Io sono Emily, e sono cresciuta senza mamma.Papà diceva sempre che un angelo l'aveva portata con sé in cielo perché troppo buona per questo mondo.
Col passare del tempo capii poco a poco cosa questo volesse dire, ma non ho mai sofferto per questo.
Certo, avere una madre deve essere fantastico, e mi spiace non essere riuscita a conoscere la mia, ma mio padre è riuscito a non farmi pesare l'assenza di mia madre.
Sin da bambina ero la sua principessina, faceva di tutto per me, soddisfando ogni mio capriccio o desiderio.
Mi portava a cavalluccio, mi comprava le bambole e i vestiti, mi agghindava come una principessa prima di andare a scuola.
La sua principessa.
Mi ricordo che un giorno una bambina dell'asilo portò con sé una bambola davvero molto bella, così chiesi a mio padre di comprarla ma lui rispose di no e io ci rimasi male.
Due giorni dopo trovai un pacco sopra il mio letto, lo aprii e vidi la bambola che desideravo con indosso un vestito di seta azzurra.
Fu il più bel giorno della mia vita.
Corsi ad abbracciarlo e mi tenni stretta al suo collo, non volevo più lasciarlo.
Dopo si mise persino a giocare con me.
Quando iniziai le elementari indossavo un grembiulino rosa e un cerchietto con delle perline che papà aveva comprato apposta per quell'occasione.
Mi fece anche delle treccine che mi cadevano sulle spalle a risaltare la forma del mio viso.
Le altre bambine mi guardarono in modo strano e io non non capii il motivo, poi una si avvicinò e mi disse:
"Avrai anche un bel grembiulino e un bel cerchietto, ma tu non hai la mamma!"
Io allora divenni rossa in volto e guardandola con aria di superiorità gridai:
"Il mio papà è il migliore del mondo, mi pettina la mattina e mi mette a dormire la sera, mi fa tanti regali e si occupa di me, è il mio eroe e non gli serve un'altra femmina accanto, lui ha già me!"
Ricordo che dopo questo, mio padre si mise a piangere.
All'inizio mi sentii in colpa, credevo di averlo ferito, poi invece mi abbracciò tenendomi a sé e io gli sorrisi.
Lui era il mio eroe.
Dopo le elementari fu la volta delle medie e i libri iniziavano a costare un bel po'.
In quel periodo non eravamo messi molto bene in fatto di soldi, ma papà riuscì comunque a comprarmi tutti i libri di scuola nuovi di zecca.
Inizialmente insistetti per prendere quelli usati, non faceva molta differenza, ma lui mi guardò con uno dei suoi soliti sorrisi e mi disse:
"Per la mia principessa, solo il meglio"
Nonostante avessi undici anni, ero ancora la sua principessa, come lui era il mio eroe.
Finite le medie arrivarono le superiori, rivendendo i libri delle medie e grazie ad una borsa di studio riuscii a pagarmi i libri di scuola anche stavolta nuovi.
Papà era riuscito a risollevarsi dalla crisi economica e stavamo di nuovo bene.
Nonostante avessimo alcuni problemi mio padre sorrideva sempre, non facendomi mai pesare nulla.
La mia adolescenza non fu come quella degli altri ragazzi della mia età, io la vivetti bene, senza troppi drammi.
Per me la cosa più importante era mio padre.
Mi piaceva studiare e quindi portavo ottimi voti a casa, di cui lui andava più che fiero, avevo le mie amicizie che mi supportavano sempre in qualunque cosa facessi, ma mio padre era sempre in prima fila.
Era il mio fan numero uno.
Una volta preso il diploma a pieni voti mi iscrissi all'università grazie ai soldi che io e papà avevamo messo da parte apposta per questo.
Studiai medicina così da poter aiutare le persone che ne hanno bisogno.
Feci nuove conoscenze, nuove amicizie e persino tra i professori trovai qualcuno con cui confrontarmi, e poi c'era mio padre: la colonna indistruttibile a cui mi appoggiavo.
Ogni sera, sia io che lui tornavamo distrutti a casa, io dall'università e lui dal lavoro.
Ci raccontavamo la giornata e mangiavamo insieme, come sempre.
Stavamo abbracciati sul divano a guardare film e mangiare pop corn, poi si andava a dormire.
Non feci mai incubi perché non avevo paura di nulla, non con mio padre accanto.
Non con il mio eroe accanto.
Alla fine mi laureai con il massimo dei voti e mio padre mi regalò la mia prima auto che ho ancora.
Un anno dopo eccomi qui.
Ho venticinque anni e mio padre davanti.
Stavolta però non ha il suo sorriso, capace di scaldarmi il cuore, stampato sul volto.
Ora come ora, non vedo nulla.
Sembra quasi stia dormendo.
Gli accarezzo la guancia come facevo sempre per svegliarlo.
Stavolta non si sveglia.
Non succede nulla.
Una lacrima mi scende sulla guancia e cade a terra.
Perché stavolta non si sveglia?
Perché non si trova nel suo letto invece che stare in questa bara?
Il mio eroe non può essere morto per la sua principessa.
Giusto?
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Io e mio padre
No FicciónDedicato a mio padre. Emily è cresciuta senza madre sin da bambina e questa, a grandi linee, è la sua storia. Ti va di leggerla?