Diluvio

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Aspettai nella stanza di Mello, per una ventina di minuti circa, il suo ritorno.
Il batticuore che avevo all'inizio sparì gradualmente man mano che le lancette scorrevano e annoiata decisi di andarmene, constatando che il tempo sarebbe passato più velocemente in biblioteca. Non era passato molto, ma mi annoiavo facilmente.
Afferrai un libro a caso sui miti greci ed iniziai a leggerlo senza concentrarmi per davvero, la mia mente era troppo impegnata a pensare a cosa potesse volere Roger da Mello e Near di così urgente.
Mi veniva solo da pensare a qualche strana idea per convincerli a collaborare, forse l'uomo stava pensando a un caso da fargli risolvere insieme per placare un po' gli animi.
Mi ritrovai a scuotere la testa in disaccordo, quei due non sarebbero mai riusciti a stare nella stessa stanza per più di cinque minuti senza iniziare a vedere qualche sedia scagliata contro il muro ed insulti a non finire.
In cuor mio sapevo che la colpa era per lo più di Mello, era lui che principalmente attaccava il suo rivale. Near era più tipo da subire passivamente ed ero sicura che in caso di necessità avrebbe accettato un accordo con Mello, mentre a parti inverse Mello non sarebbe stato dell'idea di Near.
Quei due erano completamente diversi.
Mello sembrava freddo e riservava spesso sguardi taglienti, ma in verità era molto emotivo e si faceva spesso assalire dalla rabbia o da altri sentimenti, in modo completamente fuori controllo. Non era capace di gestire bene le emozioni forti, lui semplicemente esplodeva. Era molto istintivo ed affrettato.
Near al contrario era una specie di guscio vuoto. Lui non si arrabbiava mai, non piangeva mai, non rideva mai. Non ero sicura di poterlo definire un essere umano visto quanto era passivo. In più era molto più metodico di Mello, viveva nella calma e sembrava fare tutto a rallenting anche se in realtà non smetteva per un secondo di osservare tutto ciò che lo circondava e di fare un punto della situazione.
Da quel giorno nella mensa in cui avevamo costruito insieme una torre con dei fiammiferi, nonostante le proteste di Mello, avevo passato dell'altro tempo con lui ma in tutto quell'arco non aveva mai e dico mai mostrato qualcosa di diverso dall'apatia più completa.
Forse era questo il motivo per cui batteva sempre Mello in tutto. A lui non importava di nulla, mentre a Mello importava un po' troppo di molte cose e si lasciava fregare dalle sue emozioni.
Dopo il decimo tentativo di lettura delle prime tre pagine lanciai il libro sul tavolo, consapevole del fatto di essere troppo persa nel mio mondo di teorie per combinare qualcosa di concreto. La curiosità mi stava divorando viva e non vedevo l'ora di vedere Mello per farmi raccontare tutto, non sarebbe stato facile considerando che il ragazzo era parecchio riservato ma lusingandolo un po' sarei riuscita a scucire informazioni. Avevo capito da tempo che il segreto era assecondarlo e fare un po' la ruffiana per ottenere qualcosa da lui.
Buttai uno sguardo sull'orologio constatando fossero passati quaranta minuti da quando Mello era stato chiamato nell'ufficio di Roger, forse era giunto il momento di provare a vedere di nuovo nella sua stanza. Magari era tornato.
Mi alzai svogliatamente e mi stiracchiai senza smettere di guardare fuori dalla finestra, stava diluviando già da un bel po' e la cosa mi fece storcere il naso.
Detestavo la pioggia e tutto il panico che mi causava, di giorno riuscivo a gestire la mia paura per i tuoni ma di notte era terribile. Per fortuna c'era Mello adesso che scacciava i miei incubi in quanto, a differenza di Matt che riusciva solo a placarli un po', lui aveva il potere di farli sparire completamente.
La cosa bella è che spesso, durante le notti di tempesta, me lo ritrovavo in stanza già al primo tuono. Lui si giustificava sostenendo di essere di passaggio o di averne approfittato per sfuggire dal russare di Matt piuttosto che per fare un favore a me, ma io sapevo che la verità fosse un'altra. Veniva da me per primo perché gli avevo confessato che il corridoio di notte mi terrorizzava e che era difficile per me ogni volta arrivare nella loro stanza col sottofondo dei tuoni. Amavo così tanto quella sua piccola premura, era uno dei tanti motivi che mi avevano spinta ad innamorarmi totalmente di lui nei mesi che avevamo passato insieme.
Riposi il libro sui miti greci al proprio posto e mi allontanai dalla biblioteca, rivolgendo un cenno di saluto alla vecchia bibliotecaria.
Ero a metà corridoio quando avvistai una trafelatissima Linda corrermi incontro. Non l'avevo mai vista così agitata, nemmeno il giorno in cui Kimiko aveva deciso di lasciare la Wammy's House.
-Finalmente ti ho trovata, Red. È terribile, devi andare subito fuori- disse lei, scuotendomi per le spalle.
-Si può sapere cosa intendi?- domandai io, scollandomela di dosso.
-Mello e Matt stanno andando via, li ho visti preparare le valigie. Ho provato a fermarli, ma non mi hanno voluta ascoltare! Ti cercavo da dieci minuti per dirtelo e...-
Scappai via prima di darle il tempo di finire la frase. Mi scontrai contro un paio di persone beccandomi diversi insulti per le spallate che gli avevo rifilato, ma non mi interessava di nulla.
Riuscivo solo a pensare alle parole di Linda e a due delle persone più importanti della mia vita che scappavano via come due ladri.
Raggiunsi il portone principale in pochissimo tempo e mi precipitai fuori, ignorando la voce di una docente che mi richiamava all'ordine e la pioggia che mi batteva furiosa addosso.
Avvistai le sagome di Mello e Matt poco oltre il cancello ed urlai i loro nomi con tutto il fiato che avevo nei polmoni. I due si bloccarono improvvisamente ed io accelerai la mia corsa, senza curarmi del mio amatissimo berretto rosso che cadeva dalla mia testa dritto in una pozzanghera.
Arrivai davanti a Mello e Matt subito dopo.
-Cosa state facendo? Dove andate?- domandai. Mi accorsi solo in quel momento di piangere come una fontana.
-L è morto- disse Mello e come un fulmine a ciel sereno quella frase mi squarciò in due l'anima.
-Cosa stai farneticando? Lui non può essere morto.-
-È morto, morto stecchito. Si è fatto fregare da Kira quell'idiota e ho lasciato il suo posto a Near, non mi importa della sua successione. Prenderò Kira per conto mio- urlò lui, lasciando cadere a terra il suo borsone nero. Spostai lo sguardo da lui a Matt, trovandolo mortalmente serio. Non era una bugia allora.
Boccheggiai per un po' prima di recuperare quel minimo di contegno necessario per porgere la domanda successiva.
-E dove pensate di andare?-
-Ovunque è meglio di qui- rispose Mello, guardando oltre la mia testa.
-Vengo con voi- proferii io.
-Non puoi- disse lui, guardandomi gelido.
-Perché no? Non vi sarò di alcun impiccio, mi renderò utile e farò tutto quello che mi direte. Ve lo giuro, solo vi prego... non lasciatemi qui. Non voglio stare senza di voi, non voglio stare senza di te, Mello- confessai, avvicinandomi a lui.
Non c'era traccia di umanità nei suoi occhi, né tantomeno luce. Sembravano gli occhi di un'altra persona, quello non era più il Mello che conoscevo.
-No- rispose lui secco.
-Perché?- domandai tra i singhiozzi.
Non ci credevo, non ci potevo credere. Non potevano abbandonarmi, non così.
Non dopo tutto quello che avevamo passato insieme noi tre.
Non dopo che nemmeno un'ora prima io e Mello stavamo per farlo insieme e gli avevo confessato il mio amore per lui. Non dopo tutto quello.
-Semplicemente perché mi sono stufato di te e non ti vogliamo- rispose lui. La sua voce era gelida e tagliente. Mille volte più dell'acqua che mi scorreva sulle schiena e si insinuava ovunque, appiccicandomi i vestiti addosso.
Sentii il rumore del mio cuore spezzarsi e le lacrime uscire ancora più copiosamente.
Nello sguardo di Matt lessi la pietà, ma sapevo che lui non poteva nulla per convincere Mello. Mi nascondevano qualcosa forse o semplicemente Mello si era davvero stancato di me e non mi voleva tra i piedi.
-Addio- disse lui, dandomi le spalle. Matt lo imitò.
Buttai all'aria quella poca dignità che mi era rimasta e mi lanciai sulla schiena di Mello, circondando il suo busto con le mie braccia e poggiando la mia testa sulla sua giacca preferita zuppa di pioggia autunnale.
-Ti scongiuro Mello, portami con te. Io ti amo- gli sussurrai, stringendomi a lui più che potevo. Talmente forte da entrargli quasi dentro al petto e diventare un tutt'uno con la sua pelle.
Il ragazzo restò qualche secondo immobile, per poi scacciarmi con un gesto brusco.
Non mi guardò neanche in faccia e si allontanò, raccogliendo il suo borsone nero da terra.
Matt si avvicinò a me lasciandomi una carezza sulla guancia e mimandomi un: -Mi dispiace-.
Non ebbi neanche la forza per un ultimo saluto, li guardai semplicemente andare via finché non sparirono oltre la coltre di nebbia e pioggia.
Me ne restai lì impalata davanti al cancello per un tempo che mi sembrò indefinito, esattamente come il giorno in cui mi avevano abbandonata in pieno inverno e mi avevano ritrovata il mattino dopo quasi morta di ipotermia. Restai semplicemente lì, nel luogo che aveva visto nascere il mio terrore per la pioggia, nel luogo in cui dieci anni prima avevo perso la mia identità ed in cui avevo perso nuovamente tutto quello a cui più tenevo.
Restai semplicemente ferma, a guardare l'orizzonte. Senza curarmi delle mie lacrime ormai indistinguibili dalla pioggia di quel maledetto giorno di novembre.

TADAN
È stato terribile da scrivere questo capitolo per me, mi ha messo addosso un sacco di tristezza.
Mi sono immedesimata molto nel personaggio e le ho fatto fare esattamente quello che avrei fatto io nella medesima situazione.
Per questo sono triste...
Spero di non avervi traumatizzate... saluti!

Dear MelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora