He makes me free.

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CHAPTER ONE:

Quella maledetta sveglia suonò per l'ennesima volta quella mattina, allora decisi di alzarmi, annoiata. Andai a lavarmi le mani e il viso. Ammirai ancora una volta quei profondi tagli incisi sui miei polsi, principalmente in quello destro.  Mi posizionai davanti all'enorme armadio pieno di vestiti e presi un maglioncino grigio, un paio di jeans scuri e le mie converse bianche basse. Acconciai i ribelli capelli in una coda spettinata e mi truccai leggermente con un pò di correttore. Presi lo zaino colorato e scesi la lunga rampa di scale, finendo per inciampare sui miei stessi piedi. Guardai l'orario: erano le 7.35 am, presi una brioche al cioccolato e la mangiai, per poi incamminarmi per la scuola. Dopo un pò avvistai quell'enorme  cartello con sù scritto 'Miami High School.' Odiavo quella scuola. Odiavo la scuola. Ma non per gli studi, anzi! Mi piaceva tanto studiare, ma odiavo i miei compagni per ogni insulto di ogni giorno. Fortunatamente eravamo a Gennaio, quindi la maggior parte dell'anno era passata. Finito quest'anno, sarebbero mancati solo due anni alla fine definitiva della scuola.. poi sarei stata libera. Mi sedetti in un muretto, come sempre da sola. Già, come sempre. Non avevo neanche un'amica. Ero sola. I miei genitori erano sempre fuori per lavoro e, non avendo nè fratelli nè sorelle, ero sempre da sola. Ogni tanto sentivo al telefono mia cugina, Amber, che abitava dall'altra parte dell'America. Lei è sempre stata l'unica persona che c'è stata sempre quando ne avevo bisogno, ma non sa del mio essere autolesionista e bulimica. Beh, credo che già si è capito perchè mi taglio. Quasi ogni giorno mi arrivano messaggi e lettere pieni di insulti molto pesanti. Mi sentivo davvero sola, tranne in quei momenti in cui ascoltavo il mio idolo: Demi. Ascoltando la sua voce mi rallegravo.. no, non l'avevo mai incontrata, ma speravo davvero tanto incontrarla un giorno. I miei genitori dicevano che era solo una ragazzina con una voce carina e che tutte le cose che si dicevano su di lei erano solo per fare audience. Ma io, sinceramente, credevo a quello che si diceva di lei. Il suono della campanella mi distrasse dai miei pensieri. Entrai a scuola, coperta dagli spintoni aggressivi dei miei compagni. Mi sedetti come sempre al primo banco, davanti la cattedra. Entrò la professoressa di Italiano e, dopo aver fatto l'appello, spiegò la lezione.

***

Finalmente le 6 ore passarono più in fretta del solito, così tornai a casa nonappena suonò la campanella. Appena aprì la porta trovai lei, la ragazza che mi mancava un casino e che era l'unica amica che avevo avuto a partire dalla mia infanzia ad oggi. La strinsi forte in un abbraccio.

<Mi sei mancata da morire!> mi sussurrò all'orecchio, con quella sua voce soave.

<Anche tu, piccola mia, anche tu.> la strinsi ancora di più. 

SPAZIO AUTRICE:
HEY BELLEEE! SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA. FATEMI SAPERE QUELLO CHE PENSATE ATTRAVERSO I COMMENTI. CHI SARÀ QUESTA "MISTERIOSA" RAGAZZA? VORREI RINGRAZIARE MRS_IRWIN PER I PICCOLI SPUNTI CHE MI HA DATO PER SCRIVERE QUESTO CAPITOLO. LEGGETE LA SUA FANFICTION 'No more fears, no more crying". CIAUU♡

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