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"È morto, Louis" singhiozzava Harry sulla spalla del maggiore, mentre sullo schermo apparivano i titoli di coda. "Lui è morto"

E Louis scoppiò a ridere a quella reazione davvero spropositata. "Andiamo, Harry, non piangere così, si tratta solo di un film"

Il kitten lo guardò male con gli occhi ancora un po' offuscati dalle lacrime, poi si accucciò indispettito in un angolo del divano, lontano da lui, e rimase per qualche altro secondo a fissare i titoli di coda che scorrevano veloci sullo schermo.

"Dai, torna qui, Haz"
Harry scosse la testa, allo stesso modo in cui lo farebbe un bambino indispettito, ma riprese il suo posto cercando di non far notare troppo la cosa e Louis capì che non era veramente offeso. Si lasciò scappare un sospiro di sollievo e un mezzo sorriso: non riusciva ancora a stabilire quanto potesse dire o fare con Harry, ed aveva paura in ogni momento di commettere un passo falso e di causare il ritorno del suo inquietante silenzio.

"Okaaay" quasi canticchiò Louis, spegnendo la televisione con il telecomando e lanciando un'occhiata veloce all'orologio appeso sulla parete. Le 23:30. "Se ti va possiamo stare svegli un altro po', se invece sei stanco ti lascio riposare. Domani mattina dobbiamo necessariamente andare a comprare dei nuovi vestiti per te."

E Harry, che fino a quel momento aveva inconsciamente ignorato la sua stanchezza, si sentì quasi piombare addosso il sonno mancato non solo in quelle due notti, ma soprattutto nei mesi trascorsi per strada, quando era costretto - e, onestamente, era anche più a suo agio - a muoversi nel buio.
Si lasciò andare ad un rumoroso sbadiglio, prima di coprirsi la bocca con le mani imbarazzato.

"Mh, credo che questo basti come risposta" fece spallucce Louis, alzandosi svogliatamente. "Per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi, okay?"
Harry annuì, anche se -si disse- doveva cercare di evitare di disturbarlo di nuovo.

▪  ▪  ▪  ▪

Come non detto. Un paio d'ore dopo, il riccio si ritrovava davanti alla porta della camera di Louis, con un'espressione accigliata e stanca ed il cuscino in mano. Non riusciva assolutamente a prendere sonno, troppi pensieri e troppi brutti sogni ad occupargli la mente.

Rimase lì impalato per un paio di minuti, valutando se entrare o meno, poi alla fine si decise a farlo.
Louis, come ovvio che fosse, stava dormendo. Harry riusciva a vederlo perfettamente, nonostante la poca luce, e si soffermò su ogni singolo dettaglio del suo viso.

Forse non doveva svegliarlo, Louis avrebbe potuto arrabbiarsi e rimandarlo a dormire sul divano. No, Louis non avrebbe mai fatto una cosa del genere, vero?
Okay, aveva deciso.
Allungò una mano e delicatamente gli toccò una spalla, mormorando piano il suo nome per svegliarlo.

Louis emise un lamento confuso, prima di rendersi conto di tutto.
"Haz, cosa c'è?" chiese premuroso, con la voce ancora roca per il sonno.
"Non riesco a dormire" sussurrò l'altro imbarazzato, e solo in quel momento realizzò quanto sembrasse davvero stupido ad uscirsene con una cosa del genere.
Ma Louis non sembrava infastidito da tutto quello, e senza batter ciglio gli indicò il posto nel letto accanto al suo. "Vieni qui, è sicuramente più comodo." gli disse "Vuoi un po' di latte caldo come ieri?"

Harry scosse la testa e quasi si arrampicò sul lettone, prima di sistemare il cuscino sotto la sua testa e chiudere gli occhi. Gli piaceva lì, Louis aveva un buon profumo e la sua presenza, in qualche modo, era rassicurante.

Non si era nemmeno reso conto di aver di nuovo allungato incosciamente una mano e di aver afferrato piano l'orlo della vecchia maglietta grigia che Louis stava indossando per dormire, ma il maggiore ovviamente lo notò e, intenerito da quel gesto, decise di portarlo più vicino a sè, avvolgendolo in un abbraccio caldo e confortante, sperando in una reazione positiva di Harry.

Sweet Creature •Larry Stylinson - Ziam Mayne•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora