capitolo 1

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Il paesaggio scorreva sotto i miei occhi, con la musica proveniente dalla radio.

Guardavo le gocce di pioggia scendere lentamente sul finestrino, non era di certo una bella giornata a Toronto.
O meglio, quando mai c'è una buona giornata qui?

Mi ero trasferita da meno di un mese e avevo visto solo pioggia, temporali e nuvole.
Prima di trasferirmi qui amavo la pioggia, adesso la odio.

Mi ero trasferita alla fine dell'estate, un mese prima dell'inizio della scuola.
Non ero molto felice di venire qui, a Miami avevo i miei amici, pochi ma buoni.

Vivevo nelle periferia, proprio accanto al ragazzo che mi piaceva.
Mi ricordo che toglievo la spazzatura dalle mani di mio padre e la portavo fuori, per cercare di essere notata da lui.

Mio padre, l'unico motivo per cui ci siamo trasferiti.
È morto di infarto.

Mia madre decise subito di trasferirsi qui, a Toronto, la città di sua madre, dato che non sarebbe riuscita a stare un momento di più lì a Miami. Troppi ricordi, diceva.

Ecco, ricordi. L'unica cosa che mi rimane di mio padre. Solo stupidissimi ricordi.

Mio fratello gemello, invece, aveva preso il trasferimento come una cosa positiva.
Nuovi città, nuovi amici, nuove ragazze.

Lui non è il tipo da ragazza fissa, neanche lontanamente.
A lui piace cambiare.

Mentre io.. beh, non c'è molto da dire sul mio conto.
Il mio primo e unico fidanzato è stato a 11 anni, ma non posso considerarla come una relazione seria.

Non mi considero una persona amichevole, che cerca sempre di fare nuove amicizie.

Lo ammetto, molte volte vorrei riuscire a rompere la bolla che si è formata intorno a me.
Poi, però, ripenso a tutte quelle persone che mi hanno spudoratamente usata per i loro scopi, e penso che pochi amici sono meglio di tanti e sfruttatori.

"Siamo arrivati" dice la mamma, guardando il grande edificio dal finestrino.

"Hazel, mi raccomando, non stare in disparte e conosci nuove persone.. anche maschi" dice, con un tono di tristezza alla fine.

Papà scherzava sempre su questo, diceva che non potevo uscire con i maschi della mia età, li riteneva cattivi e senza cuore.

"Tu, Ethan. Non fare troppi amici" ridacchia

Scuoto la testa sorridendo leggermente, per poi uscire dall'auto.
Improvvisamente gli studenti fermano quello che stavano facendo per posare lo sguardo su me e mio fratello.

Mio fratello sorride come uno scemo e fa qualche occhiolino alle ragazze, mentre io.. io rimango ferma a fissare il vuoto.

Prendo un respiro profondo, per poi continuare a camminare.

"Lei è la nuova? Non aveva un fratello?" sento bisbigliare delle ragazzine.

Le guardo quasi confuse, come se fossero fatti loro.

"Mi scusi, dov'è la classe di inglese?" chiedo ad una signora, probabilmente la bidella

"Proprio lì" dice indicando una delle quattro porte sulla destra

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