alle parole del ragazzo dai capelli tinti di grigio, seguì un pesante quanto imbarazzante silenzio da parte di entrambi.
'dovevo immaginarlo', pensò taehyung, maledicendosi. 'avrei almeno dovuto salutarlo e presentarmi prima. «ciao, sono kim taehyung, del quarto anno. ti prego, fingiti il mio ragazzo», suona certamente meglio. uno stupido, ecco cosa sono»'.successivamente dopo, la situazione non era cambiata: il primo lo guardava speranzoso e nervoso, il secondo era certo di essere ancora molto confuso da quella strana, ma non inusuale, richiesta. spesso, infatti, si era sentito chiedere quel genere di cose, il cambiamento aveva comportato solo la provenienza della domanda: non erano più ragazze, a quanto pare, ma ragazzi.
jungkook non sapeva se sarebbe stato opportuno tirare un sospiro di sollievo, nonostante questo, lo fece comunque.«scusami?» disse, allora, non appena si fu calmato e la tensione fu completamente sparita, in un vano tentativo di prender tempo ed esaminare il ragazzo che aveva di fronte.
«fingiti il mio ragazzo, per favore. so benissimo che potrà sembrarti strano... insomma, uno sconosciuto ti si è presentato davanti con questo genere di desiderio, però devi solo comprendermi. è realmente importante. e poi mio fratello, kim seokjin, è tuo amico, no? ti prego di farmi questo piccolissimo favore» decise di ripetere, aggiungendo cose che avrebbero potuto convincerlo ad accettare senza ulteriori richieste.jungkook non seppe bene se ridere di lui o semplicemente dargli compassione, in ogni caso fece quello che sapeva fare meglio: ghignò e voltò il capo dal lato opposto, prendendolo in giro mentalmente.
era così innocente.
«a chi hai detto che sono il tuo ragazzo?» gli chiese, mollando la sua mano e afferrandolo, piuttosto, per i fianchi.
«non dovresti dire bugie, piccolo. se vuoi conquistarmi, devi essere sincero riguardo i tuoi sentimenti. e soprattutto non dovresti mandare avanti falsi pettegolezzi» lo rimproverò, come se fosse preoccupato per lui. menzone, si trattava solo di una sorta di presa per il culo.immediatamente taehyung si allontanò da quelle alquanto calde braccia e sentì il rossore farsi spazio sulle proprie guance. quella situazione non era solita accadere. si sentiva strano.
«non ho detto a nessuno che sei il mio ragazzo, solo che ne ho uno e, stando alla mia descrizione, tu ne sei la fotocopia. non devi fingerti il mio ragazzo qui a scuola, ma solo quando è presente mia mamma. so che ti chiedo forse una cosa impossibile, ma per me ha una certa rilevanza renderla felice. non sarà neanche per così tanto tempo. qualche settimana, il tempo di convincerla che sia una vera relazione. poi potremo fingere tranquillamente una rottura. te ne prego» lo supplicò, portando il capo in avanti e guardando il pavimento, mentre si piegava leggermente con il busto.
'parla come se fosse venuto fuori da un libro antico. questo ragazzo è veramente strambo', pensò jungkook, mentre lo fissava nelle sue azioni.«cosa ne ricavo?» decise di chiedere. in fondo era quello il punto cruciale della situazione, l'unica cosa che realmente aveva importanza per lui.
taehyung, impreparato, si morse a lungo il labbro, mentre si girava in cerca di un'idea.
«u-uhm... ti farò tutti i compiti per tutto quello che rimane del periodo scolastico?» provò, ricevendo una risata derisoria da parte dell'altro ragazzo, mentre quello scuoteva il capo.
«non basta, piccolo. pensaci: mi stai chiedendo di sprecare tempo prezioso e di comportarmi non solo bene davanti a tua madre, ma come se fossi completamente perso per te. che ne dici di 50 000 won* al giorno, finché il patto non termina? niente di più, niente di meno. se non puoi pagare con il denaro, puoi pur sempre renderti utile» propose jungkook, godendosi il viso sorpreso e insicuro di taehyung nello stesso momento in cui l'altro faceva l'occhiolino.«come?» mormorò, ad un tratto timido. non che non avesse capito, ma sperava, quasi, di aver inteso male.
taehyung era vergine e si era sempre promesso di donare quella parte di lui ad una persona che lo avrebbe trattato bene, non per forza qualcuno con cui avrebbe vissuto per sempre, visto che era a conoscenza dell'impossibilità della cosa.«oh, lo sai benissimo. ma se hai bisogno che qualcuno te lo dica: sesso, pompini o quello che ti pare. ovviamente non sarai costretto, se avrai il denaro. ma dovrai pagare forzatamente tutto» spiegò, incrociando le braccia al petto e aspettando la risposta, negativa o positiva, del ragazzo davanti a lui.
«posso pensarci?» chiese, guardando il corridoio dietro al castano. aveva bisogno di discuterne con yoongi e hoseok.
«certo che puoi. sei tu a dover decidere se ritirare la richiesta o meno. per me è la stessa cosa.»[covenant]
«quindi, fammi capire, queste sono le sue condizioni? non le tue? io avrei accettato immediatamente. non vorrei essere una di quelle persone materiali e egocentriche, che danno importanza a cose futili, ma ho sentito dire che il sesso con jungkook è cento volte migliore che con quello di tutti i ragazzi e ragazze di questa scuola messi insieme. poi è un gran figo e ha il cazzo lungo. ah, che paradiso. quasi quasi gli propongo anche io di fingersi il mio ragazzo, soprattutto se le condizioni rimangono queste» rispose hoseok, aprendo il libro di storia e dandoci una veloce lettura, solo per rinfrescarsi la memoria.
taehyung gli tirò uno schiaffo sulla spalla e lo guardò schifato.
«dio, hobi. non posso credere che tu lo abbia detto davvero. non ti credevo così sincero e sconcio. sai benissimo che a me non importa affatto la bravura, la bellezza o la... lunghezza. per me rimanere puro è importante. non sono sicuro di poter accettare. forse dovrei solo dire la verità alla mamma...» ragionò, portando il capo tra le braccia e piagnucolando ad alta voce.
«è un incubo.»«come sei esagerato» sbuffò jin, stendendosi sul letto del fratello più piccolo e fissando il soffitto.
«non è importante la prima persona con cui lo fai, ma l'ultima» disse, voltando il capo a guardarlo.
delle volte, quando se ne usciva con quelle perle, sembrava in procinto di proporsi come filosofo dell'era moderna.«lo so, ma... tu dici che dovrei accettare?» ci ripensò taehyung, storcendo il naso e grattandosi il capo, nuovamente indeciso sul da farsi.
entrambi annuirono.
«ne parlerò anche con yoongi.»[covenant]
«quindi tu dici che dovrei anche io proporre le mie condizioni?» domandò, mentre afferrava lo spazzolino e accendeva il vivavoce, per sentire nel momento in cui si lavava i denti.
«sì,- disse yoongi, anche lui occupato a prepararsi per andare a scuola- qualcosa del tipo: niente kink particolari, succhiotti o quelle cagate lì» ribadì.
taehyung fece un verso che gli fece intendere fosse d'accordo con lui.
sputò il dentifricio e si sciacquo la bocca, prima di riafferrare il cellulare e portarsi lo zaino in spalla. spense il vivavoce, nel momento in cui entrò in macchina con sua madre e i suoi fratelli e riprese a parlare.
«sono d'accordo anche io. lo farò sicuramente. parlando di altro... quando ti deciderai a proporre una cosa del genere a jimin? con la storia dei complimenti è già ai tuoi piedi. basta dichiararti e dirgli che sei tu il ragazzo e puoi considerarti sposato» scherzò, parlando di verità assolute nonostante tutto.«non credo potrei onestamente piacergli, così. anche se non accadrebbe in generale... dio, non puoi capire quanto io possa odiare me stesso per essere così. non potevo, dico io, nascere bello quanto lui? no, un cesso dovevo essere» grugnì quello dall'altr parte della chiamata, salendo sul bus.
«menzogne. sei bellissimo, yoons. smettila di farti questi problemi inutili» lo rimproverò taehyung, rabbrividendo nel vedere jungkook camminare per strada.
«mamma, aspetta. ferma» disse, rivolgendosi poi a yoongi.
«parliamo dopo. ciao soulmate» fece, prima di chiudere la chiamata e aprire lo sportello.corse fino a raggiungere jungkook e lo fermò, prendendolo per mano.
«aspetta. posso accompagnarti io con la macchina» propose, senza neanche augurargli il buongiorno.
l'altro sorrise. qualcosa gli diceva che avrebbe accettato da lì a pochi minuti, giusto il tempo di arrivare a scuola. e non perse tempo: diede un bacio veloce sulle labbra a taehyung e annuì, mentre quello lo guardava, perso.
«c'è tua madre, no? facciamolo» rise, prendendolo per mano e portandolo verso la famiglia del ragazzo più grande.
entrò in macchina dopo l'altro e si sorprese nel notare che la donna non chiese nulla. eppure era sicuro che quella avesse visto la scena.sorrise e salutò jin, mentre si metteva comodo e ringraziava la donna per aver 'accettato' ad accompagnarlo.
poi arrivò la tanta attesa domanda: «è lui, taetae?»
taehyung arrossì, mentre con un piccolo cenno del capo annuiva e stringeva in bella vista la mano del ragazzo più alto.
jungkook si permesse di tirar fuori una faccia confusa: era veramente bravo a recitare.«puoi venire a trovare mio figlio quando vuoi. sei il benvenuto» tentò la signora e il castano si limitò a trattenere un ghigno e mormorare un 'grazie'.
circa 37 euro.
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covenant.
Romanceera intento a guardarsi intorno, quando vide un ragazzo correre nella sua direzione, con lo zaino alle spalle e i libri stretti tra le braccia. jungkook non riuscì a non notare il modo in cui i capelli, di un grigio sporco, incorniciavano alla perf...