Capitolo3

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I due compagni salirono su di un albero ma prima legarono il cavallo ad un fusto abbastanza distante per sviare le tracce nel caso li avessero seguiti, era comunque abbastanza vicino per essere sentito o tenuto d'occhio.
I due si arrampicarono su di un pino molto grande, si sdraiarono sui rami più alti, legando il loro corpo al tronco per non cadere, erano nascosti dalle fronde e potevano osservare il cavallo da un punto di vista vantaggioso.
Andrea non riusciva a prendere sonno e tirò fuori dalla tasca la boccetta che il lupo gli aveva dato, era ancora integra, senza un graffio, sicuramente creata con un vetro speciale.
La guardava e pensava al fardello che ora aveva sulle spalle, un potere così enorme in una semplice tasca, non riusciva a crederci ma sapeva che quello era uno degli antichi lupi, o almeno voleva crederci.
La mattina seguente alle prime luci del giorno brando svegliò Andrea, il cavallo era a terra senza vita.
I due scesero dall'albero velocemente e andarono a controllare, l'animale era disteso inanime , scorticato, qualcuno o qualcosa aveva preso la sua pelliccia , una puzza tremenda lo circondava e moltissime mosche ronzavano inferocite intorno, Andrea rabbrividì vedendo la scena, non era simile allo scuoiare un coniglio per la cena, era stato qualcosa di diverso, di violento, di animale.
Brando disse visibilmente rattristito:
"Conosco questa usanza, è un modo per intimorirci, probabilmente é stato un Tree, è successo più volte nel mio villaggio, il bestiame di alcuni contadini, qualche cavallo o mucca, durante la notte, faceva la stessa fine del nostro compagno.
Non so per cosa usino la pelliccia, ma so per certo che è pericoloso stare qui.
Muoviamoci la strada è lunga."
Prima di partire l'uomo si inginocchiò, prese in mano un ciondolo che aveva in tasca e con uno sguardo triste e pensieroso comincio a recitare in lingua antica una preghiera per l'animale.
Disse:
"Quando si prende una vita, lo si dovrebbe fare con rispetto, senza farla soffrire, ma soprattutto mangiandone la carne per riconoscenza e per non renderlo un semplice delitto."

Subito dopo si misero in marcia cercando di fare meno rumore possibile, nel frattempo cercando qualcosa da mangiare, in fondo era da ieri mattina che Andrea non mangiava e lo stomaco si faceva sentire.
Dopo poco trovarono un albero di noci e cominciarono a mangiarne alcune, aprendole con il coltello di brando; era una misera colazione ma bastava per tenersi in forze e per tornare alla foresta dei rantoli dove forse si erano radunata gran parte del villaggio di Andrea.
Con la bocca piena Andrea disse:
"Dobbiamo trovare delle armi per difenderci, il tuo coltello da solo non basterà, e il mio arco é rimasto al villaggio quando siamo scappati"
In risposta:
"Tra alcuni chilometri poco distante dalla strada che porta alla foresta, ci sarà un posto dove ci fermeremo e potremo trovare ciò che ci occorre.
Là ci sono persone di cui mi posso fidare, che ci aiuteranno."
Dopo un ora durante il cammino videro in lontananza degli uomini a cavallo, armati di spade e difesi da armature e grandi scudi.
Brando fece cenno al ragazzo di abbassarsi, non sapevano se quegli uomini sarebbero stati ostili, ne chi fossero, erano troppo distanti per riconoscerne il vessillo.
Sembravano molti, e si stavano avvicinando, poco dopo i due si accorsero di essere circondati.
Un piccolo drappello composto da tre uomini si avvicinò ai due.
Mentre avanzavano verso di loro, tenevano ben in vista lo scudo su cui era rappresentata una fiamma ardente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2017 ⏰

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