CAPITOLO 4 L'ANIMA NERA

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 OPPRESSIONI

Ancora una volta era avvolta dal mondo dei sogni e i pensieri le paure le angoscie vennero amplificate da un altro sogno un altro maledetto sogno che sicuramente avrebbe cercato di non ricordare.

L'anima nera

La giornata non sarebbe iniziata come al solito, niente sveglia, niente fastidi, niente colazione, solo relax e tanto divertimento per se stessa. Lucy finalmente aprì gli occhioni verdi, il viso era rivolto verso il lucernario che dava su una strada secondaria, e finalmente si rese conto che oggi si sarebbe dedicata a tutto ciò che la mente desiderava. Si alzò dal letto riposata, si preparò il caffè e si vestì per la sua corsa mattutina del week-end. Riempì la tazza, nero amaro e forte, era così la sua bevanda preferita, un dose di risveglia morti! La disperazione prese il sopravvento, quando guardò con attenzione le mani che erano piene di echimosi sangue e graffi. Incredula non riusciva ad emettere suono, non sentiva dolore, ne bruciore. Si era resa conto che non sarebbe mai arrivata a capire come diavolo avevano fatto le sue mani a ridursi così. Si avvicinò al lavandino aprì l'acqua e mise le mani sotto la corrente e con sorpresa le sue dita, i suoi palmi i polsi tornarono come nuovi. La sorpresa occupò per poco tempo la sua mente, non vedeva l'ora di andare a correre. E finalmente l'mp3 era aggiornato di un sacco di canzoni nuove del momento, lei carica di adrenalina e con una buona dose di incazzatura non vedeva l'ora di spendere un bel po' di energie. Attraversò la porta e le scale ad una velocità sconvolgente e il portone si aprì di scatto e lei finalmente iniziò a correre. Quel calore che avvolgeva il suo corpo era temprante, il sudore che piano piano veniva a formarsi la faceva sentire soddisfatta, le gambe che bruciavano e si indurivano ad ogni falcata era un dolore che amava tanto, lo sforzo di tenerne il ritmo per lei era quasi un lavoro, da portare a termine, il sapore in bocca si faceva sempre più intenso e ferroso, e la sua mente era solo per il suono delle cuffie. Passò il braccio sulla fronte per asciugarsi, e chiuse un po' quegli occhi così rossi e bagnati da qualche lacrima. Non aveva chiaro cosa le stesse succedendo ma di una cosa era sicura qualcosa in lei si era modificato, voleva qualcosa o qualcuno per potersi sfogare e dare forza di se, voleva dimostrare di essere superiore, voleva primeggiare, voleva essere idolatrata, voleva essere adorata, e mentre tutte queste cose le passavano per la mente il ritmo della corsa aumenta molto pericolosamente. Un giovane ciclista la stava inseguendo ma lei non se ne era accorta, la ruota della bici le ostacolò il passaggio e lei per istinto schivò il mezzo e rallentò finalmente il passo, il suo braccio si sentì avvolto da un calore insolito e la presa si fece sempre più possesiva tanto da fermare la sua marcia, ""Ehi! Vuoi vincere i mondiali di corsa?""urlò il ragazzo. Lucy si arrestò, le cuffie scivolarono sui suo fianchi e guardò il tipo con molta circospezione. ''Come ti chiami?'' disse lei con un po' di affanno. Lui''''Max e tu?'''' '''''io, be dovrai scoprirlo!'''. Max era accovaciato sulla bici il casco protettivo nero e giallo coprivano parte dei suoi capelli biondo california, il suo sorriso era sconvolto dalla risposta di Lucy. ''''Allora dovrai darmi qualche indizio, altrimenti non vale!''. Max scese dalla bici i pantaloncini aderenti lasciavano poco all'immaginazione e le sue gambe erano forti, muscolose, da vero sportivo. Era piuttosto alto e longilineo, la maglietta aderente intessuto tecnico era bianca e i guanti tipici da ciclista gli davano un tocco rock. Lasciò cadere la bicicletta, e si avvicino a Luce con fare minaccioso, si avvicinò a lei a tal punto e i loro nasi quasi si potevano sfiorare, l'intensità di quel gesto non fece rallentare i battito del cuore di Lei. Ma con faccia da sbruffona, lei lo guardò sorrise, si rimise le cuffie nelle orecchie e di disse '''Ricordi, la protagonista si Terminetor? La O'ccner? se te lo ricordi ti offro un caffè!''''Lucy, finalmente si guardò intorno e merda aveva corso per 20 km, l'isolato residenziale! porca miseria questa cose la stufò. Max come un cagnolino si riprese la bici e le disse che non ricordava la protagonista, ma che le avrebbe dato un passaggio con la bici per riportala a casa. E si ritrovarono a ripercorrere la strada velocemente, senza sospiri, senza parole, solo il suono delle scarpe sull'asfalto. Arrivarono dopo poco al portone di casa di Lucy, ''''Vieni su''''. Si ritrovarono in casa, lei si girò verso di lui '''''Vado a farmi la doccia, non toglierti i guanti mi piacciono''''. Max incredulo la guardò già innamorato di quella tigre, non poteva identificarla con un nome ma le piaceva la sua disinvoltura, e mentre pensava a lei, a quando l'aveva vista bruciare l'asfalto correndo si era accorto della bellezza singolare di quel viso, si pietrificò quando la vide con una maglietta bianca grande tre taglie e i capelli bagnati, le gambe tentennavano l'equilibrio, e si accasciò sulla sedia li vicino. Lucy, gli passò di fianco profumata di bagnosciuma e sciampoo, aprì la credenza e si versò un bicchiere d'acqua enorme, e servì a lui un succo d'ananas, tutto questo non lo fece con disinvoltura senza staccare gli occhi di dosso dal ragazzo che accetto di buon grado la bevanda. Iniziò a sorseggiare quel gusto dolce e dissetante, e anche lui non toglieva lo sguardo da quel corpo allenato. Luce, prese il bicchiere d'acqua lo ingurgitò in poco tempo e parte di esse le scivolò lungo il collo e la maglietta bianca. L'acqua di adagiò al tessuto come una colla e Max notò i capezzoli nudi di lei. Degluitì e non sapeva cosa fare. Lucy si avvicinò e gli montò sopra, fece notare a Max con un gesto ingenuo che la maglietta diventava più corta in quella posizione e che lei non aveva messo lo slip. Lucy passò la mano nei capelli di lui morbosamente, e li tirò facendogli inclinare lo sguardo verso l'alto, lei si mise in piedi e con la mano sinistra guidava la mano destra di Max nell'interno coscia, lei lo guardò intensamente e lui le tocco sotto delicatamente, gli occhi di Luce si socchiusero e il suo viso stava godendo dei gesti ripetuti di Max. '''''Lo vuoi davvero?'' disse lui, 'Luce, lo baciò per ammutolirlo, così intensamente che Max dovette riprendersi con po' di respiro, le tolse la maglietta e lei tolse a lui i pantalocini aderenti, l'odore del sudore era intenso e finalmente lei si accovacciò su di lui e strusciò sul quel rigonfiamento per qualche minuto lentamente, facendo soffrire l'uomo che aveva davanti a tal punto da farlo diventare prepotente e attivo in quella situazione. La provocazione funzionò bene lei si ritrovò sul pavimento e lui sopra appiccicato, le gambe spalancate a ricevere il godimento. Fecero sesso in modo convulsivo famelico e goderono entrambi. Non c'erano baci dolci, ne carezze leggere ne coccole, solo voglia di godere del corpo l'uno dell'altro, piacere allo stato puro, dondolio complice e sensuale, era questa l'immagine esterna dei due amanti in quel momento. Mentre Max stava per raggiungere il massimo del piacere urlo ''Sarah ti chiami Sarah!'' Lucy chiuse gli occhi e disse ''Oggi sarò Sarah per te''.

Accoccolati uno di rimpetto all'altro, Luce sembrava essersi assopita in un sonno irreale. Si alzò e si mise gli slip, accese una sigaretta e vicino alla finestra osserva il corpo dell'uomo steso per terra nudo e dormiente che indossava solo i guanti da ciclista. Per un istante lei sembrava soddisfatta, il telefono vibrò e lei guardò ''Numero Privato'' ''Pronto?chi sei?''. ''''Lucy, sono Jasper, devi venire subito....''''Ehi, che fretta hai?, sono le cinque del pomeriggio, ma cosa vuoi, jen ha avuto una sbornia colossale e devo venire io a sostenere le sue crisi isteriche?. Osservava l'orologio, lei e Max si erano donati l'un l'altro per tutto il pomeriggio e non si sentiva stanca, ma rilassata, traspirando la sigaretta con forza, riguardò quel corpo e mentre jasper le parlava al telefono in modo confuso, si accorse che cosa era successo al corpo disteso sul pavimento.'''' Luce! Jennifer è in pericolo di vita devi venire subito, ha avuto una forte crisi di identità stanotte, non sapevo come fermarla alla fine l'ho dovuta portare al pronto soccorso!!'' '' Arrivo, mi vesto e arrivo''. Luce chiuse il telefono e vide Max alzarsi tramortito, la vide e lei disse ''Devi andartene'''. Max '''Sarah, cavolo come sei diretta, dai vieni qua, fatti assaggiare un altro po' e poi mene vado''' mentre Max la abbracciava e le baciava il collo, lei si tirò indietro i capelli e si voltò di scatto, e lui reagì...le prese le mani e le incrociò dietro la schiena, la spostò di peso e la accasciò con violenza sul tavolo, le sfilò le mutande con prepotenza '''Ti voglio ancora'''. Lucy, si divincolò con forza inaudita, diede una gomitata al volto di lui. Sanguinava dal naso tanto il colpo fu potente, lei si aggrappo al collo, e con il braccio si avvinghiò per stringere la laringe. Lui spaventato seguì tutti i suoi movimenti. Si spostarono davanti allo specchio. La visuale era incredibile!''Max, guardati! Guardati! Vedi cosa ti ho fatto maledizione!. Il suo riflesso era una bambola di pezza, piena di graffi profondi, tagli, morsi e soprattutto sangue rappreso ovunque. I suoi occhi non erano più come la mattina, era intrisi di lacrime rosa!. ''''Vattene, capito, non posso avere più a che fare con te'''. ''''Che cosa sei? cosa mi hai fatto? Mi sento vuoto, privo di tutto! Che cosa mi hai fatto!?. Si liberarono entrambi dalla prese, si vestirono all'unisono, e lui andò via senza nemmeno guardarla negli occhi. Luce si chiuse la porta alle spalle prese il casco di protezione del ciclista e lo lanciò dalla finestra con disprezzo. Sorrise soddisfatta di aver goduto della sofferenza e paura di quel ragazzo. Si osservò le mani e non tremavano, erano liscie e vellutate, si passò le dita sulle labbra e con la lingua assaporò il residuo del sapore rimasto, si fece una bella e sana risata sarcastica.


il corvo al crepuscoloWhere stories live. Discover now