capitolo trezo.

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Sbianco immediatamente quando realizzo le sue parole. E impazzito? Una cosa era portare la mia di macchina e farle fare qualsiasi fine, un'altra è accettare la proposta di Bryan, che conosco da appena 24h. E se per qualche assurdo motivo non sapessi più guidare? Se prendessi in pieno un albero e facessi male ad entrambi? Conosco troppo bene me stessa per prendere in considerazione l'idea di guidare con cautela. Non ce la faccio a reprimere l'adrenalina di una corsa.

<< Non dici sul serio>> sussurro

<< Certo che dico sul serio. Avanti, fammi vedere che sai fare!>>indica la macchina aprendomi lo sportello aspettando che mi decida a salire.

Perché dev'essere anche un prefetto gentiluomo? vorrei urlargli contro.

<< Solo... solo non azzardarti a graffiarmela, potrei anche impazzire>> sorride al mio fianco

Sto iniziando seriamente a sudare... perché non chiudo mai la bocca? La mattinata non poteva andare peggio, cascasse il mondo domani sarò dai Collins all'alba.

Faccio una risata isterica e metto in moto premendo delicatamente l'acceleratore.

<< Ok Collins, cercherò di fare attenzione.>> ribatto in tono malizioso

<< Io vado in ufficio, li ci sarà Andrew che ti aspetta per riaccompagnarti a casa!>>

<< Oh, ma non serve prenderò un taxi.>>.

<< Non se ne parla, perché andare in giro per la città con uno sconosciuto quando Andrew aspetta te?>>

<< Secondo la tua teoria allora nessuno dovrebbe prendere i taxi?>> inarco un sopracciglio

<< Non le persone che lavorano per me!>>

<< Ma io non  lavoro per te Mr. Collins, ma per tuo padre!>> sbotto innervosita.

<< Si ma decido io comunque >>  ed ecco di nuovo quello sguardo, perso e freddo...Vorrei saper leggere dentro a quegli occhi, sapere cosa c'è dietro a questi suoi sbalzi d'umore...

Il resto del viaggio lo passiamo in silenzio così decido di prendermi un po' gioco di lui spingendo il piede sull'acceleratore. Guidare questa macchina è fantastico, appena spingo un po' in più l'acceleratore schizza in avanti come se fosse un missile. Ogni tanto spio con la coda dell'occhio Bryan, e non riesco a trattenere una risata per la sua faccia preoccupata

<< Bello quel bracciale>> interrompe il silenzio indicando il mio polso. Mi volto verso di lui colta di sorpresa.

<<È un regalo >> sussurro

<< una persona importante?>> indaga

<< Si, molto.>> ribatto. Mi rigiro e spero che non mi chieda più niente.

Poco dopo siamo a Downtown e a me mancano le giuste parole per descriverla... Un incanto di grattacieli altissimi e palme verdi ai lati delle strade. Los Angeles ha un non so che di magico per il mio cuore.

<< Sosta qui>> dice indicando un grattacielo sulla nostra destra. Resto di stucco quando mi accorgo che alzando gli occhi, a caratteri cubitali, c'è scritto

COLLINS PETROLUM CORPORATION

<< Q-questo è il tu-tuo ufficio?>> sono senza parole

<<Si. Non sapevi che siamo i primi fornitori di petrolio, e quindi di energia elettrica, in tutta l'America?>> parla con estrema tranquillità, come se si occupasse di un semplice supermercato. Io sono senza parole, avevo capito che erano ricchi, conosciuti, ma non fino a questo punto.

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