Capitolo 7

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Celine

La sua mano è sulla mia vita, mi lascio trasportare da lui in un'incantevole serie di volteggi.

"Mi sembra quasi di aver ballato con te mille volte, in mille altre situazioni diverse." Mi confessa.

"Per me è lo stesso." Le parole mi scivolano dalla bocca senza filtri.

Devo ricordarmi della missione, del mio scopo.

"Dimmi di te. Qualsiasi cosa." Mi sussurra mentre scivoliamo leggeri come piume sul liscissimo pavimento in vetro.

I nostri movimenti sono sempre coordinati, precisi.

"La mia vita non è nulla di speciale. Vivo da sola, mi diverto scrivendo storie per ragazzi." La faccio breve.

"Hai mai pubblicato qualcosa?" Mi chiede.

"No, non ancora. Temo che i miei racconti non siano all'altezza delle aspettative delle case editrici." Ammetto.

Si, ho scritto parecchie cose in questi quattro anni.
Mi sono sempre rifugiata in quei mondi fantastici, l'unico posto in cui le cose andavano come dico io.

"E invece io posso dimostrarti che non è così. Forse non te lo ricordi ma eri una scrittrice. Prima." La sua voce è bassa e dolce.

Fin troppo.

Mi sta ingannando?

Posso fidarmi?

Intanto mi sono resa conto di essermi quasi fermata al centro della sala.

"Vieni con me. So che non mi credi, ma io ti conosco meglio di quanto pensi." Mi scorta fuori dalla sala da ballo, fino in giardino.

"Che diamine vuol dire tutto questo? Non capisco!" Sto quasi urlando.

Mi fa segno di rimanere in silenzio e di seguirlo.

Mi zittisco ma pianto i piedi a terra, intenzionata a non muovermi da qui.

"Celine giuro, di me puoi fidarti. Non vuoi sapere tutta la verità?" Mi sta quasi pregando.

Il mio istinto mi dice di seguirlo, di andare fino in fondo a questa storia, a frenarmi c'è solo il dubbio che possa essere tutta una trappola.

"Celine ti prego."

"Io non ti conosco nemmeno! Dammi un buon motivo per fidarmi fi te!" Decido di azzardare.

"No, non è vero che non mi conosci. È solo che non ti ricordi di me. Ma non è colpa tua. È solo colpa loro." Sembra addolorato mentre pronuncia l'ultima frase, come se avesse appena perso qualcosa di importante.

"Loro chi?" Inizia ad incuriosirmi il suo discorso.

"Vieni con me e ti spiegherò tutto."

"Dove?"

"Un posto segreto. Vieni." Mi lascio trasportare da lui anche se non riesco a mantenere il suo passo a causa dei tacchi alti.

Mi conduce fino alla piscina dell'hotel, è grande e risplende di azzurro.
C'è una piccola costruzione in legno dietro la fila di sdraio e ombrelloni e mi conduce fino ad essa.

La apre e prende un grande raccoglitore ad anelli.

"Cos'è?" Gli chiedo.

"Lo vedrai. Siediti. Mettiti comoda."

Obbedisco e mi siedo su una sdraio a bordo piscina. Mi passa il raccoglitore ed io lo apro.

È un album.

Pieno di foto.

Fofo mie. E sue. Nostre.

Lo guardo, interrogativa.

"C'è un passato che non conosci, che non ricordi. Un passato di cui ti hanno privato quattro anni fa."

"Perché mi stai dicendo questo? Dove hai preso queste foto?" gli chiedo senza capire.

Non sto capendo.

Non posso capire ricordi di cui mi hanno privato, non posso ... credere ... che queste foto siano mie, deve essere un trucco, una trappola ...

"Celine ... so cosa pensi. So che non riesci a capire come sia possibile. Ma guarda." Prende un libro dalla copertina lilla chiaro, quasi bianca e me lo passa.

Guardo meglio il libro.

La copertina è piena di personaggi fatati, di stelle ...

"Guarda il nome dell'autore."

Faccio come dice. La scritta è in oro, risplende alla poca luce come se volesse di proposito attirare la mia attenzione.

"Celine Angela Martini." Leggo a voce alta.

"Esattamente." Mi dice. "Sei tu."

"Non può essere ..." mi dico.

"Sì invece. È la verità. Dimmi, qual'è il tuo cognome?"

"Non me lo ricordo ..." ammetto.

"Ti fidi di me?"

"Come potrei? Io non ti conosco." Dico.

"Ma io conosco te. So che la mafia ti ha portata via da me, che ti ha tolto tutti i ricordi."

"Ma che dici? Io lavoro per il governo!" Urlo. È davvero troppo.

Non sopporto più questa presa in giro.

"Celine, ti prego, non so come altro dirtelo ..."

"Tu non sai niente! Sei tu quello che lavora contro il governo, contro l'ordine pubblico! Magari sei tu quello che è stato ingannato ..." sto letteralmente perdendo la pazienza.

Devo pensare alla missione ...

Non ci sono telecamere qui. Potrei benissimo prendere la mia pistola e sparargli, lui potrebbe mandare a monte la mia copertura.

Qualcosa mi ferma.

Un nodo in gola mi impedisce di agire.

E rimango ferma immobile.

Anche lui.

Ecco a voi il nuovo capitolo! Chi è che è stato ingannato? Via alle scommesse!  Fatemi sapere nei commenti, regalo tanta nutella a chi indovina! Che situazione complicata ...
Critiche costruttive ben accette!
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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