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La mattina dopo mi svegliai con un gran mal di testa dovuto forse alle lacrime perse nella notte. Erano le 05:30 e come al solito dovevo prendere la mia "pastiglia per affrontare meglio la giornata", era una noia svegliarsi così presto. Andai in cucina per prendere l'acqua, fuori era tutto buio ancora, così tornai in camera. Preparai lo zaino, visto che la sera prima l'avevo dimenticato, mi misi la felpa da sopra il pigiama e uscii sul terrazzino della mia camera. Faceva molto freddo, ma nonostante tutto mi sedetti su una sedia. Accidenti! Era umida! Mi alzai di scatto per poi sedermi, intanto presi il cellulare per controllare i messaggi della sera prima e come immaginavo era semplicemente un gruppo di WhatsApp da cui molto probabilmente sarei uscita in quell'istante.

Restai a guardare lo spettacolo dell'alba, ho sempre amato questo momento della giornata dove c'ero solo io e il silenzio. Decisi di rientrare e prepararmi una camomilla e così fare colazione. Cercai di fare meno rumore possibile e mangiai velocemente anche s e in realtà non andavo di fretta.

Tornai in camera e presi la biancheria e i vestiti che avrei indossato quella mattina. Andai in bagno e mi feci una doccia rilassante e alle 07:30 ero pronta per andare a scuola. Diedi un bacio sulla fronte a mia mamma che nel frattempo dormiva come un angelo. Il lavoro purtroppo la teneva lontano da casa e di conseguenza non riusciva mai a riposarsi. Papà invece era sempre in giro per lavoro e non c'era mai. Solo nel week end tornava per poi ripartire il lunedì. Mi mancava tantissimo anche se ci sentivamo tutti i giorni via messaggi o semplicemente con una chiamata.

Mentre camminavo mi arrivò un messaggio di Gabriele:"Hey be, arrivo tra cinque minuti, aspettami"
Sorrisi al fatto che forse si era svegliato da poco e che quei cinque minuti in realtà sarebbero stati dieci. Cosi strada facendo mi sedetti su una panchina che non distava molto dal punto d'incontro con il mio migliore amico. Misi le cuffiette e partì subito una canzone dei Negramaro.
Quella mattina il cielo era molto più chiaro e limpido, c'era qualche nuvola ma erano bianche come lo zucchero filato quindi non mi preoccupai minimamente di un possibile temporale. Erano le 07:50 e Gabriele non era ancora pronto così lo chiamai per vedere a che punto fosse e dopo due squilli rispose.
Gabriele:"Sto arrivando! Sto arrivando! Non uccidermi ti prego. Scusa." Disse lui facendo scoppiare a ridere. "Muoviti idiota altrimenti faremo tardi! Ti aspetto all'incrocio fuori casa tua" risposi ancora tra le risate.
"Certo capo! Sto scendendo. Ti adoro, a dopo".
Staccai la chiamata e aspettai in un posto dove avrebbe potuto vedermi molto facilmente.
Lo vidi in fondo alla strada camminare molto velocemente. Era buffo, davvero buffo. Corse ad abbracciarmi e disse "BUONGIORNO BE!" e mi stampò un bacio sonoro sulla guancia. Adoravo il suo buongiorno, era uno dei migliori. Sorrisi al suono del nostro nomignolo che per quanto possa sembrare banale invece ha dietro una grande fatica e un grande lavoro. Alle medie eravamo molto amici e dato che andava di moda chiamare i propri migliori amici "best" io decisi che i nostri soprannomi sarebbero stati "besto e besta". Okay era molto ridicola come cosa, ma ero piccola e quindi inutile prendersela. Ci chiamavamo così da molto tempo ed era diventata un'abitudine.

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In classe come al solito c'ero solo io e la puzza insopportabile. Aprii le finestre e feci entrare la luce e un po' d'aria. Presi i libri e cominciai a ripetere matematica dato che avrebbe interrogato e io come al solito non ero mai sicura di me e di quello che studiavo. Iniziarono a venire gli altri e la classe piano piano si riempì. Erano circa le 08:20 e Federica, la mia compagna di banco, non era ancora arrivata. Le mandai subito un messaggio e mi rispose dopo dieci secondi...
"Hey Hope, dove sei? Non mi abbandoni vero?"
"Non ti preoccupare ahahahaha sto arrivando, ho fatto tardi!"

A quanto pareva la giornata era iniziata un po' in ritardo a tutti. Risi di quel messaggio e posai il cellulare nel portapastelli dato che era arrivano il professore.
Mi salì un'ansia assurda! Avevo tanta paura di andare male o di prendere un voto basso, ma alla fine spiegò e facemmo degli esercizi per due ore, decisamente meglio...forse.
Federica intanto era riuscita ad arrivare subito dopo l'arrivo del prof e così non ebbe bisogno del permesso, se sedette vicino a me e la vidi ansimare. Pensai che forse avrebbe fatto prima a non venire o entrare l'ora successiva. La guardai e risi per la situazione e soprattutto per la sua espressione, lei mi diede una spinta con la spalla segno che aveva capito il motivo della mia risata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 19, 2017 ⏰

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