Capitolo 2

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"Viviamo in un mondo che non accetta il grigio, tutto è bianco o nero. Ci hanno convinto che solo possiamo essere bianco o nero. Ma io, io non sono ne bianco, ne nero."
Casi Angeles 4 Capitolo 66 (Colores Verdaderos) - Simon 

(Volevo avvisarvi che in questo capitolo è presente un linguaggio un po' scurrile e si parla molto di droga, mi scuso in anticipo e spero vi piaccia. Ps: scusate se ho smesso di scrivere per così tanto...)

Il cellulare di Peter iniziò a squillare, lui premette un tasto e la voce di Carlos Esposito si divulgò per tutta l'automobile. -Mia figlia è scappata da scuola- lo informò con un tono di voce neutro. Peter strabuzzò gli occhi e si accorse in ritardo che il semaforo era rosso. Premette con molta forza il piede sul freno. -Come scusi?- domandò, sperando di aver sentito male. -Mariana è scappata da scuola, è una cosa che fa abbastanza spesso- gli spiegò. Peter ripensò alla scuola davanti la quale si era fermato, la scuola di Mariana, telecamere di sicurezza, guardie armate ed un cancello, come faceva un'adolescente immatura, sconsiderata e viziata a sfuggire a tutto questo? Si domandò, ma non lo chiese al signor Esposito, l'unica cosa che non voleva era farlo infuriare dopo aver perso la figlia. Si domandava se lo chiamava per licenziarlo. -Mariana ha un cip inserito sotto pelle che ci permette di sapere sempre dov'è. Io sono a lavoro e mia moglie... mia moglie sta facendo qualcosa, devi pensarci tu, ti mando il codice per localizzare il cip- gli spiegò, prima di chiudere la telefonata. Peter ricevette un messaggio. Accostò l'automobile al marciapiede e prese il telefonino in mano. Lesse il codice, e lo inserì. Sul telefonino gli comparve una mappa ed all'interno della mappa c'era un puntino rosso che lampeggiava in movimento. C'erano anche i parametri di vita di Mariana, il cuore batteva a 75, temperatura corporea 35,4 pressione 88, parametri di vita normali, ma la zona in cui si stava dirigendo era una delle più malfamate della città. Peter non sapeva cosa ci stava andando a fare, sapeva solo che era pericoloso per una ragazzina del genere stare in quella zona. Si rimise il telefono in tasca e premette il piede sull'acceleratore.

Lali sapeva bene che quella zona era malfamata, pericolosa e che lei non avrebbe mai dovuto metterci piede. Ma le regole non erano il suo forte. Sembrava a suo agio, ma il cuore le batteva all'impazzata, e questo le piaceva, l'adrenalina le piaceva, si sentiva bene quando il suo cuore batteva a mille, quando il suo respiro si affannava ed i suoi pensieri venivano sovrastati dai fischi nelle orecchie. Un ragazzo appoggiato al muro con una sigaretta in bocca la guardò e le sorrise, un sorriso ed un sorriso che a Lali non piacquero, nascondevano qualcosa di losco in loro. Ma ugualmente gli si avvicinò, ricambiano il sorriso. -Ciao- gli disse quando gli fu vicino. Lui la guardò bene. -Cosa ci fa qui una riccona come te?- le domandò togliendosi la sigaretta dalla bocca e facendo uscire una nuvoletta di fumo. -Cosa ti fa pensare che sono ricca?- gli domandò lei. -Tutto- le rispose lui fissandola negli occhi. -Denti bianchissimi, unghie perfette, capelli lucenti, abbigliamento da scuola privata ed anche il modo in cui cammini gridano ricca- le spiegò. -E questo non è un quartiere da ricchi nena, ritorna nella tua reggia- le disse sputando ai suoi piedi. -Io non sono una bambina- protestò Lali, conosceva quella parola per alcune canzoni in spagnolo che aveva sentito. Lui la studiò bene. -Si lo sei, e qui quelle come te non sono bene accette. è un consiglio che ti do, non voglio ritrovarmi di nuovo qui la polizia per una bambina viziata che è stata violentata e poi abbandonata in un vicolo- le disse con rabbia. Lali si morse forte la lingua cercando di smettere di tremare, non voleva dargliela vinta. -Io sono qui per comprare- gli disse Lali, sfidandolo con lo sguardo a cacciarla di nuovo. -Lo immaginavo, venite sempre qui per comprare. Noi saremo chi ve la vende, ma voi la finite in un attimo, non ne avete mai abbastanza...- disse lui, poi scosse la testa e ritornò sul tema principale. -Hai soldi?- le chiese. Lei scosse la testa, ma prima che lui potesse dirle di no, lei si tolse la catenella d'oro dalla testa. -è fatta completamente d'oro, e ci sono delle vere pietre incastonate sopra, rubini- gliela mostrò. Lui la guardò per un attimo e poi guardò lei. -Quella vale più della mia casa- disse. Lei fece cenno di si con la testa. -Probabile. Se la vendi puoi fare più soldi di quanti ne farai in un anno ed anche di più. O la puoi regalare a qualche bella ragazza- gli propose. -Le puttane si comprano con meno- gli disse lui allungando una mano verso la catenella. Lei chiuse il pugno impedendogli di prenderla. -Prima la roba, poi il compenso- gli disse con un aria spavalda. Lui le sorrise compiaciuto. -Ok, cosa vuoi?- le chiese. -1000 grammi di cocaina ed una dose abbondate di eroina- lui la guardò stupito. -Devi dare una festa o cosa?- le chiese. -Tu non fare domande- gli disse lei. -La vuoi solo per te? Guarda che schiatti subito così- le disse. Lei alzò semplicemente le spalle. -A te cosa interessa? Avrai comunque il tuo denaro. Ti interessa realmente se lo otterrai a prezzo della vita di una nena qualunque e viziata?- gli chiese con tono duro e fermo. Lui la guardò negli occhi attentamente e un brivido di freddo gli percorse la spina dorsale. -Si, sono uno spacciatore, non un assassino- le disse. Lali lo guardò male. -Niente droga, niente soldi- provò a convincerlo lei. -Spiacente signorina Esposito, non tutti si possono comprare. Bella lezione, no?- disse una voce alle loro spalle. Lali si girò e guardò ad occhi spalancati Peter che gli si avvicinava. Sguardo e postura fieri come un guerriero che va in battaglia. -Signor Lanzani, che piacere vederla- scherzò Lali. -Peter? Peter Lanzani?- domandò il ragazzo che si era rifiutato di vendere la droga a Lali. Lei guardò entrambi perplessa. -Vi conoscete?- domandò. -Si, sin dall'infanzia- rispose il ragazzo. -Da quanto tempo, te ne sei andato a 21 anni portando tua sorella con te, dicendo convito che volevi una vita diversa per entrambi. Ora che fai? Cande come sta?- gli domandò il vecchio amico incuriosito. Un lampo di tristezza passò negli occhi di Peter, fu veloce, prima che la maschera di indifferenza tornasse a nascondere i suoi sentimenti ed i suoi pensieri, ma Lali se ne accorse e ne fu incuriosita. -Ora faccio la guardia del corpo per la famiglia Esposito- disse, e lanciò uno sguardo a Lali. Poi tornò a concentrarsi sul vecchio amico. -Cande è morta, pochi giorni fa è stato il funerale- la voce di Peter era quasi inespressiva, ma si notava una nota profonda di dolore. Lali lo guardò attentamente. Lei aveva delle sorelle con cui non aveva un buon rapporto, ma perderle? Non poteva immaginarselo, non poteva immaginare l'immenso dolore che provava Peter in quel momento. -Oh, amico, mi dispiace- disse il ragazzo biondo coi capelli rasati mettendogli una mano sul braccio. -Grazie Nico. Scusa ma ora dobbiamo andare- disse, prese il braccio di Lali ed iniziò a trascinarla via, e lei si lasciò trascinare. 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 16, 2017 ⏰

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