CAPITOLO 1

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-Buongiorno...
Un bacio sulla fronte, il suo profumo, il calore del suo respiro accanto all'orecchio ed un sussurro basso, roco, sensuale: questo è il mio risveglio ormai da più di tre mesi a questa parte.
Apro lentamente gli occhi e, a malincuore, con un sorriso sollevo il viso dal suo petto che risulta essere diventato il mio cuscino preferito. Mi tuffo nei suo occhi di un azzurro sconvolgente.
All'inizio, quando lo avevo visto la prima volta, mi aveva intimorita con quello sguardo di ghiaccio, così freddo e diffidente: mi squadrava da capo a piedi appoggiato allo stipite della porta d'ingresso. Ora quell'azzurro brilla sereno e mi ci perdo dentro sperando di non riemergere mai più.
-Buongiorno...
-Oggi come stai?-, chiede premuroso.
Da quando sono incinta non mi lascia sola un attimo: ha troppa paura che possa sentirmi male senza di lui al mio fianco. A volte può risultare un po' troppo apprensivo, ma nella situazione in cui ci troviamo è più che giustificabile: nessuno sa cosa potrebbe succedere al termine di questa gravidanza.
-Tranquillo, sto bene-, rispondo con un sorriso. -Anche se stanotte il piccolo era un po' irrequieto: è andato avanti a scalciare per ore...!-, borbotto, lamentandomi un po'.
-Allora torna pure a dormire, così recuperi il sonno perso-, propone rivolgendomi un dolce sorriso, mentre con una mano mi accarezza il viso.
-Ormai sono sveglia, per cui... muovi le tue chiappe sode e prepariamoci ad un altra giornata di ricerche a vuoto...!-, esclamo sarcastica.
-Chiappe sode, eh?-, ripete inarcando un sopracciglio, rivolgendomi uno dei suoi sorrisi maliziosi.
Si alza velocemente con un movimento fluido ed elegante degno di un vampiro, porgendomi una mano a mo' di invito a seguirlo giù dal letto.
Rimango per qualche istante incantata ad osservare il suo fisico scolpito: non riuscirò mai ad abituarmi a tanta perfezione, celata in minima parte da un paio di boxer neri.
-Ti prendo un fazzoletto per asciugare la bava?-, chiede con un ghigno, prendendomi in giro.
-Nah, aumenterebbe troppo il tuo ego già smisurato-, ribatto, facendogli la linguaccia come una bambina.
Afferro la sua mano, mi alzo e vado in bagno per prepararmi, fermandomi davanti all'enorme specchio a parete osservando la mia immagine: capelli scompigliati, occhi gonfi di sonno segnati da delle leggere occhiaie, seno pieno, aumentato di almeno una taglia... Ed eccolo lì, il pancione. Tondo ed enorme: sembro una balenottera...!
Mi chiedo come faccia un dio greco come Damon a starmi accanto e a rivolgermi ancora sguardi maliziosi...!
Sono l'incarnazione dell'anti-sesso!
Lo specchio rimanda l'immagine del mio volto affranto.
All'improvviso alle mie spalle appare Damon. Mi abbraccia da dietro, appoggia le mani sul pancione, accarezzandolo lentamente con tenerezza, posando un dolce bacio nell'incavo del mio collo.
-Come fai a non fuggire con una balenottera come me al tuo fianco nel letto?-, gli chiedo turbata.
-Cosa? Come potrei fuggire da una donna del genere? Così bella, femminile, sensuale...
Ad ogni parola scende sempre più in basso con le labbra, senza staccarle mai dalla mia pelle, diretto verso il mio seno. Mi afferra i fianchi e mi volta verso di lui. Prende il mio viso tra le mani tenendolo con delicatezza, come se fosse un qualcosa di fragilissimo.
-Sei semplicemente bellissima, meravigliosa...-, mormora, guardandomi intensamente negli occhi. -E dannatamente sexy....-, aggiunge con voce roca, scendendo sfacciatamente con lo sguardo verso la mia scollatura.
-Sei sempre il solito pervertito!-, esclamo, arrossendo imbarazzata, dandogli una sberla sul braccio.
-Sono un uomo-, si giustifica alzando le spalle, senza perdere il suo ghigno malizioso.
Provo a mantenere uno sguardo carico di disappunto, ma davanti al sorriso che mi sta rivolgendo proprio non ce la faccio!
-Grazie-, mormoro, ad un centimetro dalle sue labbra, gettandogli le braccia al collo.
Gli sorrido cercando di fargli capire quanto le sue parole ed attenzioni siano importanti per me, per poi baciarlo con passione.

Alla fine ci abbiamo messo più di mezz'ora per prepararci. Vi lascio immaginare in che modo Damon mi ha fatto "perdere tempo"...
Scendiamo la scalinata mano nella mano, ridendo come due ragazzini, diretti in soggiorno, per poi proseguire verso la cucina.
Appena varchiamo la soglia del salone, però, ci blocchiamo confusi. Davanti a noi ci sono Stefan, Alaric, Bonnie, Matt, Caroline e Tyler, alcuni in piedi ed altri accomodati sul divano intenti ad osservare il tavolino di cristallo.
-Che sta succedendo?-, chiede Damon avvicinandosi lentamente con un'espressione confusa dipinta in volto.
-Stamattina sono uscito per andare a caccia nel bosco-, inizia a spiegare Stefan. -Al mio ritorno arrivano anche i ragazzi per aiutarci con le ricerche e, dirigendomi verso la porta d'ingresso, ho trovato questo sullo zerbino.
Si sposta a lato di un passo, rivelando la presenza di una busta appoggiata sul tavolino di cristallo alle sue spalle.
Mi avvicino lentamente seguita da Damon, osservando la carta di un rosso intenso, così simile al colore del sangue. Un brivido mi percorre la schiena.
-Ho un brutto presentimento-, mormoro, stringendo la mano di Damon.
-Stavamo aspettando voi per aprirla-, dice Caroline.
Siamo tutti zitti ed immobili a fissare quella busta. Nessuno si avvicina.
-Ok, vediamo cosa c'è scritto-, commenta Damon, dopo qualche minuto di silenzio colmo di tensione.
Si piega ed afferra la busta, rigirandosela tra le mani per un paio di volte. Lo osserviamo tutti con il fiato sospeso, in attesa. Il rumore dello strappo della carta che riecheggia nella casa risulta quasi assordante a contrasto con tutto quel silenzio.
Damon estrae un rettangolo di carta, anzi, sembra più cartoncino, e lo osserva per alcuni secondi corrugando la fronte.
-Che diavolo significa?-, esclama confuso.
-Fa' vedere-, interviene Stefan.
Il mio brutto presentimento sta aumentando sempre di più ed inizio a tremare.
Damon passa il biglietto al fratello per poi voltarsi nella mia direzione.
-Che succede, tesoro?!
-Ho una sensazione bruttissima...-, mormoro, con lo sguardo perso nel vuoto.
-Non ti preoccupare. È solo uno stupido scherzo senza alcun senso-, cerca di rassicurarmi, stringendomi in un dolce abbraccio.
-Beh, è davvero singolare come messaggio...-, borbotta Stefan, osservando il cartoncino.
Faccio un respiro profondo cercando di calmarmi per far cessare il tremore, poi mi volto e tendo una mano verso di lui.
-Fammi vedere-, dico, ostentando sicurezza.
Appena lo tocco noto che avevo ragione: si tratta di cartoncino, ruvido e poroso, sul quale è disegnata una clessidra. Accanto, con una calligrafia elegante, sono scritte due semplici parole: Tic Tac.
Vengo pervarsa da un'improvvisa ed intensa paura, sgrano gli occhi ed ogni cosa scompare alla mia vista, tranne quello strano ed inquietante messaggio.
-Oddio...-, sussurro sconvolta.
Un calore intenso mi pervade e poi... il buio.

 il buio

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N.d.A.
Ed ecco il primo capitolo!
Come avrete notato, a differenza della storia precedente, questa è raccontata al presente. Ho provare a scrivere in questo modo, nella speranza di riuscire a rendere più dirette le emozioni di Nora.
Spero possa piacervi questo nuovo racconto! Fatemi sapere cosa ne pensate!

Salvatore's Baby (SOSPESA)Where stories live. Discover now