10
QUINTO MESE DI GRAVIDANZA
Sono le tre di notte. E sono nel mio letto a rigirarmi da troppo temo.
Il mio corpo è così goffo e tondo da impedirmi i movimenti.
Non riesco a dormire.
Guardo Hermione, nel suo letto, dormire beatamente.
“ora mi alzo” mi dico “esco fuori a fumare una sigaretta”.
Attraverso la casa in punta di piedi, c’ è un silenzio che fa paura.
Tutto fuori da questa porta sembra cupo. E c’è un freddo cane.
Mi stringo nella mia camicia da notte di flanella, mentre prendo una sigaretta dal mio pacchetto e l’ accendo.
So che non dovrei.
Accidenti se lo so.
Fumare fa male al bambino.
E mi sento una merda a farlo.
Ma non riesco a dormire.
Sono le tre di notte.
Tutto tace dentro casa.
E poi sono due settimane che non fumo.
Non sono molte lo so, ma fumo da tre o quattro anni.
Non è certo uno scherzo smettere da un momento all’ altro.
Stringo la sigaretta tra le dita mentre guardo il mio ventre ingrossato.
Lo accarezzo dolcemente. Dentro c’ è il mio bambino.
Sono qui, al freddo e al buio. Quando una voce mi fa sobbalzare.
- Non dovresti fumare, Pansy. Non in gravidanza –
- Non sei il primo che me lo dice. E, suppongo, neanche l’ ultimo -
Draco è di fronte a me.
Ha il viso scarno e i capelli arruffati.
Ansima.
- E’ da troppo tempo che non ti vedo. Il tuo bambino cresce – dice sorridendo – come procede la gravidanza? –
- Abbastanza bene – chino il capo – ho deciso di tenerlo, nonostante tutto –
- Sapevo che l’ avresti fatto –
- In fondo, dopo tutti i peccati di cui s’ è macchiata la mia anima non avrei voluto aggiungere anche un omicidio –
- Sarai una brava madre – mi dice, prendendomi le mani.
Rido nervosamente.
- Non è vero, e questo lo sai anche tu –
- Gia, però forse questa è la volta buona per diventare tutti un po’ migliori –
Taccio per qualche minuto.
Sa di cosa sta parlando. E anche io.
- Draco, che ci fai qui? –
- Sono venuta a trovarti, anche se credo mi fermerò tra queste parti per un po’ –
- E poi? –
- Rimarrò qui, Pansy. È questo quello che vuoi sentirti dire? –
- Si –
- Beh, è così. Rimarrò qui –
Sorrido.
Mentre gli prendo la mano.
- Allora rientriamo in casa