Capitolo 13

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Le gocce della pioggia cadono bruscamente sul vetro, creando un rumore che mi fa leggermente impazzire. Mi alzo, e vado verso la finestra, per ammirare quel meraviglioso spettacolo. Mattia non sentendomi più vicina a lui, quasi si spaventa e apre gli occhi.

"Buongiorno,bellissima." Sbadiglia e si strofina gli occhi.

"Buongiorno." Dico in risposta, sorridendo per quanto è tenero.

Si alza dal letto, con gli occhi completamente assonnati e barcollando. Se qualcuno dovesse vederlo ora penserebbe subito che è ubriaco. Però è bellissimo lo stesso.

"Questa volta ti sei alzata prima di me." Ride.

La sua risata. Mi entra in testa e non se ne va mai. É la mia cura per tutto, come i suoi baci, i suoi abbracci e i suoi tocchi. Lui, insomma.

"Hai visto? I miracoli esistono." Dico, scherzando.

"Altrimenti non avrei mai avuto te al mio fianco." Mi riempie di baci dappertutto.

Ma quanto può essere illegale questo ragazzo?

"Andiamo a mangiare?" Gli propongo io.

"Ci avrei scommesso, Phi." Ride, porgendomi la mano.

La mia mente vaga un po'. Se qualcuno dovesse chiedermi se in questo momento sono felice risponderei di sì. Perchè sono qui con lui, lontana dal

casino che c'è a Londra, lontana dalle persone, lontana da tutti. L'unica vicinanza è la sua, ed è quella che voglio.

"Phi,ci sei?" Dice, sventolandomi la mano davanti al viso.

"Oh, sì. Scusami." Rispondo, riprendendomi dal mio stato di trance.

"A cosa pensavi?" Mi chiede, incuriosito.

"A niente in particolare." Rispondo, sorridendo.

"Mh,okay." Decide di non insistere, meglio così.

Una volta in cucina decido di preparare il latte. Non mi è mai piaciuta la grande colazione che preparano i londinesi. Io amo mangiare ma al mattino preferisco qualcosa di leggero. Mattia, invece, si abbuffa, ed è per questo che mangia solo bacon, pancetta e uova fritte la mattina. A vederlo mi da il voltastomaco.

"Sono solo le dieci di mattina, e tu mangi questa roba?" Chiedo, disgustata.

"Cosa ti aspetti? Sono un londinese doc." Alza le spalle e ride.

"Oh beh, anche io. Ma guarda cosa mangio o meglio, bevo." Dico, guardando con innocenza il mio latte.

"Però poi a pranzo i ruoli si capovolgono." Sorride, soddisfatto della sua risposta.

Oh,fanculo Mattia.

"Sì,è vero. Ma la colazione al mattino deve essere leggera. Almeno il pranzo e la cena sono più facilmente digeribili." Dico, giustificandomi.

"Va bene, piccola." Mi bacia.

Meglio così, non avrei voluto iniziare una 'finta discussione'. È così bello mentre mangia tutta quella roba, sembra un affamato che ha combattuto per dieci anni, ma lo amo lo stesso. Lo

amo? Credo proprio di sì, lo amo. Ma non glielo dirò mai, almeno fino a quando non lo farà lui.

"Ma oggi cosa ti prende? Sei proprio in un altro mondo." Mi prende in giro.

"Scusami, mi sono persa guardandoti." Dico, scherzando.

"Oh beh, sono fantastico." Quanto si vanta questo ragazzo.

Vado a mettere la tazza nel lavandino e vado a farmi una doccia. Questo posto disperso nel mondo avrà anche un centro o qualcosa del genere.

Dopo dieci minuti buoni esco e torno in cucina, Mattia sta lavando tutti i piatti. Com'è bravo.

"Stavo pensando, mi porterai al di fuori di questa casa prima o poi?" Dico, scherzando. Anche se un po' di verità c'è.

"Vuoi tornare a Londra?" Mi chiede, sbalordito e dispiaciuto.

"No, ma voglio visitare questo posto."

"Ah, sì va bene. Mi preparo e arrivo." E mi da un bacio, uno di cui potresti innamorarti.

Mentre aspetto che Mattia esca dalla doccia, girovago un po' per la casa. Però la mia attenzione va sempre sulla veranda. È lì che passerei tutta la mia giornata.

"Piccola,andiamo." La sua voce mi fa sobbalzare.

"Sì, arrivo." Esco dalla veranda, e mi dirigo verso Mattia.

Chiude la porta alle sue spalle e andiamo verso la macchina.

MATTIA'S POW

È così bella. Da una parte sono contento che mi abbia chiesto di andare a fare un giro, non avrei resistito un minuto di più dentro quella casa, troppi ricordi. Avrei giurato che non ci sarei mai tornato, e invece eccomi qui, con Sophia a passare forse una delle più belle vacanze della mia vita. L'ultimo ricordo che ho di questa casa risale a cinque anni fa, ero con mia mamma, mio padre e mia sorella , di otto anni. Papà era molto arrabbiato, perchè era andato al centro e aveva bevuto, stava buttando tutto a terra, vasi, foto, telecomandi, libri, tutto. Mia madre provò a calmarlo, ma lui la picchiò bruscamente. Ricordo perfettamente le sue parole.

"Sei una troia, hai messo al mondo due figli che mi fanno letteralmente schifo!" Disse, rivolgendosi a me e Aleksandra.

Iniziò a picchiarla così forte che la rabbia si impossessò del mio corpo. Andai verso mio padre, ormai avevo perso la ragione, cominciai a picchiarlo più forte che potevo. Stava perdendo sangue dappertutto. Mia madre piangeva e mia sorella stava per sentirsi male. Fu così che mio padre nemmeno decise di rispondere alle mie azioni, semplicemente si alzò, preparò la sua valigia e sparì per sempre da quella casa e dalle nostre vite.

"Hei, amore." Sophia stava parlando al

vento da quasi mezz'ora.

"Scusami, Phi." Ei, aspetta un attimo. Mi ha appena chiamato amore?

"Eri così perso nei tuoi pensieri." Mi dice.

Già, quanto vorrei raccontarti queste cose un giorno. Ma non lo farò, ho paura che se ne vada. Non voglio che pensi che sono violento. In dodici anni della nostra amicizia non le ho mai parlato di mio padre o di notizie riguardanti la sua figura, e non lo farò.

"Allora, com'è il centro di questo posto?" Mi chiede, entusiasta.

"Normale." D'altronde non è niente di che. Ci sono tre negozi, se non di meno, e qualche bar. Non le piacerà me lo sento.

"Non ci credo. Secondo me è carino." Inizia a fantasticare.

Non la ringrazierò mai abbastanza per quello che ha fatto per me.

"Mangiamo fuori oggi. Ti va?" Le chiedo.

"Scherzi, vero? Certo che mi va." È emozionata, come una bambina.

È mia. Non potevo desiderare una persona migliore al mio fianco.

"Ci avrei scommesso, piccola." Rabbrividisce a questo nome, la fa impazzire.

Sapessi quanto fai impazzire tu a me, Phi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 26, 2014 ⏰

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