Settembre - Cassandra

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"'Cause I remember every sunset,

I remember every word you said.

We were never gonna say goodbye."

Summer Paradise – Simple Plan

Piazza di Spagna è gremita di turisti. Occhi a mandorla, visi dai tratti nordici e dialetti incomprensibili mi sfiorano senza toccarmi, lasciandomi la stravagante sensazione di essere io la ragazza in terra straniera. Il sole si protende verso Ovest, fuorviando i caldi raggi in modo obliquo. La temperatura è ancora elevata, ma una leggera brezza settembrina fruscia tra le chiome dei passanti, regalando anche a quelle più estrose un tocco di naturalezza.

Mi era mancata la mia Roma.

Mi fermo ai piedi della monumentale scalinata che porta alla chiesa di Trinità dei Monti, cercando tra la folla il viso angelico di Chiara.

Chiara è la ragazza più chiara che io conosca. Chiara di occhi, chiara di capelli, chiara nelle risposte. Un suo sì sarà sempre un sì e un no sarà sempre un no. Ha sempre preferito le amare verità alle dolci bugie e non avrà mai paura di dirti ciò che pensa.

Dopo aver evitato l'approccio un po' insistente di un paio di venditori di rose, la vedo. Mi corre in contro e in un attimo mi ritrovo circondata dalle sue braccia pallide. Un abbraccio che potrebbe sembrare insignificante dato che ci siamo viste appena due giorni fa, dopo aver passato un intero mese insieme al mare.

«Come stai?» mi chiede scostandosi da me rivelando la figura esile e slanciata, dalle curve poco accennate, celate sotto una maglia extra-large e dei bermuda di jeans con gli strappi sulle cosce.

«Bene» mento.

Scuote la testa, facendo ondeggiare il caschetto biondo.

«Se ti offro un gelato, potresti sentirti meglio?»

Sorrido sinceramente. È inutile fingere con lei.

La prendo sotto braccio, aggrappandomi come se fosse la mia ancora di salvezza.

E probabilmente lo è.

Le gelaterie sono stracolme di gente e ci prepariamo psicologicamente ad affrontare una fila di almeno una ventina di persone. Ci ritroviamo dietro una coppia di ragazzi che si tengono per mano. Nel guardare le loro mani intrecciate, avverto una forte sensazione di nausea allo stomaco.

«A dire il vero, credo di non avere molta fame» mormoro stuccata.

Chiara mi guarda accigliata, le braccia conserte.

«Dimmelo, ora.»

Vuole che io stia bene, che mi sfoghi, che mi liberi del peso che mi tormenta il cuore da giorni. Non avrei motivo per non farlo: Chiara è la mia migliore amica.

Ed anche la tua.

«Non vedo l'ora di passare una meravigliosa estate insieme a te e di presentarti finalmente Marco!» mi aveva detto a Giugno. «Non è possibile che i due amici più cari che ho non si conoscano affatto!»

Mi aveva sempre parlato di te, del ragazzino undicenne conosciuto in vacanza a Porto Cesareo, tra le spiagge salentine e le limpide acque ioniche, con cui aveva poi passato i mesi d'Agosto negli anni a venire. Eri una tappa fissa per lei, una bella abitudine. E, a Settembre, sarei potuta venire a conoscenza delle vostre entusiasmanti avventure.

Non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi permesso di farne parte.

Stavamo tornando a casa, quella che Chiara affittava ogni anno dal primo al 31 d'agosto, dopo il primo pomeriggio passato al mare. Eravamo sporche di sabbia, sale e risate, quando ci ha presentati. La stavi aspettando davanti al cancello, come tutti gli anni, alle sette in punto. Lo sapeva, e non mi aveva avvertito.

«Marc, devi conoscere una persona!» ha esclamato dopo averti abbracciato forte. «Quest'anno avremo compagnia...».

Mi hai guardato. Ti ho guardato.

Mi hai teso la mano. L'ho stretta.

«Piacere, Marco».

«Cassandra».

Chissà se hai provato quello che ho provato io.

Sai, non ho mai creduto nel colpo di fulmine. Non è possibile innamorarsi di una persona a prima vista. Il corpo è solo un bel contenitore, non può piacerti un regalo, se prima non lo scarti. Ancora mi chiedo perché. Mi chiedo da dove sia venuta quella scarica elettrica che mi ha fermato il cuore, quando la tua mano ha sfiorato la mia.

Non credo nel colpo di fulmine, eppure ho avvertito la scossa.

Forse non avresti dovuto ridere. Potevi evitare di mettere in mostra i tuoi denti così perfetti, riuscendo a far sorridere anche me.

Potevi evitare, avrei potuto evitarti. E invece è stato inevitabile.

Chiara mi aveva lanciato una delle sue solite occhiatine. Possibile che lo avesse già capito fin dal primo giorno? Che lo avesse capito ancor prima che lo realizzassi io?

«Allora? Mi vuoi dire cos'hai?» il tono spazientito della bionda mi riporta alla realtà.

«È proprio questo il problema: non so cos'ho».

«O più probabilmente lo sai, ma continui a negarlo con tutta te stessa sperando di autosuggestionarti».

«Ne sarei capace?»

«Sapresti fare anche di peggio».

Abbiamo decisamente perso la cognizione del tempo, la coppietta che si teneva per mano sta ordinando e i prossimi siamo noi.

«Un cono pesca e cioccolato» dico senza pensarci troppo.

«Hai sempre preso crema e pesca» mi ricorda Chiara stupita. «Credevo che solo a Marco piacessero insieme pesca e cioccolato».

«Ecco cos'ho».

È da tre giorni che non ti vedo. Tre giorni che manca qualcosa alle mie giornate. È normale? È da molto tempo che il concetto di normalità mi è estraneo.

Come si definisce una persona normale?

Se siamo tutti diversi, allora siamo tutti anormali. In questo caso l'anormalità diventerebbe normale e noi saremo tutti anormalmente normali.

Questo ragionamento l'avresti trovato normale? Probabilmente avresti riso, strizzando gli occhi e aprendo la bocca. Poi mi avresti guardato scuotendo la testa, mormorando un "che scema" come facevi sempre.

Ci inoltriamo in Via Condotti, con i nostri gelati in mano, fermandoci di tanto in tanto davanti alle vetrine dei negozi che ci piacciono di più. Qualcuno mostra già i primi capi autunnali e svende quelli troppo estivi a prezzi stracciati.

L'estate sta andando via e tu sei ancora qui.

E mentre cerco di cacciarti dalla mia testa, ti cerco tra la gente, come se potessi comparire da un momento all'altro, con i tuoi capelli scuri, gli occhi color ambra e quello strano accento del sud per cui mi divertivo a prenderti in giro.

Ti cerco, e non ci sei.

Ti respingo, e non te ne vai.

***

"Un anno senza te" è un sogno che si realizza, il mio primo libro pubblicato. Devo molto a Wattpad e così ho deciso di regalare a tutti i miei lettori un estratto di questa avventura lunga dodici mesi. Il prossimo capitolo tratterà sempre del mese di Settembre, ma visto dalla posizione di Marco. Il libro è disponibile formato kindle su Amazon e Ibs, mentre formato cartaceo sul sito www.booksprintedizioni.it.

Non chiedo stelline o commenti, ma solo una sincera opinione che mi farebbe davvero molto piacere. 

Continuate a seguirmi :)

deny

Un anno senza te - quel che restaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora