa di Sue, Anna ha scelto di prendersi un momento di riflessione, detto anche comunemente, mollare con un po' più di tatto.
Quindi spesso io e Chris ci ritrovavamo a casa a mia davanti alla partita dei Chicago Bears, con le bottiglie di birra fra le mani o se eravamo proprio a pezzi ingurgitammo alcol con la gradazione sui 40% VOL.

Era Sabato pomeriggio e ci radunammo nel campo da Basket del centro per una partita clandestina. Bishop arrivò con la sua Dodge Charger rossa e lucente. Quel bastardo era una gran testa di cazzo ma oltre a quello un fottuto ricco sfondato. Entrambi i genitori erano avvocati eccellenti e per tanto erano spesso fuori città, ma al figlio non che gliene importasse più di tanto, a lui bastava avere un buon conto in banca e sulla carta di credito. La Charger aveva impiantato due casse stile Fast and Furious nel porta bagaglio, e non perdeva mai occasione di mettere musica che a sua detta attirava le fiche. C'era anche Brody con l'immancabile Susan al suo fianco che faceva un po' da cheerleader per incoraggiare il suo uomo a vincere almeno una volta in una partita di pallacanestro. In breve tempo arrivò anche Show, che era il più piccolo fra di noi. Aveva 18 anni, ma era furbo il ragazzino. Era riuscito ad accaparrarsi una carta d'identità falsa per entrare nel locali come il Long Shot, e da bravi, noi gli paravamo il culo durante le risse. Era un tipo apposto, vivace e un po' ingenuo come tutti alla sua età.
Io e Christopher arrivammo per ultimi. Parcheggiai la Chevrolet del 70 accanto alla Dodge Charger di Bishop, il quale si stava cimentando nella ricerca di un buon pezzo di musica moderna da far partire durante il gioco. Non aveva dei gusti chissà quali raffinati e spesso metteva quei pezzi di cui ne fecero in breve tempo uno spot pubblicitario per dei materassi in vendita con lo sconto del 70%. Insomma quella roba un po'commerciale.
«Ehy Ehy Ehy! Fratelli! Ma che diavolo fate? Con il vostro ferro vecchio da quattro soldi attutite il suono delle mie casse! Parcheggiate altrove!» Obiettò Bishop da dentro la sua auto, tenendo dei CD in mano, probabilmente con le canzoni da inserire nel Charger.
«Vaffanculo Bishop, non rompere.» Scesi dalla Chevy seguito da Christopher. Era una bella giornata di sole, e fuori si stava d'incanto.
«Dai Alex, non ce l'avrai ancora con me per quello che è successo alla festa di Susan spero.»
«Beh sai fratello? A me sono arrivate voci sul fatto che non avresti aspettato molto per buttarmi fuori casa, lasciandomi accanto al cassonetto della spazzatura. E sei fortunato che non sono venuto a prenderti a calci.»
«Cazzo Alex, punti il dito contro di me come se fossi io il colpevole. Cosa ne sai tu che quelle voci erano vere? E poi cavolo! Il tuo migliore amico ti ha scaricato lì! A lui però non gli fai niente!»
«Fottiti idiota» Si aggiunse Christopher per difesa. Già in effetti mi aveva mollato lì, per una donna, ma non se lo sarebbe aspettato nemmeno lui che Ashley Beasley mi avrebbe steso con un colpo alla testa.
«Ehy, ognuno con le proprie tattiche per difesa. Ne ho il diritto.» Fece parola contro la frase di Chris con le braccia alzate in aria come per resa, inserendo poi uno dei suoi CD dopo un'accurata scelta, premendo sul pulsante casuale, dando così inizio ad un rimbombo assordante proveniente dalle casse. La canzone in questione era Club Can't Handle Me un brano abbastanza conosciuto di Florida.
«E vai così!» Bishop schizzò giù dall'auto lasciando le portiere ben spalancate dando più sbocchi d'uscita alla canzone.
«Forza amici miei, diamo inizio a questa bella partita!» Si avvicinò a noi mettendoci le mani sulle spalle, mentre un sorriso da sfida gli incurvò le labbra.
«Ti faremo il culo amico, e dopo potrai toglierti quel sorriso dalle labbra. La vendetta ideale per il tradimento, Giuda.» Girai la visiera del cappellino all'indietro, avviandoci verso il campo da basket, dove stavano già facendo dei tiri al canestro Show e Brody.
«Alex! Ehy fratello da quanto tempo!» Show ci corse incontro lasciando Brody come un coglione in mezzo al campo che di seguito imprecò ricaricando le braccia scocciato per quel abbandono. Show mi porse la mano destra dandoci reciprocamente il saluto battendo i palmi della mano per poi concludere con un urto delle spalle. Era abbastanza mingherlino ma per questo non gli mancava l'agilità.
«Sette! Dici a me da quanto tempo?! Sei tu che sparisci e non ti fai vedere per giorni!» Lo sgridai amichevolmente mentre lui ridacchiava divertito mentre dribblava la palla a terra.
«Sai com'è? I miei sono in via di divorzio perciò...mi trascinano un po' dovunque facendo a gara nel conquistare il mio affidamento.» Anche se era un ragazzo solare la maggior parte delle volte, si leggeva nei suoi occhi che era stanco e provato per tutti quei viaggi che i suoi gli facevano fare per viziarlo, da un posto in un altro. «E poi quel nomignolo non l'ha pronunciato più nessuno per un pezzo!»
Risi divertito, fregandogli la palla da sotto la mano dribblando fino al canestro facendo subito un punto.
«Facci l'abitudine, quando sei con noi rimarrai per sempre Sette!» Bishop e Chris salutarono a loro volta Show, e dopo ci radunammo tutti in campo. In sostanza eravamo in cinque quindi per parità scacciammo Brody che era quello meno capace, e gli assegnammo il ruolo da arbitro, che si ammusolì borbottando delle lamentele.
«Bene ora che siamo quattro, facciamo un due conto due. Sette con me.» Esordì io mentre Chris intervenne obiettando.
«Cosa!? Ehy! Ma sono io il tuo migliore amico!»
«Ah!» Gli puntai il dito contro in segno di azzittirsi. «No amico, è la giusta punizione per avermi abbandonato come un cane alla festa di Sue. Tu fai squadra con l'altro Giuda e io con Sette.» Chris era evidentemente irritato per quella disposizione Delle squadra ma non obiettò più, e si mise di fianco a Bishop.
«Benvenuto nel club amico!» Bishop diede una pacca amichevole sulla spalla di Chris, che subito dopo se la scrollò ferito nell'orgoglio.
«No ti sbagli, io non sono come te. Pari o dispari?»
«Dispari amico.» Accennai un ghigno di sfida pronto a fare il culo a quei due, la giusta rivincita che si meritavano. Brody mise la palla fra me e lui, nel mentre ci scambiavano sguardi di scannimento. Se c'era una cosa che mi piaceva di Chris era il suo spirito competitivo, spesso infatti giocavo con lui in squadra e non ci facevamo scrupoli per arrivare alla vittoria. Ma adesso era diverso, eravamo l'uno contro l'altro e di certo non sarebbe stata facile vincere.
Dicemmo all'unisono la frase Eh là! buttando giù le dita con il numero scelto. «Due e tre, la palla è mia bello.» Presi la palla io palleggiandola a terra. Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene e lo sguardo furioso di Chris mi dava l'incentivo per svegliare ulteriormente il mio spirito competitivo.
«Forza bello, vieni a prendere l'osso.» Sogghignai, provocando Christopher spronandolo a correre verso di me per prendere la palla è difatti attaccò per primo, mentre Bishop teneva d'occhio Show. Mi voltai di spalle, proteggendo la palla fra le mie mani che palleggiava a corte distanze dal terreno con rapidità, così facendo davo meno possibilità all'avversario di prendermi la mano. Cercai di avanzare lentamente verso Show costringendo Chris ad indietreggiare insieme a me spinto dal mio posteriore, che a sua volta non si arrendeva nel starmi addosso. Fortunatamente Show non era un idiota, e pur essendo Bishop di grossa statura l'unico difetto che aveva era quello di stare a gambe divaricate, cosa di cui Show se ne approfittò immediatamente trovando una via di fuga fra di esse, conquistando così territorio verso il loro canestro. «No! Ehy! Torna qui Nano!» Bishop brontolò mentre lo rincorreva, cosa che a Chris non sfuggì, digrignando i denti. «Che cazzo stai facendo Bishop! Bloccalo maledizione!»
Tecnicamente il mio compagno di squadra era libero, perciò gli lanciai la palla alta, che lui prese al volo facendo il primo canestro a nostro favore.
«Evvai! Così si fa Sette!» Mi riunii al mio compagno di squadra, battendo i palmi della mano e scambiandoci il pugno amichevole unendole.
«Cazzo! Bishop dormi o che diavolo! Te lo sei fatto scappare fra le gambe! Merda!» Chris era furibondo, provato già dal fatto che non faceva squadra con me come sempre. Bishop però non perse tempo per autodifendersi.
«Calmo cazzo! Stai accuccia bello! È solo un gioco è poi è soltanto il primo canestro. Siamo ancora in tempo per batterli.»
«Beh guarda il lato positivo Christopher, ora la palla è vostra.» Gli feci l'occhiolino, premendo ulteriormente sul fatto della prima perdita cosa che lui come sempre, si fece influenzare dalle mie parole stringendo i pugni.
Io e Show prendemmo posto davanti al nostro canestro proteggendolo dai loro attacchi, che sapevamo sarebbero stati violenti vista la grinta rabbiosa di Chris e quella di orgoglio di Bishop. Mi piegai con le mani sulle ginocchia aspettando che Brody dasse il segnale con il fischietto, che si era già portato dietro di partenza come se avesse intuito che nemmeno oggi avrebbe giocato. Chris palleggiava stando piegato, una tattica perfetta per non farsi fregare la palla, mentre il mio sguardo era sul pronti attenti, aspettando il loro attacco. Brody suonò il fischietto dandoci il via, al quale Chris prese a correre come un toro infuriato fregando Show con un dribbling fluido su se stesso, prendendo sempre più territorio verso il nostro canestro. Lo riuscii a respingere a stento parandomi davanti a lui, ma si sa chi vuole vincere, vince. E così fece. Con un unico salto riuscì a fare canestro superando anche la barriera che le mie mani fecero a loro volta durante il salto.
«Sì Baby! E vai così!» Gridò vittoria non appena i suoi piedi toccarono terreno.
«Siete in parità, la prossima squadra che farà altri due punti sarà quella vincente, mentre la perdente dovrà offrire un giro di bevuto al Long Shot, all'arbitro compreso.» Enunciò Brody le nuove regole della partita, cosa che a me fece venire un colpo al cuore. Non potevo andare al Long Shot, là c'era Mya che lavorava, e io non potevo vederla.
«Beh, cosa c'è Alexander? Non te la senti più?» Chris mi tirò una frecciatina pungente probabilmente come ripicca per le mie di frecciatine, e la cosa bella era che fece effetto. Sentivo un eccessivo scorrere di sangue nelle mie vene che presto montò alle tempie facendole pulsare.
«D'accordo stronzo, vuoi fare la guerra e guerra sia.» Rise beffardo lanciandomi la palla contro il petto che io bloccai fra le mani. Avevo la mascella serrata, e la tensione si fece sempre più alta fra me e Chris. Non era più una questione di gioco amichevole, era una vera e propria dichiarazione di guerra fra fratelli.
«Ehy Ehy! Non siamo qui per litigare, cioè ma dai! Siete migliori amici, vi considerate fratelli!» Si intromise Show fra me e lui, che per tutta risposta avevamo ignorato le sue parole. Avevamo evidentemente ancora quella questione in sospeso e non mi sarei fatto sfuggire l'occasione di vederlo perdere a quel gioco che sembrava determinare il nostro rapporto.
«Tieni d'occhio la porta. Ora ci penso io.» Decretai le ultime parole sibilai fra i denti mentre Show con un attimo di esitazione, prese il via posizionandosi davanti al nostro canestro. Christopher aveva toccato un punto ancora dolente per me, ma la cosa più grave era che il problema per entrambi erano le donne che amavamo e che per una ragione catatonica influenzavano la nostra fratellanza. Quella stessa fratellanza che ci portò entrambi ad un certo quel senso al tradimento reciproco. Ma non sarebbe finita lì, ero disposto a vincere ed è ciò che sarebbe accaduto.
Partii in quinta verso il canestro avversario dribblando la palla con rabbia a terra schivando il primo paro di Bishop, facendo fuoriuscire la palla fra le sue gambe, che pertanto teneva ancora divaricate. «E che cazzo! Ancora!?» Chris non ci fece più caso, era una discussione a tu per tu quindi focalizzava prevalentemente sulla mia avanzata furiosa. Una volta raggiunto il loro canestro venni bloccato da Christopher che per mia risposta tenni alla larga da me con una mano premuta contro il suo petto. Eravamo entrambi sudati e con il respiro corto, dovuto anche al consumo delle sigarette che nelle ultime due settimane erano aumentate, e ancora una volta per colpa di quel iceberg.
«Alex qui! Passami la palla, sono libero!» Vidi Show agitare le mani all'aria per farsi notare, ma non se ne parlava. Quel punto e anche il prossimo dovevo farlo io. Dovevo togliere una volta per tutte la testa al toro quindi feci un giravolta su me stesso schivando il paro di Christopher, piegandomi di seguito sulle ginocchia per prendere lo slancio così facendo saltai verso il canestro nemico facendo un bel punto, aggrappandomi al loro canestro per poi lasciarmi andare con i piedi a terra.
«Tocca a te bello.» Gli lanciai un'occhiata torva che subito ricambiò fremente di rabbia. Da qui in poi so che mi avrebbe tenuto più che testa. Era una competizione frenetica ed entrambi affamati di vittoria.
«Hai deciso la tua condanna Alex, ti straccerò, stanne certo.» Bishop aveva preso il pallone fra le mani sentendo anche lui che non era più una semplice partita ma una disputa accesa ma Christopher non ci penso due volte a prendergli la palla dalle mani. «No comincio io. Tu tieni d'occhio quel maledetto canestro e chiudi cazzo le gambe!» Brody prese a fischiettare mettendo per un secondo in timeout il gioco. «Ehy, voi due! Non so che cazzo vi prende oggi ma se il gioco deve sfociare in una prossima rissa, siete out! Chris dagli la palla! Ora è il turno di Bishop andare in attacco!»
«Vaffanculo. E fai partire sto maledetto segnale altrimenti questo gioco sfocerà nel rompere il culo all'arbitro.» Christopher rispose a Brody che scosse la testa rilasciando un profondo respiro di esasperazione. Nessuno aveva più intenzione di intromettersi perciò Brody fece il fischio al quale come dei Spartani ci prendemmo a sfidarci solo io e Chris. Bishop e Show si erano seduti esausti di assistere ad un gioco che avevamo allestito solo noi due. Non esistevano più arbitri né compagni di squadra, soltanto Chris contro Alex. Dribblavamo la palla uno ad uno fregandocela a vicenda. I nostri cuori battevano come dei forsennati che pompava il sangue ad altissime pressioni nelle vene. Il nostro furore era tutto dettato soprattutto dalla rabbia accumulata in questi giorni per via di quelle due ragazze che fecerò a brandelli il nostro essere. Sapevamo benissimo entrambi che ci saremo tenuti testa a vicenda perciò potevamo sbollire tutta quella collera l'uno sull'altro. Eravamo così noi due. Un modo per aiutarci nel bene o nel male.
Riuscii finalmente ad avere la palla fra le mani ben salda, prendendo sempre più territorio verso il canestro di Christopher che non perse tempo a raggiungermi fermandosi davanti ad esso pronto a bloccarmi non appena avrei saltato per decretare la mia vittoria.
Puntai minuziosamente il punto dove dovevo centrare prendendo la mira come un cecchino in Iraq, quindi feci altri due passi di corsa acquistando ancora più vicinanza al canestro e piegandomi sul ginocchio destro presi il giusto via per saltare ancora durante la corsa pronto a sfondare il pallone nella buca del canestro, ma come un aquila in volo e un po' anche come un elefante in carica, Christopher si scontrò con me mentre tentava di bloccare il pallone prima che potesse fare centro.
Con un movimento a rallentatore come spesso accade nei film sbattemmo entrambi violentemente a terra. Lui si contorceva per la schiena sbattuta io per il gomito.
«Oh cazzo! Christopher! Alexander!» Brody corse da noi fischiettando ripetutamente e con una certa insistenza per mettere fine al gioco, come se fino ad adesso c'era qualcun altro che giocava oltre a noi due. «Cazzo state bene!?» Ci chiese i ginocchiandosi a terra. Subito dopo di lui ci raggiunsero anche Show, Bishop e anche Susan.
«Brody...fanculo sta zitto.» Sibilai fra i denti, il gomito non era di certo rotto ma il livido non me lo toglieva nessuno.
«Vaffanculo Brody.» Ringhiò anche lui sommessamente da l'altra parte.
«Ma vaffanculo voi due!» Disse poi lui per ultimo, cosa alla quale io e Chris ci guardammo per un attimo furibonda, come se da un momento all'altro potevamo saltarci addosso scannandoci come dei cani in gabbia, e invece scoppiammo entrambi in una risata. Avevamo stracciato l'un l'altro finendo a terra insieme. Lui era mio fratello e perciò o vincevamo insieme o cadevamo insieme, in tutti i sensi.
«Va bene, ora che vi siete scontrati e riso senza un apparente motivo, andiamo al Long Shot, ne ho una voglia matta di ber...AHY! CHE CAZZO!?» Brody si beccò uno schiaffo dietro alla testa da Sue, che sembrava apparentemente scocciata.
«Non se ne parla tesoro, ricordi? Tu guidi oggi perciò niente alcol.» Brody inarcò un sopracciglio mentre la bella Susan fece il terzo grado al suo uomo come un poliziotto tenendo le braccia incrociate al petto.
«Non dirmi che ora anche tu hai preso vizio a colpire i ragazzi alla testa.» Mi tirai su da terra, porgendo una mano anche a Chris aiutandolo a tirarsi su.
«Beh sembra che funzioni.» Alzò le spalle disinvolta, mentre io trattenni a stento le risate.
«Beh, se l'arbitro non può bere, allora può offrire!» Bishop esclamò dando una pacca amichevole sulla spalla di Brody che fece subito protesta.
«No cazzo! No! Anche voi guidate quindi nemmeno voi dovreste bere!»
«Sì amico, hai ragione ma noi non abbiamo una ragazza da portare a casa sana e salva. Quindi, bello si caritatevole con i tuoi amici.» Mi aggiunsi anch'io alla campagna contro Brody, spiazzandolo subito perché il resto del gruppo diedero approvazione a me, tranne Sue che essendo la sua ragazza lo parteggiava.
«Siete dei grandissimi bastardi.» Bofonchiò quest'ultimo fra i denti prendendo Sue per mano, avviandosi a passi rabbiosi verso la macchina.
«Siamo in democrazia Brody, il potere è in mano al popolo con numero superiore. Tu eri in minoranza, non prendertela amico.» Non so perché stavo approvando l'idea di andare al Long Shot, sapevo del resto che là c'era Mya, e difatti non appena quella donna sfiorò nuovamente la mia mente sentì un certo disagio.
«Forza stronzi, andiamo a bere con i soldi di Brody!» Proferì Bishop parola con un certo entusiasmo sfregandosi le mani.
«Ti eccita il fatto di bere con i soldi di Brody?» Chiese Show scettico, fra di noi lui era quello con lo spirito di squadra maggiore.
«Cazzo amico no! Che razza di persona merdosa pensi che io sia? A me eccita il fatto che siano i soldi di Brody! Cazzo è questo il fulcro di tutta la mia agitazione!» Replicò Bishop, che per tutta risposta Show scosse la testa in totale disappunto.
«Forza Sette, vieni con me e con Chris, ti diamo uno strappo noi al Long Shot.» Raccolsi il cappellino da terra che era volato via durante lo scontro. Ero abbastanza turbato per quel incontro che a breve sarebbe avvenuto, cosa che Chris percepì immediatamente. Calcai la visiera del cappellino sentendo una gomitata amichevole sul mio fianco. Era Chris.
«Ehy Ehy fratello! Sì a cosa stai pensando, ma se ci pensi bene prima o poi l'avresti affrontata comunque. Cioè andiamo Alex, non la puoi evitare per il resto della tua vita. No?» Aveva ragione, non la potevo evitare per sempre, cambiare stato era un discorso out e poi dovevo anche capire se dopo due settimane quel iceberg poteva farmi quell'effetto maledettamente straziante quasi da farmi impazzire.
Mi limitai ad accennare un segno di approvazione con il capo mentre pescai le chiavi dalle tasche delle mie bermuda. Ci avviammo tutti verso le proprie auto dirigendoci verso la tana del lupo.

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