Ricordi

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Quella che quasi vent'anni prima era una ragazzina ora era diventata una donna di trentatre anni, con un figlio di tredici Matt.

Quella ragazzina chiamata ladra di libri da quel suo migliore amico, quel termine in cui nessun'altro l'aveva chiamata dopo il bombardamento. Neanche quel piccolo furfante esisteva per Liesel Meminger.

La donna aspettando che il figlio facesse ritorno dalla scuola, iniziò a sfogliare un piccolo libro dalla copertina rossa e rigida che non leggeva da anni. Liesel dopo essersi messa comoda sul divano, aprì il libro dove di solito c'erano scritte le dediche. Per Liesel da Max. Lesse, è un dolore al petto la colpì mentre i ricordi, del suo caro amico Max ormai 50enne le tornarono in mente, lesse le cose che aveva scritto quella notte del bombardamento sulle persone per lei care, su Hans e Rosa i suoi genitori adottivi che per quattro anni erano divenuti la sua famiglia, su Max definito il gufo vivente nella sua ex cantina e Rudy, il suo migliore amico di cui lei nascondeva tante cose, quel ragazzino che tanto odiava ma nel suo piccolo amava, quel ragazzino intrappolato per sempre nel corpo di un quattordicenne.

Il libro galleggiava nel fiume, come un pesce rosso, inseguito da un ragazzo dai capelli color limone.

Era stata l'unica citazione che Liesel aveva letto ad alta voce, non aveva le altre ad alta voce per paura che i troppi ricordi tutti insieme la invadessero, ma, quella citazione le uscì spontanea, come una necessità. Anche se non lo ammetteva mai, quel ragazzo dai capelli color limone le mancava sempre di più. A risvegliarla dai  pensieri fu la porta di ingresso.

-Mamma sono tornato!- affermò il figlio Matt entrando dentro casa, trovando la madre sul divano con uno dei suoi soliti libri in mano.

-Ciao tesoro- rispose la donna senza lasciare il divano o il suo amato libro girando solo la testa.

Matt si avvicinò alla madre, che vedendo i nuovi portafoto poggiati sul tavolino si incuriosì e li raccolse tutti sedendosi sul divano chiedendo alla madre di raccontargli chi fossero quelle persone, la donna vedendo la prima foto passata dal figlio, si rivedeva quella ragazzina di nove anni alle prese con la prima apparizione con la morte: il suo fratellino Werner.

-Matt, lui a differenza dello zio Max, era davvero tuo zio, si chiamava Werner. Quella che doveva essere tua nonna alla tenera età di nove anni, ci diede in adozione, ma prima di arrivare in Germania Werner morì, e dovemmo seppellirlo vicino alle rotaie!- Concluse la donna con un sorriso sulle labbra ricordando i momenti passati col fratello.

-Mamma, è una cosa orribile nonna ti ha dato in adozione. Tu non lo hai fatto con me, quando papà è morto- sbottò il ragazzo mentre fissava le iridi azzurre della madre.

Liesel, pensò che Matt fosse sciocco, perché se non fosse stato per Werner non sarebbe mai arrivata a via paradiso.

-E qui che ti sbagli Matt- rivelò la donna per poi continuare. -Dopo aver seppellito Werner, arrivai in Germania precisamente in un quartiere chiamato "via paradiso".- Liesel prese la foto di Hans e Rosa dalle mani di suo figlio mostrandogliela. -Loro si chiamavano Hans e Rosa, dopo mia madre divennero la mia famiglia, divennero i miei genitori. E qui che conobbi zio Max, a quei tempi scappava da Hitler, perché era un ebreo. Arrivò in casa nostra e la sua dimora divenne la cantina, dove Hans aveva costruito per me una lavagna gigante, perché non sapevo scrivere e ogni nuova parola la scrivevo al suo interno. Per problemi con i soldati dovemmo lasciare andare zio Max!- concluse la donna.

Liesel si alzò dal divano lasciando lì i suoi ricordi, non voleva parlare dell'ultima persona della foto il suo Rudy.

-Mamma aspetta è rimasto questo ragazzo, ti prego parlami di lui- supplicò Matt a sua volta.

Liesel tornò a sedersi sul divano, tenendo stretta a se il suo amato vecchio libro, prese la foto dalle mani del figlio, passando un dito sul riflesso dei capelli di Rudy, come se potesse accarezzarli, accennando un piccolo sorriso.

-Matt lui si chiamava Rudy Steiner, è stato il mio primo e ultimo migliore amico. Appena sono arrivata a via paradiso, è stato il primo ad essere di sua spontanea volontà mio amico. Due anni dopo il mio arrivo, mi ritrovai a prendere in prestito libri dalla persona più ricca della città, dopo uno dei miei tanti prestiti trovai Rudy aspettarmi fuori, litigammo per il fatto di non avergli raccontato dei miei prestiti. Arrivati sul ponte che congiungeva il mio posto di prestiti al resto del paese, Rudy iniziò a farmi domande sul diario di zio Max che aveva trovato per terra- la donna dovette fermarsi ricordando tutti quei momenti passati con il ragazzo dai capelli color limone.

-Dovetti raccontare a Rudy chi fosse Max e in quel preciso istante arrivò Franz Deutscher, che buttò il libro nel fiume. Rudy si gettò al suo interno per recuperare il libro. È stato il nostro ultimo momento felice, perché poco tempo dopo mio padre Hans e Rudy furono chiamati per l'esercito. Quando mio padre partì, Rudy mi rivelò che non voleva morire giovane, lo stesso giorno in cui mio padre tornò dall'esercito ci fu un bombardamento, in cui morirono tutti, per fino Rudy- concluse la donna mentre le lacrime le solcavano il viso, Matt abbracciò la madre cercando di calmare i suoi singhiozzi.

Quando la giornata arrivò al termine, Liesel si rintanò nel suo letto, sognando quel ragazzo da lei tanto amato. Sognò Rudy ormai cresciuto, i capelli da lei definiti color limone erano diventati più scuri, quegli occhi azzurri diventarono color zaffiro e quel sorriso che lei tanto amava rimase lo stesso. Per una volta Liesel si sentiva davvero felice con il suo Rudy.

Fine

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