Chiesi a Marco lei chi fosse, e mi rispose che era solo una vecchia amica, e che non c'era bisogno di preoccuparsi. Mi chiese quindi di parlare di ciò che era successo prima. Io feci cenno di si con la testa, ma per tutto il tempo che parló non aprii bocca.
Mi spiegò che forse aveva fatto le cose troppo di fretta, e che forse era meglio se la nostra "relazione" (così l'ha chiamata) finisse là, e che forse doveva iniziare a vedersi con qualcuno che gli rivolga più spesso la parola.
Non ha FORSE bisogno di uno schiaffo in faccia?!
Lo ammetto, mi scese una lacrima mentre lui faceva quell'inutile discorso che mi fece rimanere chiusa in camera mia fino all'ora di cena. Non mangiai niente, in fondo non avevo fame. Dopo tutto mi ero innamorata. Ma io lo sapevo. Aspettavo solo questo momento. Io lo sapevo che per Marco ero solo una tra le tante ragazze, e che di me, a lui, non gli importava proprio nulla.
Non risposi ai suoi messaggi, il mio telefono continuava a squillare ma, io ignoravo sempre la chiamata. Mia madre entrò in camera, avevo tutto il trucco colato. Mi chiese che avessi, e glielo spigai, filo per segno.
Era il primo ragazzo di cui mi ero realmente innamorata, ma FORSE non gli andavo bene...
Credo che la ragazza di cui parlasse, quando ha detto che doveva iniziare a frequentare qualcuno che gli rivolgesse la parola, fosse proprio la biondina che gli stampò un bacio nella guancia.
Sapevo dove abitava Marco, ero andata molte volte a casa sua, per studiare assieme. Così andai da lui, per ricominciare, anche solo da amici.
Quando mi aprí alla porta, mi strinse forte a lui, e piangeva.
Gli chiesi che stava succedendo, mi fece entrare e mi spiegò tutto.
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Once upon a time
Teen FictionSono una ragazza chiusa con me stessa. Il contrario delle mie compagne. Triste, non sorrido mai. Fin quando incontrai un ragazzo. Era alto, biondo e con qualche lentiggine.