Capitolo 1

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Beverly
Era già passata un'ora da quando il pullman era partito, la musica mi rimbombava nelle orecchie e distese di verde mi sfrecciavano davanti agli occhi.

Era una bellissima giornata di aprile , il sole stava per tramontare lasciando il posto al chiarore della sera. guardando fuori dal finestrino immaginavo l'odore tipico delle serate primaverili, quell'odore di erba fresca bagnata dall'umidità, quell'odore che conoscevo bene. Essendo nata e cresciuta in una piccola villa di campagna, ogni pomeriggio, di questi periodi, quando il sole cominciava ad essere più caldo e il vento della sera meno pungente, mi sedevo sul dondolo in veranda, a leggere un libro o a studiare e mi lasciavo coccolare da quei timidi raggi di sole e da quel venticello sottile, che ti accarezza piacevolmente la pelle facendoti rabbrividire di tanto in tanto man mano che calava la sera. Tutto ciò preannunciava l'inizio della mia stagione preferita , dopo il lungo inverno finalmente l'estate ara alle porte. Tuttavia quell'estate non sarebbe stata come le precedenti, quell'estate l'avrei passata senza di lui.

Erano passati otto mesi dalla nostra rottura, eppure io ricordavo quella prima domenica di settembre come se fosse passato a mala pena un giorno: come ogni pomeriggio eravamo andati al mare, dopo il lavoro mi passava a prendere a scendevamo in spiaggia, sembrava un pomeriggio come tanti altri, ridemmo, facemmo il bagno e ci asciugammo al sole, come tutte le volte, recitò il suo copione in modo così perfetto da non farmi intuire niente , finché mentre eravamo seduti notai la sua espressione cambiare, gli chiesi cosa avesse e data la sua risposta, avrei preferito non avergliela mai posta quella domanda. Mi disse che aveva accettato la proposta di lavoro in Germania e che sarebbe partito il giorno dopo, non tentò di giustificarsi di scusarsi o di darmi spiegazioni, non attese nemmeno la mia risposta , semplicemente si alzò, mi diede un bacio sulla guancia e andò via , lasciandomi li svuotata di ogni emozione a guardare il vuoto e il vuoto era quello che avevo dentro.

Non ricordo quanto tempo rimasi li, so solo che quando tornai a casa era buio non solo dentro di me ma anche fuori. I giorni seguenti li passai chiusa in camera ,uscendo solo per andare in bagno, mia madre mi lasciava da magiare davanti la porta e li rimaneva fin quando non tornava a riprenderlo, aveva cercato di parlarmi , ma poi visti i miei continui rifiuti rinunciò e attese che mi passasse con il tempo .Mia madre era la mia migliore amica, mi capiva come nessun altro, mi aveva sempre lasciato i miei spazi e non si era mai intromessa nelle questioni private. In quei giorni aveva capito che mi serviva del tempo e non aveva insistito né sul mangiare, né sul farmi uscire ,né tanto meno sul parlarmi. Sapeva che sarei andata spontaneamente da lei appena mi fossi sentita pronta e così fu.

Dopo una settimana mi decisi ad andare avanti, o con lui o senza di lui la vita continuava, ripresi ad andare all'università e a studiare, anche se non mi sentivo ancora me stessa. Non riuscivo a provare emozioni, non ero più la ragazza solare che tutti conoscevano e di cui tutti ne cercavano la compagnia, ero spenta, triste ,ogni giorno mi sembrava uguale a quello precedente, vivevo passivamente facendo le cose solo perché ero costretta a farle non perché volessi. E ancora adesso mi sentivo  così , solo che a differenza di prima avevo imparato a fingere , avevo imparato a indossare una maschera prima di dare inizio alla mia giornata, lo feci soprattutto per mia madre , sapevo che vedermi triste la faceva stare male e in pensiero, anche se non lo dava a vedere e, siccome non volevo darle altre preoccupazioni oltre a quelle che già aveva, quando tornai a casa una settimana fa per le vacanze di pasqua, decisi recitare la parte di me stessa prima che lui andasse via.

Guardai l'orologio e vidi che erano quasi le otto. Ero rimasta immersa nei miei pensieri per due ore, senza rendermene conto e siccome mancavano ancora altre tre ore buone, prima di arrivare nella capitale e riprendere la solita routine universitaria decisi di mettermi a dormire. Mandai un messaggio a mamma dicendole che il viaggio procedeva bene , abbassai il volume della musica e chiusi gli occhi.

L'amore ha Il tuo nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora