La strada era deserta, quella sera: non vi era nemmeno l'ombra di un cane e, quei pochi negozi che erano rimasti aperti per tutta la giornata, in quel momento avevano le tapparelle abbassate e le insegne spente -forse perché non c'era più nessuno e i proprietari avevano deciso di chiudere i battenti.
Erano questi i pensieri che accompagnavano Sofia mentre, con un po’ di timore, avanzava nella notte. Si era preparata con cura, quella volta: i capelli biondi e lisci le ricadevano perfettamente sulla schiena come cascate, il vestitino nero sembrava essere fatto apposta per il suo meraviglioso corpo -le calzava a pennello e la gonna che le arrivava fin sotto al ginocchio la rendenza ancora più graziosa; gli occhi verdi e truccati, seppur di poco, luccicavano nel buio e i tacchi risuonavano come echi in tutto il vicinato.
Forse aveva esagerato a mettere delle scarpe così alte: facevano troppo rumore. Chiunque avrebbe potuto sentirla e, se si fosse trovata in pericolo, non sarebbe nemmeno riuscita a correre. Si strinse nelle spalle e continuò a camminare: non poteva farci niente. O forse sì? Forse poteva tornarsene a casa, chiamare Melissa e trovare una scusa, dicendo che a quella festicciuola di Camilla sarebbe mancata perché aveva avuto un contrattempo.
Sarebbe stata un'ottima scusa, così almeno non avrebbe più rivisto Edoardo, che era stato invitato, purtroppo, alla festa della loro compagna di classe.
Ma non poteva dare buca a Melissa ed era ormai tutto pronto, perciò scosse la testa e continuò a camminare a passi felpati, imponendosi di proseguire senza fermarsi. Non distava molto, casa della Cami: Sofia aveva pensato di prendere quella strada per arrivarci prima, invece che fare il giro di tutta la città.Sperò solo di arrivarci subito: le stava sembrano di sentire dei passi poco dietro di lei. Pervasa da un brivido di paura si fermò di botto, incapace di girarsi. E se fosse stata solo una sua impressione? Fatti coraggio, Sofja, vedi chi è, ripeteva a se stessa nello stesso momento in cui si voltò alle sue spalle mentre il cuore iniziava a batterle all'impazzata: ovviamente non c'era nessuno. Quale killer seriale sano di mente si sarebbe fatto vedere dalla sua vittima prima di rapirla? Forse aveva visto troppi film dell'orrore, pensò mentre continuava a camminare.
Ma un fruscìo di foglie la fece bloccare di nuovo e il cuore tornò ad accelerare i suoi battiti, facendola sussultare. Degludì quando si guardò attorno senza cogliere nemmeno l'ombra del colpevole di tanto rumore. Niente. Dovette fare appello a tutte le sue forze per continuare ad avanzare velocemente nelle buie strade, maledicendosi per aver preso quella via abbandonata e per aver scelto quei tacchi che continuavano a rimbombare nonostante lei cercasse di camminare piano.
Intanto i passi che aveva sentito per la prima volta si fecero sempre più vicini. Sono spacciata, pensò mentre cominciava ad agitarsi e a muoversi più velocemente, fregandosene del rumore delle sue scarpe. Casa di Camilla è vicina: forse potrei fare in tempo a scappare e a ripararmi lì dentro prima che…
Ma una mano posata sulla sua schiena la fece bloccare e balzare dallo spavento, con il cuore che, quella volta, le stava esplodendo. Doveva girarsi? Parlare? Oppure sarebbe stato meglio scappare senza voltarsi e gridare aiuto? E se quello avesse avuto una pistola e l'avesse sparata mentre correva? La cosa migliore, forse, sarebbe stata quella di girarsi cautamente senza pronunciare alcuna parola. Non seppe nemmeno lei con quale coraggio lo fece, mettendo da parte la paura e l'agitazione che provava in quel momento: si girò semplicemente con aria spaventata e il viso pallido.
È la mia fine, lo sento, si disse quando aprì gli occhi che aveva chiuso d'istinto.
Il viso che si trovò d'avanti, giurò, non l'avrebbe dimenticato mai.
Era quello divertito e bellissimo di Edoardo.
Non ci volle molto perché Sofia realizzasse che quello che gli aveva teso l'amico fosse un brutto scherzo: la ragazza, infatti, lanciò un urlo, ma non seppe dire se di sollievo o di rabbia.
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L'età dei malanni
PoesíaUna raccolta di pensieri, frasi, "poesie" e piccole storielle inventate da me. Non mi ritengo una poetessa e tanto meno che le cazzate che scrivo siano delle vere e proprie poesie, e ho messo questa storia nel genere "poesie" perché "pensieri" non e...