Passate le 6 ore scolastiche, al suono della campana che annuncia la fine di questa giornata scolastica, mi alzo dal mio banco prendendo il cappotto, la sciarpa e lo zaino e mi dirigo verso l'uscita.
"Ehi Bea! Andiamo insieme a casa?"
Era Abigal, un'altra mia inseparabile amica e tra l'altro vicina di casa, percorriamo spesso il tragitto "scuola-casa" insieme.
"Ehi Ab! Certo, ti accompagno fino al terzo incrocio, poi devo andare a casa di Betty."
ci avviamo verso il cancello scolastico, per i corridoi ragazzi e ragazze parlavano fra loro, c'era un ammasso di gente, occhi di ragazzi che ti squadravano dalla testa ai piedi.
"Ehi bambolina! Sei libera questa sera?"
Mi si mise uno davanti con un sorriso malizioso ed uno sguardo che era convinto di ricevere un "sì" come risposta. Roteai gli occhi e ignorai quell'ammasso di muscoli mentre il suo gruppetto di amici iniziava a ridere, probabilmente per la figura di merda che aveva appena fatto.
Abigal mi guardò e iniziò a ridere e di seguito iniziai a ridere con lei.
"Hai visto la faccia che ha fatto quando lo hai ignorato! Mitico! Sembrava un bimbo a cui erano state tolte le caramelle." disse Ab tra le risate.
"A volte ad essere troppo convinti si rimane fottuti." gli spiegai.
Le strade di Londra erano bianche per la neve, fredde ,ma costantemente piene di gente che correva da un luogo all'altro, era un'atmosfera bellissima quella, non immaginerei di vivere in un altro posto migliore di questo.
"Forse è l'ora che ti fidanzi anche tu Bea. Hai mille occhi di ragazzi puntati addosso, dal più cesso al più wow e li rifiuti tutti." disse Ab tutt'un tratto.
Scoppiai a ridere come fosse la battuta più mitica che abbia mai sentito in vita mia, mentre Ab mi guardava malissimo.
"Scusa Ab, questa potevi pure risparmiartela, non mi interessa nessuno, mai visto ragazzi "wow" come dici tu nella Hyper Island." Calcai con la voce il nome della nostra scuola.
"Ok, ci sono ragazzi carini, ma sto bene da sola, momentaneamente è ciò che desidero." dico ritornando seria.
" Inizio a pensare che tu sia lesbica e non vuoi dircelo."
E mi guarda come se avesse visto un alieno o qualche essere strano. Ovviamente scoppio a ridere anche qui, ultimamente rido troppo, per caso sto per ammalarmi anche io? Mi accorgo che stiamo arrivando al terzo incrocio così rassicuro Ab che non sono lesbica, la saluto e mi dirigo verso casa di Betty.
"Era ora!" disse lei aprendo la porta.
"Perché ci hai messo tanto!" disse lei incuriosita mentre mi toglievo il cappotto e la sciarpa.
"Perché dovevo convincere Abigal che non sono lesbica e che sto bene da sola senza un ragazzo." gli spiegai e lei scoppió a ridere come una scema.
"Oddio, però devo ammettere che non ha tutti i torti, dovresti trovarti un ragazzo tesoro mio altrimenti tutti penseranno che tu sia lesbica" disse fra le risate. Notai il suo viso rosso per la febbre probabilmente, i suoi capelli castani raccolti in una crocchia e il suo pigiama con i conigli al quale iniziai a ridere.
"Piuttosto pensa a cambiare quel pigiama con i conigli"
dissi e lei diventò ancora più rossa di prima.
"Ehi cosa hai contro questi adorabili conigli! E poi ricordati che tu ne hai uno giallo con i pulcini, non fare quella matura!" ribatté lei immediatamente.
"Oh non ho nulla contro i tuoi conigli." dissi ricordandomi che aveva ragione sul fatto del mio pigiama con i pulcini. E andammo in salotto a guardare un film che lei aveva scelto. A metà film mi arrivò un messaggio di mio padre:
«Fra meno di un'ora sono a casa, ti porto una sorpresina.»
sorrisi a quel messaggio, mi piacevano le sorprese.
"Cosa hai? Ridi come una deficiente ti ha cercata qualche ragazzo?" chiese la mia migliore amica incuriosita.
"Certo e mi sta aspettando a casa mia perché abbiamo molte cose da fare" ironizzai con uno sguardo malizioso che però sparì subito quando mi arrivò una cuscinata in faccia.
Spiegai a Betty che me ne dovevo andare perché mio padre sarebbe arrivato a casa fra poco, presi le mie cose e mi sbrigai di arrivare a casa per preparare un caffè a mio padre ed una cioccolata calda per me.
Pochi minuti dopo sentii la porta aprirsi dopo una settimana trascorsa a casa da sola e subito dopo vidi mio padre entrare in cucina e venire verso di me per stamparmi un bacio sulla fronte.
"Ciao tesoro come stai?" mi chiese
"Bene papà, finalmente a casa, mi sei mancato!" risposi con un sorriso enorme stampato in faccia. Andiamo in salotto.
"Indovina un po' cosa ti ho preso!" esclamò mio padre.
"La mia torta preferita al caramello!" esclamai entusiasta come una piccola bambina.
"Papà devo chiederti una cosa, vorrei un animale domestico magari un gatto o un cagnolino per avere compagnia mentre sei fuori casa ,per non sentirmi sola.. posso averlo ?" chiesi con la speranza che mi dicesse di sì,e infatti quando vidi apparire un sorriso sul suo volto e annuí sorseggiando il suo caffè sprofondai nelle sue braccia ringraziandolo. Mio padre è un tipo abbastanza freddo ed io gli somiglio molto, ma abbiamo anche noi i nostri momenti di dolcezza.
"Domani mattina andremo al canile e potrai scegliere un cucciolo" mi disse, era perfetto in fondo domani non avrei avuto nemmeno scuola perché era sabato. Ma poi subito dopo tornò serio e capii che doveva dirmi qualcosa di più importante, ed ero pronta ad ascoltarlo.
"Sai Beatrix, ho degli affari a San Francisco, stanno sorgendo alcuni problemi e dovrò andare lì per risolverli, non è questione di qualche periodo per lasciarti da sola a casa come ho sempre fatto, temo che dovremmo lasciare Londra e trasferirci, ho già comprato e arredato la casa a San Francisco, mi spiace non avertelo detto prima ma speravo sarebbe cambiato qualcosa, invece no." disse con uno sguardo triste e poi continuò "Tuo fratello Alexander andrà ad un college negli Stati Uniti, sarà più spesso a casa se io dovrò assentarmi per qualche periodo come succede ora, questa sera arriverà a casa e domenica mattina dovremmo fare le valigie per traslocare." Abbassò lo sguardo , io rimasi senza fiato, non sapevo più cosa dire, gli occhi mi bruciavano, ma non volevo piangere, ho promesso a me stessa che non lo avrei più fatto, quindi feci un sorriso amareggiato dissi a mio padre che non faceva nulla, ma infondo faceva eccome, i miei amici, la mia Londra, la mia casa, la mia scuola, tutto mi sarebbe mancato.. mi alzo dal divano e salgo le scale per andare in camera mia ,voglio stare da sola per ora, non voglio sentire più nessuno, voglio riflettere su questa situazione.Questi sono i miei primi due capitoli, un po' corti giusto per fare una breve intriduzione nella storia, poi inizierò con i capitoli più lunghi, interessanti e misteriosi.
Per ora cosa ne pensate?? Un bacio.❤️
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Be Mentally Attractive
Genç KurguBeatrix, una ragazza rimasta senza madre alla giovane età di 4 anni e un padre avvocato sempre in giro per lavoro. Bea vive a Londra con suo padre Matt che per il più delle volte è assente, il che a lei non dispiace tanto e suo fratello più grande A...