Il ragazzo stava seduto al buio, al suono dei propri singhiozzi. In un angolo del letto, raggomitolato su sé stesso, pensava e ripensava a quella sensazione di impotenza e di disperazione che era rimasta nel più profondo del suo cuore da quel maledettissimo giorno. Non era più stato lo stesso.
Sembrava una giornata uguale a tutte le altre e niente gli avrebbe permesso di prevedere ciò che stava per succedergli. Dopo la solita routine si era diretto a scuola e, finite le lezioni, stava camminando sulla strada verso casa. All'improvviso, dal nulla, era stato colto da un attacco come di vertigini e si era sentito vuoto. La testa gli girava incontrollabilmente, un senso di nausea lo costrinse ad accasciarsi sul cemento caldo. Cominciò a tremare senza potersi fermare e ondate di gelo lo investivano senza lasciargli tregua. Debole e confuso, sentendosi più male di quanto avesse mai fatto, non era preoccupato minimamente per sé. Percepiva chiaramente una specie di energia che lo percorreva dai capelli fino alle punte dei piedi ma che non si limitava a lui, che anzi si estendeva dal suo mignolo nell'atmosfera che lo circondava. Sentiva il disperato bisogno di percorrerla tutta, di corsa, ma non riusciva a muoversi e sapeva che in fondo era inutile. Era sull'orlo delle lacrime, ormai steso sul bordo del marciapiede, e non ne conosceva neanche il motivo. L'energia che percepiva si fece elettrica e i suoi tremiti diventarono ancora più impossibili da controllare, come se qualcuno lo stesse scuotendo con tutta la sua forza attraverso quel filamento di energia. Scoppiò in un pianto disperato quando iniziò a percepire la sensazione di qualcuno che tirava il filamento legato al suo mignolo con urgenza. Tutto si fece confuso tranne quella sensazione che partiva dalla sua mano destra e che lo tirava verso di sé. Sembrava intensificarsi ogni istante di più, facendo impazzire il ragazzo che si sentiva come se stesse venendo frantumato. Quando però d'un tratto gli scossoni si interruppero, anche il cuore del ragazzo si fermò per quelli che gli sembrarono minuti. Vide distintamente il filamento di energia legato al suo mignolo spezzarsi a pochi metri da lui e cadere mollemente sull'asfalto. Si sentì perso, più vuoto che mai, e non fu, per qualche secondo, neanche sicuro di chi fosse. Poi fu investito dal più grande insieme di emozioni che avesse mai provato inuna volta e impotenza, disperazione, rabbia e senso di colpa lo costrinsero a raggomitolarsi sul bordo della strada. Senza rendersene conto dalle labbra gli era scappato un grido, come se stesse sentendo male fisicamente. Pianse e urlò e gemette, abbracciandosi stretto come per tenere insieme tutti i pezzi. Quando alla fine la vista gli si snebbiò, vide attorno a sé un capannello di persone che non aveva notato prima. Molti avevano un'espressione preoccupata, alcuni sconcertata, ma tutti lo stavano fissando. Arrossì violentemente e si rese conto di essersi reso ridicolo. Nonostante l'imbarazzo di essere ancora sdraiato per terra in mezzo a tutta quella gente, si alzò velocemente e borbottò qualcosa come: "Scusate, grazie di tutto" prima di andarsene. Trattenne le lacrime e il dolore per l'ultimo tratto fino a casa, dove si rinchiuse in camera restandoci per tutto il giorno e la notte.
Era nella stessa posizione in cui l'avevano trovato quegli sconosciuti per strada tre giorni prima, senza riuscire a togliersi di dosso l'orribile sensazione che era accaduto qualcosa che non sarebbe dovuto accadere. Nonostante avesse avvertito distintamente l'impossibilità di fare qualcosa per cambiare ciò che, lo sapeva, era destino succedesse, si sentiva terribilmente in colpa e si considerava l'unico responsabile del vuoto che piano a piano gli stava inghiottendo il cuore. Non parlava più con nessuno e cercava di stare più tempo possibile da solo, al buio, con lacrime amare che gli rigavano le guance.
Non sapeva però che non era solo, che quel vuoto che sentiva dentro non sarebbe durato perché colui che lo occupava era tornato per lui, che lì a consolarlo c'era lui, Lance, la sua anima gemella. Non lo aveva mai incontrato, ma un legame così non viene spezzato dalla morte.
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We were supposed to last
FanfictionKeith e Lance sono anime gemelle che non si sono mai incontrate, ma dopo la morte di Lance tutto all'improvviso perde senso. Keith non sa della presenza costante dell'altro al suo fianco e sarà difficile per lui riuscire ad andare avanti. Dovrà scon...