Once upon a time

La mia stupida debolezza

Allora come va?
Questa era la domanda che almeno una volta al giorno mi si rivolgeva. Il perché era abbastanza ovvio direi. Perché? Ero sempre triste, imbronciata, avevo un aspetto orrendo. Non riuscivo a sorridere e, se lo facevo me ne pentivo.
Fin quando, un giorno, un ragazzo mi fece un complimento. Non ne ero abituata, solitamente tutti mi detestavano, per il mio caratteraccio che purtroppo ho. Lui mi disse semplicemente che i miei occhi erano bellissimi. Sono marroni, risposi.
'E con ciò?'
Non dissi nulla e me ne andai.
Era la prima volta che lo vedevo, era arrivato in classe nostra il terzo anno di medie, ma non aveva ancora detto il suo nome. Era alto, biondo e con qualche lentiggine.
Così mi invitò al parco, dietro a casa sua. Abita in un piccolo quartiere, non troppo distante da scuola, ci si arriva a piedi. Non parlo molto di solito, almeno non di me. Sono una ragazza abbastanza riservata.
Io e lui abbiamo parlato per un paio d'ore fino a quando mi ha chiesto, perché ero così depressa. Io non sono depressa, anzi odio le ragazze e i ragazzi depressi, quelli che si tagliano, lo trovo assolutamente inutile, anche se ognuno ha i suoi metodi per non sentire il dolore provocato dalle persone. Io non ho ancora trovato il mio, sarebbe molto più facile non sentire le critiche degli altri, quelle critiche che mi fanno piangere la sera, mi sento impotente difronte a quelle parole.
Lui mi rispose che erano solo delle inutili offese.
Non è così. Se tu non provi questa sensazione non lo capirai mai, cosa vuol dire subire.
Perché ti offendono, mi chiese.
È una cosa privata. Presi le mie cose e me ne tornai a casa. I miei stupidi sbalzi d'umore.
Era l'unica persona con cui ero riuscita a parlare, e l'avevo già allontanata.
Me ne ero andata perché sono debole. La mia stupida debolezza difronte ai problemi. Perché non ne ho parlato con lui?