Sembrava una notte qualunque, una di quelle notte in cui una persona dorme tranquillo fa i sui sogni, si sveglia la mattina non ricorda quasi niente dei sogni fatti, fa le cose di rooteen e va a lavorare con i soliti pensieri. La giornata sarebbe iniziata come tutte le mattine di tutti i giorni dell'anno, avrebbe passato in rassegna le cose da fare e invece proprio quella mattina, di fronte alla finestra che dava sulla strada principale di un paesino di città, Lucy osservava quasi inebetita il panorama. Aveva ricordato il sogno che aveva fatto e si chiedeva se quei ricordi erano solo di un sogno oppure qualcosa che aveva vissuto veramente. E' normale, si diceva fra se e se, chiunque dopo aver fatto uno stupido sogno si sarebbe chiesto se tutto fosse reale o no. Sta di fatto che le sensazioni provate dopo il risveglio quella mattina erano talmente vivide nel suo petto che non riuscì a mantenere la sua solita vivacità. Avendo un carattere tosto e ormeggiato da mille principi, Lucy non si fece indebolire dal fatto che quei ricordi erano veramente truci e inquetanti. Riuscì come al solito a fare ciò che le riusciva meglio, mettere da parte i pensieri pericolosi e andare a lavoro, con la convinzione che le palpitazioni le sarebbero passate appena occupata la mente di cose da fare. Quella mattina non fece colazione, tanto lo stomaco si era chiuso, ma riuscì a bersi il suo caffè davanti all'entrata del capannone in cui lavorava. Nel tragitto non se ne era accorta ma aveva già fumato due sigarette che le riempirono i polmoni e la rilassarono, ma cavolo dopo il caffe della macchinetta espressa il corpo ne richedeva una terza. Mentre fumava e sorseggiava il suo espresso il suo volto era rivolto verso dei pini non molto lontani da lei, circondavano dei giardini ben curati e fatti a posta per la ricreazione delle scuole, ma li non c'erano scuole, c'erano solo capannoni e nuove case da poco realizzate, come villette a sciera. Quel panorama la tranquillizzava, la preparava alla giornata lavorativa, il vento in quella zona non macava mai, le scuoteva i capelli cenere come una mano accarezza un gatto, e l'odore dell'erba al mattino le piaceva, la metteva di buon umore, ma le ricordava sempre qualcosa. Quell'odore di umido di erba tagliata le faceva rivire sensazioni lontane, serene, qualche ricordo di bambina le veniva in mente e un mezzo sorriso le scappo. ''e che cavolo proprio oggi mi dovevo svegliare con il grugno'' penso'. La giornata passò con alti e bassi di sorrisi , sguardi di intese fra colleghe, lamentele, nervoso e così via, ma la sensazione strana era rimasta,'' mi sento fuori posto oggi'' pensò ma lo disse anche davanti allo specchio del bagno, si guardò per un minuto e si ricordò che quella persona di fronte a lei riflessa nella notte era diventata diversa, si era trasformata. Stupidamente fece una boccaccia e disse '' avrò del tempo per pensare a te ma non ora, non oggi''.
ehi lucy, com'è? oggi ti vedo strana, Noemi ti ascolta se voi!
Lucy: tesò ho fatto un sogno di merda e non mi riescere riprendermi!
Noemi: raccontamelo, potrò aiutarti a decifrare qualcosa del tuo cervello!
Lucy: ok, ma ti chiamo o ci vediamo fuori perchè non ho voglia di farmi guardare come se fossi un killer oggi!! capisci? la stronza oggi hai una giornatina mica male e pur di non sentirla farei di tutto anche 2 ore di straordinario!!
Noemi: vabbè tanto lo so che muori dalla voglia di mandarla a fan culo!! perchè non le dici che devi raccontare una cosa importante alla tua amichetta vedrai che faccia fa!!
e sghignazzò!Lucy rideva e guardava gli occhioni gitani neri di Noemi con affetto, fra loro c'era sempre stata una affinità particolare e lei sapeva sempre come prenderla, forse in un altro contesto sarebbe state davvero delle buone amiche, ma li c'era posto solo per il lavoro e la famiglia. La possibilità di vedersi fuori era molto rara, sie lei che Lucy erano molto impegnate, Noemi aveva una famiglia tutta sua con in bimbo terribile ma bellissimo, Lucy una storia d'amore infinita con l'amore per i maschi!!
Era vero Lucy amava il mondo degli uomini, riteneva più bello i loro modo di rapportarsi fra i gruppo e non solo, credeva che le amicizie che si formano con i maschi siano molto più sincere e durature di che quelle che aveva osservato con le donne in generale. Adorava il loro modo di atteggiarsi, il loro fascino e sopratutto il loro corpi. Osservava sempre qualche ragazzo e si era creata una graduatoria non male per riconoscere i tipi diciamo sciupafemmina e tipi timidi, odiava in particolar modo le persone che si facevano influenzare, cercava sempre di scoprire se il ragazzo o l'uomo che aveva davanti avesse un buon carattere con idee proprie e decise, studiava il loro mondo e lo riteneva affascinante, e sopratutto lei si riteneva in qualche modo una calamita ambigua per loro. Infatti proprio per questo aveva avuto alcune avventure sporadiche, con ricordi lussuriosi e niente di più. Era single, ma si sentiva impegnata con qualcuno, diciamo il master dell'uomo dotato di molte capacità, fra queste la sicurezza negli atteggiamenti e una poetica oscurità. I tipi che si ritenevano misteriosi per lei erano solo dei totali insicuri che non si aprivano ad una relazione e che davano per scontato che una donna potesse cadere ai piedi di uomini un pò troppo arroganti. Sapeva il fatto suo sul mondo maschile, ma si riteneva di appartene ad una casta non molto moderna di donne combattive abituate al sacrificio morale e fisico ma dopotutto se lo diceva da sola : aveva solo ventitre anni! Ovvio che con attegiamenti approapriati ad ogni situazione sembrava molto più grande, forse il suo vissuto... sarà ma la ragazza aveva qualcosa di strano, si ambuguo e lo sentiva ogni volta che succedeva qualcosa di particolare, e come se le lo sentisse, il suo sesto senso era molto sviluppato, i suoi sogni premunitori si suddividevano in tre classi: quelli a colori con personaggio che non conosceva parlavono di vite e di vissuti di altre persone, i sogni in bianco e nero una sorta di evoluzione nelle storie che sognava con spesso lei protagonista e alla fine non proprio sogni ma quei maledetti dejavù che la perseguitavano dall'età di 8 anni, da quando aveva accusato i suoi primi mal di testa. Anche quel giorno il mal di testa si era presentato, molto più blado e controllabile, aveva imparato a gestirlo e quindi la giornata sembrava sopportabile, quando a fine serata lavorativa, incominciò ad avere un leggero tremolio di voce e di mani e non riusciva a capire se era dovuto alla stanchezza fisica oppure a delle emozioni che cercava di reprimere dalla notte prima. Già la notte prima come cavolo faceva a non ripensare a quelle scene e a qei volti eppure sembrava abituata. Il frastuono della giornata ormai le aveva coperto la mente, i suoi senzi sembravano assopiti dalla concentrazione, ma il ricordo latente della notte la faceva sobbalzare ogni tanto. Stasera sarebbe uscita nel centro della città con le amiche a bere qualcosa almeno avrebbe imbroccato e pensato meno a quel sogno.
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il corvo al crepuscolo
HorrorUna storia sull'oscurità delle ombre di un dissenattore