La Sfera

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Sabato 14 agosto 2021

Giorgio viveva a Parigi, in un loft, nel quartiere del Marais.

L'aveva comprato come fosse una baguette, grazie ai guadagni della sua azienda, la Sesam, una società di asset management che sfruttava degli elaboratissimi algoritmi per predire gli andamenti delle azioni in borsa.

I progressi nel campo dell'intelligenza artificiale erano stati esponenziali, le applicazioni erano praticamente infinite, l'Apple aveva da pochi mesi inondato il mercato di milioni d'iNTERPRET, auricolari di traduzione in real time, per il momento disponibili solo in inglese, cinese, francese e spagnolo, mentre la Samsung prometteva di contrattaccare a Natale con l'uscita del Transleo, un modello concorrente a dieci lingue.

La borsa era stata l'ultimo bastione da conquistare per l'intelligenza artificiale, il più duro, vuoi per l'istintiva diffidenza verso le macchine, specie quando in gioco vi sono miliardi di dollari, vuoi per l'antica aristocrazia finanziaria, intenta a mantenere il più a lungo possibile i suoi privilegi, vecchia aristocrazia contro nascente borghesia.

Ma gli algoritmi della Sesam non temevano confronti, i migliori trader potevano tenergli testa per poco tempo, una settimana al massimo.

Un algoritmo non si stanca, un algoritmo non si affeziona ad un'azione, un algoritmo può individuare una fluttuazione anomala del mercato e confrontarla con decine di fluttuazioni simili, avvenute in epoche diverse e in mercati diversi. E trarne conclusioni ! aveva detto al microfono, davanti una sala gremita di persone in un prestigioso hotel nel cuore della City di Londra.

Sesam sembrava inarrestabile nella sua penetrazione di mercato, mettendo in crisi società di asset management esistenti da diverse decadi: tanti specialisti davano non più di tre anni di vita a società blasonate come Goldman Sachs, Merrill Lynch o JP Morgan; una giornalista americana le aveva bollate come Neanderthals face to Sapiens.

Erano le 8.15 e Giorgio faceva colazione: una tazza di caffè, delle fettine di pane grigliate con burro salato spalmato sopra. Il pane con il burro era l'unica eccezione che si dava, per il resto seguiva una dieta ricca di fibre. Aveva quarantasei anni ma gliene davano dieci di meno, nonostante barba e capelli sale e pepe, entrambi corti. Sfoggiava un fisico tonico, merito della mini palestra che aveva fatto allestire in un angolo del suo loft da 230 m2. Aveva trovato il successo, le donne non gli mancavano, nel giro di cinque anni era diventato una celebrità. In una sola cosa aveva miseramente fallito: non era riuscito a trovare la donna della sua vita. Ironicamente era solito dire che aveva sposato Sesam.

Ancora un anno e avrebbe venduto le sue quote, sarebbe diventato multimilionario, non male come piano, si diceva.

Si sarebbe dedicato alla scrittura, e magari, finalmente, avrebbe incontrato l'amore.

Indossava unicamente un boxer bianco, quella mattina. Faceva un caldo infernale.

L'impianto stereo diffondeva le note di I Heard It Through The Grapevine nella versione dei Creedence Clearwater Revival, era spesso di buon umore al mattino, mentre la televisione, senza audio, mostrava un'enorme macchia rosso fuoco su mezza Europa, con temperature che oscillavano tra i 42 e 48 gradi.

Da due settimane, infatti, l'Europa era assediata da un caldo africano, a Parigi si erano raggiunti i 45 gradi di massima. La televisione non parlava d'altro in quei giorni, migliaia di anziani morivano ogni giorno per via del caldo, le vendite di climatizzatori e di birra stavano esplodendo e con loro le azioni in borsa delle aziende che traevano profitto dalla situazione. Gli esperti continuavano a ripetere che l'Umanità si stava follemente dirigendo verso una catastrofe ambientale con conseguenze incalcolabili per l'Uomo e la biodiversità. Gli scenari più rosei parlavano di milioni di morti a venire nei prossimi cinque anni e dell'estinzione di decine di specie.

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