Introduzione

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"Non devi isolarti."
"Se ti isoli per forza la gente non ti vorrà attorno."
"Se stessi un po' di più con le persone invece di chiuderti in camera tua..."
Queste erano le parole di mia zia quando sono andata a trovarla in Spagna con i miei genitori.
"Tuo padre non ti odia, vuole solo insegnarti le cose per il tuo futuro."
"Credi a me, che ci ho parlato, con tuo padre."
Tutte meravigliose perle di saggezza. Ma la realtà dei fatti è un'altra ben diversa. Mio padre mi odia, da quando ho messo piede su questo mondo. Anzi da quando ci ho messo la faccia. Lui odia la mia faccia, odia vedermi, non sopporta la mia sola presenza in casa. A volte quando c'è mamma mi dà il contentino, "Non sono io ad impedirti di uscire, sei tu che non hai amici.", e la mamma se la beve, perché loro non sanno dei miei amici. Loro non sanno delle persone che mi vogliono bene, non sanno delle persone a cui voglio bene. E va bene così. Quando c'è la mamma, un po' si trattiene. Il massimo che fa è non parlarmi per giorni, a volte settimane, e anche se lei ci sta male alla fine non si mette in mezzo. E a me va bene così. Adoro con tutta me stessa quando non mi parla per giorni, e se non mi parla per settimane festeggio alla grande. Quando non c'è la mamma invece, è tutta un'altra storia. Quando la mamma lavora o esce con qualche sua amica lui si preoccupa bene di insultarmi dalla mattina alla sera.
"Sei un'ignorante, e lo sarai sempre!"
"Pezza di merda! Pulisci quella cazzo di merda in camera tua!"
"Sei solo una deficiente, pensi che piacerai mai a qualcuno!?"
"Cogliona, fai la cazzo di cena! Quando vuoi mangiare, alle dieci!? Cretina!"
"Non sai fare niente, rimarrai sempre da sola."
E non azzardarti a rispondere.
"Stai muta ignorante!"
Devi solo stare muta.
Muta.
Come un pesce.
E se non sai stare muta? Se non sai stare muta finisci come me.
Molti penserebbero che odi mio padre. Ed è assolutamente così. Ma ogni volta che lui mi parla in quel modo, non posso fare a meno di rimanerci male... a volte di piangere per ore intere... e questo mi fa pensare che in fondo ci tengo a quello che pensa, e il fatto che pensi queste cose mi rende triste. Mi rende tristemente depressa, correggo. 16 anni e 11 mesi che vivo così. Tra un mese sarà il mio compleanno, e lui me lo rovinerà come gli altri 16. E io già lo so. E non sopporto questa cosa, ma non posso farci assolutamente niente.
"Sei cresciuta di un anno ma la tua intelligenza non cresce da un po', vero?"
Tra un mese sarà il mio diciassettesimo compleanno, un anno alla maggiore età, un anno alla patente, un anno alla libertà. Faccio questo conto alla rovescia da quando di anni ne avevo nove. 'Solo altri nove anni' e poi 'Solo altri otto anni' e così via. Ogni anno più vicina, ogni giorno così lontana.
Annuisco piano staccandomi dall'abbraccio di mia zia. Stasera si riparte per tornare a casa.

CIAO GENTE! :D

Non sono nuova di wattpad ma non mi è mai saltato per la testa di scriverci qualcosa, e ora, illuminazione divina o che, eccomi qui. Non credo che sarà una cosa letta da molti ma per chi la leggesse (spero che capiti ovviamente) vorrei dire solo molte grazie. Effettivamente grazie di che, al primo capitolo? Assecondatemi. No okay scherzavo. Grazie perché in fondo sapere che qualcuno legge queste cose che ho deciso di scrivere, magari che qualcuno possa mettersi nei panni di Veronica per un po', mi emoziona molto :3

Beh, buona lettura!
Anche se il capitolo è molto breve essendo un'introduzione :)

Oh e se volete seguirmi su qualche social (perché boh, alla fine lo scrivono tutti e quindi lo scrivo anch'io gne) :

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Un bacio ♡,
She :)

No Promises - Una Vita Senza PromesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora