Chardonnay, l'unica cosa in grado di calmarmi, l'unica cosa in grado di farmi riflettere e l'unica cosa in grado di sopprimere i miei tormenti. I bicchieri si sommano, così come le bottiglie, ne avrò scolate qualche quattro, se non più. Ancora non sono abbastanza, sento ancora la mia rabbia montare, non vuole cessare, sta ancora qui nel mio cuore a tormentare e a far riaffiorare i miei demoni passati, che più presenti come adesso non sono mai stati. La collera preme per uscire e presto tutto ciò che è integro comincia a spezzarsi, tutto ciò che ho intorno diventa frammenti. Ormai non capisco più niente, i miei occhi bruciano più dei carboni ardenti, le mie urla riecheggiano in tutto l'abitacolo, tanto che non distinguo l'autore di questo frastuono. Non sento più niente, le mie mani imbrattate di sangue non mi provocano alcun dolore, al sol guardarle rido amaramente. Rido di gusto, rido forte, urlo cose incomprensibili e rido, sembro quasi uno spettatore di me stesso, l'unico e solo, incapace di intervenire, di fermarsi. Piango, piango lacrime amare, urlo di tristezza, debolezza, di tormento. La solitudine, la mia unica amica, il tormento più grande della vita eterna, la mia più grande paura, mi accompagna da millenni non concedendomi un attimo di pace. Le risate cessano, dando luogo ad un silenzio assordante.
La rabbia si affievolisce, le lacrime si asciugano così come il sangue, impresso sulle mie mani e sui miei abiti. La stanza è devastata, mobili rotti, schegge di legno e cocci di vetro sparsi ovunque, io in ginocchio sul tappeto ad ansimare e a guardare con occhi lucidi il disastro intorno a me con paura primordiale. Tutta la mia spavalderia, tutta la mia forza, il mio orgoglio, il mio onore, tutto svanito. In questo momento non sono più Klaus Mikaelson, l'ibrido originale, l'assassino per eccellenza, ma solo... Klaus, il ragazzo tormentato dai suoi demoni e con la costante paura della solitudine.
Raccolgo i cocci da terra verso l'alcool rimanente nel camino e per finire do al tutto fuoco.
Prendo la tela e i colori dalla mansarda e li sistemo dinanzi il camino. Gli ultimi raggi di sole filtrano dalla portafinestra alle mie spalle creando una penombra invitante nella stanza, quasi magica. E mentre i colori pretendono spazio sulla tela, uno stato di piacevole quiete si impossessa di me, quasi come se quel pezzo di stoffa attirasse a sé tutto, le mie emozioni e i miei tormenti.
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The Original Insane~Klaus Mikaelson
FanfictionNon saprei dare una descrizione soddisfacente a quest'opera. Un diario forse? Un diario di emozioni? Non credo. Tra poesia e filosofia, tra follia e realtà, tra amore e odio tra bene e male la storia della follia primordiale vi accompagnerà. Questo...