******************NOTA DELL'AUTORE*******************
I capitoli pubblicati sono solo l'anteprima del libro.
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*****************************************************************************************Clotilde
«Ti prego! Ti prego! Ti prego!» ripetei senza sosta. «Non posso togliere più niente! Ti prego!» cercai di spiegare alla zip, mentre con il peso del corpo appiattivo il più possibile la valigia.
Provai a forzare ancora una volta la chiusura, poggiai il ginocchio al centro del bagaglio per aumentare la pressione e...
«Fatto!» esclamai trionfante.Mancavano solamente quattro ore al mio volo e ancora non ero pronta.
Chiudere quella maledetta valigia era stato un passo avanti, ma ora dovevo sbrigarmi per finire il resto della lista.
Salutare Emilia era il prossimo punto.Lanciai un'ultima occhiata a quella che era stata la mia camera per gran parte della mia vita e sospirai.
Sul muro c'era ancora il poster degli Hanson del 1997. Il loro più grande successo era stata una canzone "Mmmbop"; ricordo quando la cantavo a squarciagola saltellando sul mio letto, mentre mio fratello faceva finta di suonare la batteria picchiettando l'aria con delle bacchette immaginarie.
Chissà che fine aveva fatto quella band!Scalciai quel ricordo e chiusi la porta. Non appena raggiunsi il salone Emilia suonò il citofono.
«Dimmi che ci hai ripensato!» si lamentò ancora prima di entrare.
«Perché dovrei?».
Sapevo già la sua risposta.
«Mi stai lasciando qui da sola per quanto? Ah sì...sei mesi!» si sedette imbronciata sulla sedia.
«Emi, conosci qualcuno che rinuncerebbe ad un'opportunità del genere?»Davanti a quell'ovvietà, accentuò ancora di più il suo broncio, incurvò le spalle e con occhi luccicanti aggiunse: «Ma... mi mancherai!»
Era forse la duecentesima volta che lo diceva da quando aveva appreso della mia partenza.
«E tu mancherai a me, ma hai pensato al lato positivo?».
Altro sguardo scettico.
Lo ignorai e proseguii: «Quando avrai bisogno di evadere basterà prendere un aereo per ritrovarti in una delle più belle città europee!».Due ore dopo aver asciugato le lacrime di Emilia, aver guidato fino a casa di mio fratello, averlo abbracciato per un tempo infinito, ricontrollato il bagaglio a mano, eliminato una crema che superava il limite consentito, ero finalmente in aeroporto!
«Sai bene che la distanza non migliorerà la situazione...» disse storcendo la bocca mia madre.
Come Emilia, anche lei non approvava la mia scelta.
«Devo provare a sperarlo.»
«Nessun aereo potrà portarti lontana da te stessa. I problemi vengono con te», insistette lei.
«Beh, non se ho dimenticato di metterli in valigia!».
«Bene», alzò le mani, smuovendo l'aria stantia intorno a noi, «allora sta attenta e cerca di divertirti. Sai dove trovarci se cambi idea.»
«Che addio struggente!» la presi in giro.
«Non è un addio, bimba, è un arrivederci. Ti do meno di un mese», strizzò l'occhio.
«Scommessa accettata, mamma!».Lei sorrise, i suoi occhi per lo meno, le sue labbra continuavano ad avere quel suo tipico broncio contrariato.
Le buttai le braccia al collo e la strinsi forte.
«Ti voglio bene mamma, ma devo farlo» ripetei ancora.
«Lo so. Non cacciarti nei guai.»Chiusi gli occhi, cercando di assorbire quelle parole e il suo profumo dolciastro al bergamotto e vaniglia; mi sarebbe mancata, ma non potevo confessarglielo.
Presi un ultimo profondo respiro, poi mi allontanai da lei, attraversai l'area controlli, le feci un cenno con la mano, girai l'angolo e me ne andai.
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ChickLitVincere il bando Erasmus non è certo un'opportunità da perdere per Clotilde. Nonostante tutti intorno a lei continuano a ripeterle di non partire, lei ha deciso: riuscirà a chiudere la sua straripante valigia e salirà sull'aereo che la porterà ad A...