Un altro afoso giorno cominciava. Il sole passava attraverso le persiane e batteva sugli occhi sottili di Keishin, come unica sveglia che potesse smuoverlo dal suo torpore mattutino prima di colazione. Non importava molto che cosa mangiasse o a che ora; ogni pasto era sempre accompagnato da almeno un tiro di sigaretta. Il posacenere sul piccolo tavolo era pieno e i mozziconi rischiavano di debordare sul tavolo, eppure non era un pensiero abbastanza forte da scuotere l'animo pigro di quel giovane scapolo disoccupato.
Keishin viveva per conto suo da qualche anno ed aveva sfortunatamente perso il lavoro da un paio di settimane. Si sarebbe anche messo alla ricerca di una nuova occupazione, ma quel caldo di giugno arrivato all'improvviso aveva saputo soffocare la sua voglia di fare qualsiasi cosa, anche lamentarsi. Se ne stava seduto sul divano a leggere noiosamente il giornale e usciva solo dopo pranzo, quando le ore più calde della giornata erano passate.
Non era affatto sicuro di voler continuare così, ma anche i suoi pensieri erano diventati pochi, semplici, limitati. Era una vita banale, che non gli stava scomoda, ma neanche gli dava quel pizzico d'entusiasmo che serviva ad alzarsi dal letto la mattina.
Forse il momento migliore era l'arrivo della brezza marina, che portava un poco di frescura ogni pomeriggio e soffiava leggera tra le case, facendo volteggiare i panni stesi o scuotendo i fiori alle finestre delle signore. Keishin l'apprezzava, sedendosi sul davanzale che fronteggiava il palazzo accanto. Apriva le persiane e respirava, lasciava volare via il fumo della sigaretta e seguiva il suo percorso verso chissà quali mete sconosciute, per poi abbandonarsi a ciò che il misero paesaggio aveva da offrirgli. Sotto di lui stava il cortile interno dell'altro condominio, i cui particolari del terreno ormai si erano impressi a memoria nella sua mente, invece se alzava gli occhi poteva trarre del divertimento dall'osservare i balconi altrui, decorati nei modi più diversi.
Fu proprio guardando distrattamente una fila di questi balconi, che lo vide per la prima volta.
Era seduto su una sedia bianca di quelle piene di decori, che a Keishin non erano mai piaciute, e i fiori sulla ringhiera non permettevano una visuale perfetta. Ma quel poco che si vide fu abbastanza: il biondo allargò gli occhi come non faceva da un pezzo e il suo sguardo si fissò su quei capelli neri smossi dal vento in modo incredibilmente ordinato, quelle iridi grandi e scure nascoste dietro due lenti tonde sul naso e quel sorriso gentile che era troppo bello per essere rivolto solo alle pagine di un libro.
La cenere cadde dalla sigaretta di Keishin senza che la sua mano si muovesse di una virgola. Il filo di fumo che l'accompagnava sempre cambiò forma e si contorse nell'aria, viaggiando lontano, e Keishin ebbe l'inaspettato e infantile desiderio che raggiungesse quell'uomo corvino dall'aspetto così buono.
*
La scena si ripeté per alcuni giorni.
Lo sconosciuto passava a volte poche decine di minuti, a volte interi pomeriggi sul balcone a leggere. Non perdeva mai quell'espressione benevola di circostanza, come se stesse leggendo ogni volta il libro più avvincente della storia. A Keishin non importava: gli bastava vederlo e un po' era come se anche lui si immergesse in chissà quale romanzo avventuroso. Cercava di cogliere qualche sfumatura diversa in quegli occhi scuri e quando accadeva il suo cuore appena sussultava, immaginando che la storia arrivasse ad una scena cruciale che sorprendeva il lettore e lo spingeva a proseguire. Quali gesta passavano sotto i suoi occhiali, pagina dopo pagina? Quali appassionanti vicende avevano il potere di attirare l'interesse di quel giovane dall'aria così dolce e fragile? Quali righe lo spingevano a sorridere o a mordersi un labbro allarmato, regalando a chiunque lo ammirasse un panorama stupendo?
Queste erano le domande che echeggiavano nelle orecchie di Keishin, sollevando la polvere di apatia delle sue giornate e facendogli sognare cose che mai avrebbero sfiorato la sua mente, se non fosse stato per quel giovane del palazzo accanto.
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Come Fumo tra i Fiori - UKATAKE
Fiksi PenggemarAffacciarsi alla finestra e innamorarsi non è mai stato così facile. [AU ambientata in una cittadina di mare]