Io sono quella strana, per non dire quella matta.

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Desy: solo un altro nome in mezzo a questo mondo troppo piccolo (?)

Non sono mai stata brava nel descrivermi.
Non mi è mai piaciuto farlo. Anche a scuola, quando la maestra ci assegnava come compito la nostra descrizione, io non sapevo mai cosa dire. Ero sempre in difficoltà.
Preferivo scrivere trecento dettati piuttosto che descrivere me stessa. A differenza, invece, dei miei compagni di classe.
Ma il punto è proprio questo. Io non sono come le altre ragazze della mia età e non lo sono mai stata.
Sono sempre stata diversa.
Ma questa diversità non l'ho mai vissuta male.

Mi definiscono una ragazza strana, per certi versi pazza.
Lo sono?
Lo scoprirete da soli... Io non sono nessuno per giudicarmi.

Dicono che non parlo e mi rimproverano per questo, senza chiedersi il perché.
Dicono che guardo fisso nel vuoto e che non sorrido, e mi rimproverano anche per questo.
Dicono che sto bene solo quando fa comodo a me, senza sapere che lo "star bene" non è una scelta.

Ed è vero che sto così.
Sono giorni in cui non so chi sono. In cui cammino e faccio ciò che devo fare, ma non sento nulla.
Giorni in cui mi basta guardare fuori dalla finestra, per sentire il bisogno di piangere.
Giorni in cui se mi fermo a pensare sto male, e vorrei tanto che non accada. Ma allo stesso tempo non riesco a non pensare.
Giorni in cui non desidero altro che arrivi la sera, per far finire tutto questo. Con la mia unica cura... La lettura.
Giorni in cui non sento me stessa.
In cui esisto. Ma proprio non riesco a vivere.

E mentre penso a come la gente è brava a giudicarmi: un tuono in lontananza, illumina la mia stanza di un blu elettrico.
E nello stesso istante in cui il lampo si confonde con il grigiore del cielo serale, una ciocca dei miei capelli castano chiaro mi si para davanti agli occhi scuri.

Mi alzo dal davanzale della finestra, dove ci ero seduta fino a pochi secondi fa. E apro il primo cassetto del comodino di mogano scuro.

E anche se sono sempre stata una ragazza precisa e ordinata.
Il comodino è sempre stato il mio tallone d'Achille.

Dopo mezz'ora di ricerche.
Nell'angolo più remoto del cassetto.
Lo trovo.

"Eccoti." esclamo radiosa.

Un semplice elastico nero, fa la sua comparsa sulla mia mano e attorciglia i miei capelli in una crocchia malfatta.

Non sono mai stata quel tipo di ragazza solare e socievole con tutti. Ma ultimamente ho notato che sono addirittura peggiorata.

Preferisco stare sotto le coperte fino alle quattro del mattino ad ascoltare i miei pensieri.

Non mi affeziono più tanto facilmente, che io lo voglia o meno.

E so che a volte si sta meglio soli. Ma la solitudine mi fa, e mi ha sempre fatto, paura.

Per adesso ho ancora Nada.
L'unica che mi è rimasta accanto anche quando, a tutti, avevo detto di andare via.

Sono una persona difficile:
Ho tanto amore dentro, da dare, ma non da mostrare a chiunque.

Sono distante dal mondo. Disastrata. Distrutta. Interrotta.

Sono reputata strafottente dagli amici. Strana, chiusa, un po' dolce dai conoscenti. Intelligente ma arrogante dal mondo. E sbagliata da me stessa.

Le persone non sono mai andate oltre con me.
Si sono sempre e solo, fermate a quello che io decidevo di mostrare.
Difficile per gli altri, capire che aspettavo solo di essere letta dentro.

Me lo si leggeva negli occhi, che non aspettavo altro che trovare qualcuno che mi spogliasse da tutte le mie paure.
Ma in questo mondo sono tutti analfabeti.

Due Gemelle Disagiate Ad HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora