Capitolo 4

10 0 0
                                    

Quante volte abbiamo detto nella nostra vita "troppo bello per essere vero!"?
Ecco, quello alla fine divenne uno di quei momenti.
Subito dopo avermi promesso che l'avrebbe lasciata sparisce nel nulla, senza nessuna spiegazione, senza nessun motivo.
Ero triste e incazzata al tempo stesso: mi ero innamorata di un bugiardo codardo, che non aveva avuto nemmeno il coraggio di dirmi che amava lei molto più di quanto amasse me.
In giorni passarono e io, giorno dopo giorno, cominciai a stare meglio.
A novembre cominciai persino a vedere un nuovo ragazzo, Matteo, un ragazzo albanese con cui condividevo qualche corso in università.
Era il classico ragazzo stronzo, che risponde male a tutti e che non porta rispetto a nessuno. Con me invece era diverso, lo dicevano tutti; con me rideva, scherzava e, anche se era burbero di tanto in tanto, sapevo lo facesse solo per mantenere la sua etichetta di stronzo.
Lui mi intrigava, e a quanto pare io intrigavo lui, ma non ero assolutamente pronta per lasciarmi andare ancora, questa volta avrei mantenuto il controllo, quello emotivo, per intenderci.
Un sabato ci incontrammo ad una festa, chiacchierammo per tutta la serata e poi mi invitò a casa sua per farmi assaggiare un whisky super buono, che aveva portato da casa sua; un whisky fatto in casa, artigianale, forte e buono come pochi, qualcosa a cui non potevo rinunciare insomma.
Accettai e ci andammo.
Viveva in un monolocale molto carino, super ordinato e pulito, molto più di quanto ci si possa aspettare da un ventiduenne che vive tutto solo.
All'ingresso c'era un divano rosso con una TV di fronte, dietro il divano c'era un'isola, che faceva spazio alla cucina e, infondo, sulla sinistra, un letto singolo, con tanti cuscini colorati. Si respirava un'aria abbastanza tranquilla, e io ero a mio agio, molto più di quanto mi aspettassi.
Mi fece accomodare sul divano, mentre lui si recava al frigo a prendere il suo whisky speciale; accese poi cinque candele profumate, posizionate sul mobile della TV e spense la luce, creando così un'atmosfera molto, diciamo, romantica, e si sedette vicino a me, passandomi il bicchierino con il liquore.
Io mi sentivo sempre più accaldata e l'ansia cominciava a salirmi; per un attimo mi passò per la testa che l'ultima persona con cui avevo fatto sesso era stato Oscar e un brivido mi scosse la schiena. Non era a lui che dovevo pensare, o almeno non in quel momento. Presi allora il bicchiere e mandai giù l'alcol, tutto ad un sorso. Era più forte di quanto mi aspettassi, ma almeno il bruciore che sentivo in gola riuscì a togliermi quel brutto pensiero della testa.
Lui mi riempì di nuovo il bicchiere, mentre chiacchieravamo dei nostri piani futuri, di quello che avremmo fatto dopo l'università e di quello che avremmo voluto diventare da grandi.
Non sapevo più quanti bicchieri avessi bevuto, ma non mi importava, ero così tremendamente contenta di essere lì con lui.
La felicità crebbe quando mi si avvicinò e mi sfiorò delicatamente le labbra, poi si allontanò e si riavvicinò, così per tre o quattro volte. Sentivo l'eccitazione crescere dentro di me e esplosi quando mi prese il volto tra le mani e mi diede un bacio appassionato.
Sapevo sin da quando avevo accettato l'invito a casa sua che sarebbe successo qualcosa, ma non mi importava, stavo bene con lui e poi cosa c'è di male nel fare sesso anche senza sentimenti?
Ben presto le sue mani scesero verso il mio fondoschiena, cominciando a palparlo prima delicatamente e poi sempre con più passione. Con la bocca scese dalle mie labbra al mio collo e poi sempre più giù, sui seni, ancora coperti dalla maglia e dal reggiseno. Io ero già in su di giri. Mi prese allora la maglia e me la tolse. Cominciò a leccarmi intorno al seno, sul perimetro del reggiseno, che non mi aveva ancora tolto. Scese poi sempre più giù, fece un giro intorno all'ombelico e continuò a scendere.
Nel mentre, con la mano cominciò ad accarezzare le mie cosce, salendo sempre più in su, fino ad arrivare sulla zona intima. Mi tolse allora anche la gonna.
Anche io facevo la mia parte, palpando quel fondoschiena muscoloso che si ritrovava.
Si tolse finalmente anche lui i jeans e la maglia e rimanemmo li, entrambi mezzi nudi, a fissarci, finché non si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: "sei bellissima, e io sono così contento di essere qui con te".
Gli sfiorai la zona intima e gli sfilai i boxer, per fargli capire quanto lo desideravo, e lui fece la stessa cosa con me.
Quando entrambi fummo nudi, entrò dentro di me. Fu bellissimo.
Restai a dormire da lui e la mattina, al mio risveglio, si preoccupò di farmi trovare un cornetto alla Nutella e un cappuccino per colazioni.
Pensai che, nonostante le brutte voci che giravano su di lui, a me sembrava molto dolce e carino.
Dopo la colazione mi rivestì e me ne andai, salutandolo con un dolce bacio a stampo e con la speranza che quello che era successo la sera prima non avrebbe rovinato il nostro rapporto.

Diario di un'adolescente sfigataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora