My Immortal||Armin Arlert x Reader

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E la vide stesa sull'erba colorata vermiglio, non mostrava segni di vita ma le era ancora rimasto del calore in corpo. I suoi occhi (c/o) erano spalancati e non riflettevano di alcuna luce, il biondo le spostò una ciocca (c/c) dalla fronte, gli occhi cerulei bruciavano e lacrime salate iniziarono a solcare le sue guance pallide. La conosceva meglio di quanto conoscesse se stesso, erano cresciuti insieme, e più guardava il suo corpo privo di vita più gli sembrava una scena surreale: le mancava la parte inferiore del corpo. Lui si sentiva mancare e faticava a trattenere il conato che saliva per l'esofago, non si curò del terreno che tremava sotto i passi pesanti di un gigante, il quale si stava avvicinando sempre di più al ragazzo indifeso vicino al corpo di quella che una volta era sua amica. Non voleva muoversi da lì, voleva morire con lei in quel preciso momento. La grande bestia, che ormai lo aveva adocchiato, si chinò per prenderlo tra le sue mostruose mani e farne un pasto ma fortuna o sfortuna che sia volle che il capitano Levi venisse in soccorso del giovane Armin. Al gigante tagliò prima il braccio e poi si fiondò sulla collottola, il biondo, finalmente, alzò lo sguardo per capire cosa stesse accadendo attorno a lui e iniziò a piangere più forte
«Perché!?»
Urlò
«Perché!?»
Urlò ancora e si lasciò andare sul corpo freddo della giovane sfogandosi in un pianto disperato.

Qualche mese dopo

Non riusciva a dimenticare, faceva ancora male, tanto male. Era così strano senza di lei, senza i suoi sorrisi e le sue battute stupide alle quali rideva perché sapeva renderle divertenti, era brutto, semplicemente brutto e lui era solo, tanto solo. Nemmeno Eren, né Mikasa, potevano consolarlo, non era capace di superare una perdita così grande. Chiuso in una stanza, impugnava la sua spada, la lama era consumata ma ancora lucida, ammirava il suo riflesso con occhi assenti. Tante, troppe volte aveva immaginato di potersi trafiggere con essa e tante volte aveva provato a farlo, ma qualcosa lo fermava dal compiere il gesto estremo, a volte i suoi amici, altre volte lui stesso. Che cosa lo fermava dal raggiungerla nell'aldilà?

«Un giorno vedremo il mare»
Affermò (T/N) guardando il cielo stellato
«Lo faremo insieme e poi lo racconteremo ai nostri figli, anzi! Li porteremo a vedere il mare ogni giorno

«I nostri figli...»
Fece eco Armin passando il pollice sulla lama
«Come sarebbero stati i tuoi figli?... E se fossero stati i nostri?»
Iniziò a piangere e proprio in quel momento ebbe un'illuminazione, aveva capito perché lui viveva ancora e il senso di colpa lo assalì, come poteva essere stato così stupido a pensare una cosa del genere? Era un idiota, un dannato idiota
«(T/N)...»
Posò la spada e si portò il pugno sul petto alzando le iridi cerulee verso il soffitto della stanza
«Io te lo prometto, te lo giuro! Vedrò il mare anche per te, avrò dei figli e se dovessi avere una figlia, la chiamerò come te. Io vivrò anche per te, (T/N), io vivrò!».

||Amore & Psiche|| AOT (Reader Insert) [One-shots]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora