Il giorno dopo Gregory insistette che almeno uno dei suoi amici andasse con lui dandosi appuntamento davanti all'ufficio di Gazza quella notte stessa.
Tobias e Rufus erano maestri nel creare diversivi, dopotutto loro tre erano gli studenti più intelligenti e brillanti del loro anno e spesso per riparare a qualche disastro, univano le loro forze.Si ritrovarono dunque nelle vicinanze dell'ufficio quando videro Gazza e la sua gatta, girare l'angolo per iniziare la ronda notturna.
Gazza era piuttosto invecchiato in quegli anni, i lunghi e unti capelli ora erano bianchi e lui era ancora più zoppo di prima, ma chissà come il vecchio, riusciva ad esserti sempre alle costole quando doveva inseguirti.Molti sostenevano che la sua gatta, Mrs Purr, avesse qualche strano potere di cui solo Gazza ne era beneficiario, essendo un magonò. Era come se il felino cedesse al vecchio parte della sua felinità e vista aguzza per agevolarlo nel ruolo di custode. Si dice anche che la gatta in realtà sia un'animagus e che la notte si trasformi in donna per abbracciare il custode lontano da occhi indiscreti come fossero due amanti.
L'immagine passa per la mente ai tre, che disgustati, scuotono la testa e si concentrano di nuovo sulla missione. Decisero quindi di forzare la serratura ed entrare.
Gregory ebbe giusto il tempo di afferrare una fiala, che ai piedi di Rufus e Tobias comparve la gatta, che aveva rizzato il pelo e miagolava contrariata.Poco dopo un furente Gazza comparve in fondo al corridoio che con notevole fatica, zompettava sulla gamba zoppa "Maledetti ragazzacci! Fatemi arrivare che vi appendo dalla torre di Astronomia per i pollici!". Tobias velocemente, sguinzagliò il suo patronus, una grossa lontra che nuotò verso i piedi di Gazza e lo sbaragliò a terra come una gobbiglia.
"Abbiamo poco tempo, diamocela a gambe" disse velocemente Rufus. Stavano correndo per i corridoi del quarto piano, quando d'un tratto Gregory ebbe un'idea lampante.
La Stanza delle Necessità.
Era vero, da quando la stanza subì i danni provocati dall' ardemonio non fu più la stessa, tuttavia Gregory era uno dei pochi che riusciva ancora ad entrarvi, come se avesse sviluppato un legame ferreo con quella sala magica.
L'unica cosa controproducente è che uno di quei pochi eletti era proprio Gazza, che da sempre nascondeva i beni confiscati e qualche bottiglia di whisky incendiario per le sue serate in solitaria in quella stanza.
Quando i tre si trovarono di fronte l'enorme e massiccia porta ad ogiva entrarono senza esitazione, lasciandosi dietro Gazza che urlava "E' inutile che vi nascondete li, so come entrare!" un flebile eco accompagnava quelle urla e la porta si rimpicciolì fino a scomparire tra le fessure dei mattoni."Woah amico, non sapevo che la Stanza delle Necessità esistesse ancora... sapevo che con l'ardemonio era andata distrutta" disse Tobias.
"E' vero, ma è come se questa fosse un pezzo di quella vecchia...come se si fosse curata... non so spiegarlo bene.."
Mentre i due amici si guardavano intorno a bocca aperta, Gregory si inoltrò tra le cataste di roba accumulate la dentro.
Sorpassò un corridoio di fastidiosi orologi a pendolo che rintoccavano all'unisono la mezzanotte alcuni piccoli alcuni grandi ma che facevano un gran baccano; passò davanti ad una montagna di libri mostro dei mostri ingabbiati che si scagliarono contro le sbarre quando si fermò davanti a loro. Sopra la gabbia una calligrafia storta e tremolante diceva "non toccare, hanno la rabbia". Li guardò e pensò a quanta fatica quel vecchio custode avesse fatto per metterli li dentro e alle imprecazioni dette e si ritrovò a immaginarlo mentre uno dei libri lo azzannava al dito e lui con quella vocetta stridula a strillare come un forsennato e poi di corsa dalla Sprite a farsi dare un rimedio per la rabbia da libri, che lo accoglieva ridacchiando.Il piccolo corridoio si chiudeva con una serie di ritratti affissi alla parete. Questi attirarono subito l'attenzione del giovane. Ce ne erano moltissimi, un grande ritratto alla parete raffigurante un uomo bello e giovane dai lunghi capelli bianchi,la pelle candida che teneva in mano una lunga bacchetta bianca anche quella, vestito di una tonaca nera lunga fino ai piedi. La targhetta diceva "Salazar Serpeverde" ma aveva un qualcosa di strano quel ritratto, non si muoveva come i soliti quadri di Hogwarts, era statico ed i colori sbiaditi. Sotto quel ritratto dalla cornice dorata ed intarsiata ce ne erano altri tre. Questi al contrario,non erano statici... ma ad occhio più attento Gregory si rese conto che erano delle passaporte.
Nel primo a sinistra, era raffigurata una specie di foresta, dove si intravedevano alcune creature magiche di non ben identificata specie nascondersi e venir fuori timidamente dietro un grosso albero. Sembrava un posto tranquillo.
Il secondo al centro, ritraeva una casetta apparentemente disabitata in mezzo alla neve.
A Gregory era sempre piaciuta la neve, difatti, durante le vacanze di Natale i de Mort tornavano spesso in Italia, tra le Alpi e lui aveva trovato più di una baita abbandonata tra la neve durante le escursioni coi suoi. Provò quindi una chiara preferenza per quel quadro e si immaginò entusiasta nel visitare quel luogo.Il terzo ed ultimo dipinto ospitava una grotta, aperta in alto al cielo stellato e la roccia bianca aveva riflessi vermigli, provenienti dal lago sottostante, che aveva un colore rosso come il sangue.
Mentre era immerso nell'osservazione dei quadri, improvvisamente si udì un gran baccano in fondo alla stanza; pile di piatti di argento caddero rumorosamente a terra e un affannatissimo Gazza si faceva largo tra le stoviglie, furente "Ve l'avevo detto! Ve l'avevo detto brutti..AH!" e vide cadere il custode su delle mele d'oro "Dopo..Dopo questa! Io vi ammazzo! Con le mie mani! Ah se vi prendo!Se vi Prendo...AH!" dal fondo della sala Tobias e Rufus cercavano di impedirgli di attraversare la stanza.
"Andate via!" urlò Gregory, i due continuarono a tenere impegnato Gazza fino a che non scomparvero tra le montagne di cianfrusaglie. Senza pensarci troppo, il ragazzo entrò nel quadro della casa.
Dopo un momento di buio, si rese conto di trovarsi a qualche metro da terra e urlando, precipitò in un cumulo di neve.
"Ma che razza..." disse stringendo ancora il pugno dove la fiala di sangue di drago era ancora miracolosamente intatta.
Quando si tirò su, spazzolando via la neve fresca con le mani, si ritrovò la Casa di fronte.La baita era visibilmente in stato di abbandono e sembrava che nessuno mettesse piede li da anni. Forse secoli. Tuttavia il legno non era marcio anche se qualche asse dal tetto era lievemente storta o caduta. Si guardò intorno, c'era solo un piccolo bosco di abeti innevati dietro la casa. Si trovava su una collina, nel nulla più assoluto.
Decise quindi di fare un incantesimo di disillusione e avvicinarsi cautamente alla porta.. Dopotutto non sapeva se ci fosse qualcuno dentro, magari era incantata o la porta sbarrata.Quando arrivò invece la porta cedette dolcemente alla sua spinta e si aprì. Gregory entrò e la porta si richiuse da sola con un sonoro tonfo.
La stanza in cui si trovava era piccola, le pareti erano tutte di legno, non c'erano finestre ma solo tre porte. Siccome non era il tipo da gettarsi a sentimento, le aprì tutte.Nella prima c'era una stanza dalla parete rosso mattone, con quadri e cianfrusaglie ed una scala.
La stanza era all'incontrario e la scala spariva oltre la parte alta della porta, ma non si riusciva a capire se andava in su o in giù.La seconda stanza aveva un pavimento roccioso non c'era nulla se non delle formazioni di calcare al soffitto e a terra un buco nero, grande quanto un uomo.
La terza porta era un corridoio tutto tappezzato di cornici vuote, pareti e pavimenti in legno ed era lunghissimo, tanto che non se ne vedeva la fine.
Prima che potesse però varcare una delle tre soglie, uno schiocco acuto gli fece comparire una pergamena davanti, che si affrettò ad afferrare. <<Io sono tuo ammiratore, oh mio giovane turista
Tu potrai perdere le ore, nella scelta di quella giusta
Ma stai attento non scordare, che indietro non puoi tornare>>"Cosa diamine vuol dire che non posso tornare?!Ehilà?"
Non ricevendo alcuna risposta, il giovane si addentra nella terza stanza e anche questa volta la porta si chiude alle sue spalle."Certo che è strano questo posto" bisbiglia tra sé.
Armatosi di un po' di coraggio, incanta la bacchetta con lumos ed inizia ad andare avanti.
E' talmente buio, che riesce a vedere solamente il pallore della luce sulla sua mano e niente di più.
Dopo un tempo che parve interminabile, Gregory si schiantò contro una parete.
La collisione fece tramare tutto, un rumore come di cose che si staccavano in lontananza si avvicinava sempre di più e vide le assi del pavimento schiodarsi ed aprirsi sotto i suoi piedi solo quando era troppo tardi. Mentre la paura della caduta nell'ignoto lo attanagliava, sentì un motivetto di un'arpa che scemava attorno a lui e poi il buio.
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Le Fiabe di Salazar - I Tre Quadri Gemelli
FantasyLe storie che andrete a leggere, perché lo prometto saranno più di una, vanno a comporre le Fiabe di Salazar, delle storie create grazie all'aiuto dei suoi discepoli, la Confraternita di Armata Serpeverde, che ha deciso a seguito di alcuni giochi in...