2.

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Felpato
Sirius tira fuori la bacchetta e tenta di curare le ferite dell'altro.
Ha la testa che scoppia, e la bacchetta gli trema nella mano.
-Non riesco Rem, non riesco, mi dispiace! Non sono... non sono abbastanza bravo.
-Calmati, ehi, calmati. Non è nulla, è come dopo una trasformazione, ci sono abituato.
Il pensiero che l'amico sia abituato a sopportare dolori del genere gli fa ancora più male.
"Non c'è nessun bisogno di aggiungere altro dolore. Ne provi già abbastanza. Ne hai già provato abbastanza. E, per Merlino, ne proverai di certo abbastanza."
-La ho sentita Rem, capisci? La ho sentita usare la maledizione cruciatus contro di te, e non sono venuto.
-Non sapevi che fossi io, Felpato. Tranquillo, è tutto ok.
-Non sapevo che fossi tu, ma saresti potuto esserlo. Ogni volta che la sento torturare qualcuno per gioco, ogni volta, io mi tappo le orecchie e mi giro dall'altra parte. Potrebbe esserci chiunque, ma non me lo chiedo mai. Mi dico "È tua madre Sirius, è molto più forte di te, non puoi farci nulla." Eppure, ognuna delle persone che sono passate sotto la sua bacchetta ha qualcuno che tiene a loro. E ognuno meritava il mio intervento. E se non nascondessi la testa sotto la sabbia, se fossi salito ogni volta a fermarla, sarei salito anche oggi. E...
-E non sarebbe cambiato nulla, anzi, ti saresti fatto male. È davvero più forte di te, lo sai.
Sirius lo guarda, e poi il suo sguardo è altrove. Sta pensando a qualcosa. L'istante dopo si scuote, e si alza di scatto. Le molle cigolano e Lupin mugugna piano. L'altro non lo sente.
-Ecco!
Tira fuori un pezzo di pergamena strappato da sotto il letto. Afferra una piuma buttata alla rinfusa in un cassetto.
-Sirius, che fai?
-Mando un gufo. È evidente che non riesco a curarti, ed è altrettanto evidente che ne hai bisogno subito. Quindi scrivo a qualcuno che può farlo. O vuoi che ti resti quella roba sulla faccia tutta la vita?
Subito dopo l'ultima frase si porta le mani alla bocca.
-Sirius?
-Mhmh?
-Cosa ho sulla faccia?
Non risponde.
-Sirius.
-Remus, davvero...
-Cosa??
-Accio!
Uno speccio vola da un angolo della stanza alle mani del ragazzo, che si avvicina all'amico, mostrandogli lo sfregio.
Lui impallidisce e i suoi occhi si inumidiscono.
-È una persona orribile. E la pagherà per quello che ha fatto, te lo prometto.
Il ragazzo scrive velocemente alla pesante scrivania in legno laccato nero.
-Chi chiamerai? James? Peter?
-Sei matto? Se non so curarti io non so come potrebbero loro. Serve qualcuno esperto in incantesimi.
-Oddio, non mio padre, vero?
-Mi credi un idiota forse?
-Insomma, si può sapere chi stai chiamando?
Sbuffa.
-La Evans.
Borbotta.
Remus sussulta, e questo lo fa tossire.
-LA EVANS? Ma tu odi la Evans. E lei odia te, soprattutto.
Quando l'amico si volta, ha un'espressione arresa e triste.
-Lo so. Ma lei non odia te. E io non riesco a curarti. E per quanto James ti voglia bene, neanche lui può. E non parliamo di codaliscia, sarebbe capace di trasformarti in una teiera. Mi costa fatica, questo sì, ma devo mettere da parte l'orgoglio questa volta.
-Non voglio che tu lo faccia.
-Preferisci che ti porti al San Mungo?
Il ragazzo fa un'espressione terrorizzata.
-No, ti prego, no! Non voglio che mi vedano questa.
-Benissimo. Allora la Evans.
-Allora la Evans...
Sirius firma la lettera e libera il gufo dalla gabbia. Mentre gliela sta assicurando alla zampa, tenta di non pensare al fatto che la madre ha cruciato il suo migliore amico. Tenta di non immaginare la scena, di non ripensare alle urla, di non figurarsi il suo amico che urlava e si dimenava mentre lui era in salotto a parlare con suo fratello e non fare assolutamente niente.

Ramoso
James è riuscito a farla ridere. Sul serio. Ancora non riesce a crederci.
La guarda sorridente arricciarsi i capelli ramati e spera di non sembrarle un completo idiota, cosa che invece molto probabilmente è.
D'un tratto però il suo viso si rabbuia, e sente un brivido. Ha un brutto presentimento.
-James, cosa c'è?
È la prima volta da quando si sono conosciuti che Lily Evans lo chiama per nome.
-Io... non lo so...
-Ti senti male?
-Sì. Cioè no... ho sentito qualcosa...
Gli occhi di lei lo fissano attenti.
-Penso che... penso che sia successo qualcosa a uno dei ragazzi.
-Dei ragazzi? Black intendi?
-Lui, sì. O Remus, non lo so. Peter, magari.
-Vuoi che andiamo via?
-Cosa? No, scherzi? Non sarà nulla.
-Beh, se ha a che fare con Black, spero che qualunque cosa sia gli dia una bella lezione!
Dice lei, scoppiando a ridere di nuovo.
Quando vede il suo volto preoccupato, smette.
-Ti vogliono così bene.
-Sono la mia famiglia. Quella che ho scelto. Abbiamo condiviso così tante cose... cose che neanche puoi immaginare... affiderei a loro la mia vita senza pensarci.
-Piacerebbe anche a me, sai? Potermi fidare così di qualcuno. Io ho i miei amici a Hogwarts, c'è Severus...
A sentire quel nome il ragazzo tenta goffamente di reprimere una smorfia di disprezzo.
-Scherzi? La gente ti adora! Hogwarts è pazza di te, piaci persino a Gazza!
Lei sorride ma con gli occhi tristi.
-Non esagerare, non è proprio così.
"Sì che è così, tutti hanno capito quanto tu sia speciale, persino quel cretino di Mocciosus. Solo tu non lo vedi."
-Ho una sorella in realtà, ma mi odia. Lei continua a trattarmi come se fossi un mostro.
-Non lo sapevo. Quanti anni ha? Era serpeverde scommetto.
-È babbana. Non ha poteri magici.
-Ah. Beh... se ti tratta come un mostro sicuramente ha problemi ben più gravi dell'essere senza magia.
-Grazie Potter. A dir la verità, comincio a pensare che uscire con te non sia stata affatto una pessima idea.
Si guardano sorridenti.
"Forza James, stai andando bene, non rovinare tutto ancora per un po' e stai sicuro che ci sarà una prossima volta."
Appena ha finito di pensarlo, un gufo si infila nello spiraglio della porta e vola sul tavolo.
Tutti i babbani intorno si girano a guardarli.
-È il gufo di Sirius!
Sussurra James.
La cameriera si avvicina e Lily guarda il compagno con cipiglio adirato.
-Scusate signori, provvedo subito a far evacuare il volatile.
-Non si preoccupi signora, stavamo uscendo, lo portiamo fuori noi.
-Come preferite. Sono nove sterline.
Quando pronuncia la parola sterline, James impallidisce. Ha solo galeoni con sé, ma come ha fatto a non pensarci? Nel vedere la sua espressione, Lily capisce al volo e tira fuori una banconota da dieci dalla borsa.
-Tenga pure il resto, non si preoccupi.
-Grazie signorina! Signore...
Il gufo si è posato sulla spalla di Lily e tutti guardano sconvolti la strana coppia. Quando escono lei esclama scocciata
-Non farmi pentire di aver detto quest'ultima affermazione Potter! Forza, apri quella maledetta lettera.
Il ragazzo imbarazzato infila la mano verso le zampe del gufo, che lo morde.
-Ahi! Rufus, ma che?
Riprova, succede la stessa cosa.
-Potter, se è uno scherzo sappi che...
-No Lily te lo giuro, non so cosa stia succedendo, se è uno scherzo è roba di Sirius, io...
La ragazza ha un'idea, e tenta di prendere la lettera. Il gufo nero gliela lascia senza problemi.
Signorina Lily Evans.
-Non hai detto che questo è il gufo di Black?
-È così infatti!
Si guardano.
-Non guardarmi così, io sono stupito quanto te, davvero!
La ragazza apre la busta, piano.
Legge la lettera, e un'espressione sconvolta inizia a dipingersi sul suo volto.
-Ricordi il tuo brutto presentimento? Avevi ragione.

Lunastorta
Sente male. Sente male dappertutto. Quando respira, quando si gira, semplicemente nello stare sdraiato sul letto.
-E se non arrivasse?
Chiede in un sussurro.
-Arriverà.
-E se non arrivasse?
Ripete.
-Ti porterei al San Mungo. O a casa Potter, forse. E poi tornerei qui e ammazzerei quella vecchia stronza.
-Un po' ha ragione però.
-Cosa? Chi?
-Tua madre. Su di me. In effetti sono pericoloso, ho quasi ammazzato Mocciosus una volta, ricordi? E vi costringo a stare con me ogni luna piena, col rischio di ferirvi, o di farvi scoprire e espellere.
Il ragazzo parla debolmente, fuggendo il contatto visivo con l'altro.
-È per colpa mia che hai quasi ammazzato Mocciosus. Dio, mi sarei buttato dalla torre di astronomia quel giorno. Una persona ti ha scoperto per colpa mia. E se lo avessi ammazzato? Ti avrebbero abbattuto magari, e io non me lo sarei mai perdonato. E se avessi ammazzato James tendando di difenderlo? E non costringi nessuno a stare con te quando ti trasformi, lo abbiamo deciso noi tre. Non dire mai più una cosa del genere. Merlino, ecco perché odio mia madre e quelli come lei. È per colpa di gente così che essere un lupo mannaro ti fa più male del necessario.
Si volta verso la finestra.
-Non ha ragione, non pensarlo neanche un istante. Non. Ha. Ragione. Remus. Non su di te, e comunque su davvero poco altro.
-La situazione con la tua famiglia era già problematica, non volevo rovinarla di più.
-Loro l'hanno rovinata Remus, non tu. E non ho nessuna intenzione di smettere di vedere il mio migliore amico solo perché la mia famiglia fa schifo.
-Sirius...
Si sente un piccolo schiocco e appaiono. Lui li vede. L'amico è ancora voltato verso la finestra.
-Sir, non avevi detto che avresti chiamato solo la Evans?
-É quello che ho fatto. Perché?
-Remus! Oddio, che ti è successo?
La voce di James lo fa voltare.
Il ragazzo si è avvicinato al letto dell'amico e gli guarda le ferite, sconvolto.
-James? Che diavolo ci fai qui?
-Ecco io... noi...
Blatera Lily, rimasta indietro.
-Voi due eravate insieme, non è vero?
Chiede Sirius sgranando gli occhi.
-Cosa? Noi? No, assolutamente no...
Risponde James arrossendo.
-Sì. Eravamo insieme. Qualche problema, Black? E adesso toglietevi di mezzo, vedo quello che si può fare.
-Ti prego Lily, dimmi che puoi toglierla. Ti prego.
-Ci riuscirò, te lo prometto. Ma prima pensiamo alle altre maledizioni. Così soffri troppo.
Lui alza debolmente le spalle.
-Ci sono...
-Non dire "ci sono abituato" amico, non dirlo. O è la volta buona che ho una crisi di nervi.
Interviene James, fermo.
-Oh, per la barba di Merlino James. Grazie. È da quando è qui che sta blaterando queste sue solite stronzate colpevolizzanti.
-Non siate duri! Non vedete come sta? Poi, perché mai qualcuno dovrebbe farti una cosa del genere?
-Lily... c'è qualcosa che devo dirti...
La ragazza lo guarda con gli occhi che bruciano.
-Se non vuoi dirmela non devi. Qualunque cosa sia sicuramente non è una buona scusa per questo.
-Sono un licantropo.
Lei sgrana gli occhi ma tenta di dissimulare.
-Questo rende tutto ancora peggio. La licantropia porta atroci dolori per tutta la vita, e non esiste magia che possa evitarli. Non ti meriti tutto questo.
-Non sei... non sei arrabbiata?
Sirius sbuffa a voce alta.
-Hai visto? Lo fa sempre!
Interviene James.
-Oh, un po' di tatto, voi due! E no Remus, non sono per niente arrabbiata. Non con te.
A quelle parole Sirius si accende.
-A proposito. James. È una fortuna che tu sia venuto. Dobbiamo fargliela pagare, e subito.
-Indubbiamente amico. Non può passarla liscia.
-Non conosco tua madre Black, ma sono d'accordo.
I due ragazzi si guardano in imbarazzo.
-Cosa c'è ora?
-Vorrebbero lasciarti qui con me mentre se la sbrigano da soli.
Commenta il ragazzo sul letto.
-Cosa? Non se ne parla!
-Evans, non capisci, mia madre è...
-È perché sono babbana, non è vero?
Sirius parla dopo un attimo di Silenzio.
-Sì. Anche. La faresti andare fuori di testa, potresti finire come Remus.
-Sempre che riesca a prendermi.
-E comunque devi stare con lui. Sei l'unica che può curarlo. Ed è la massima priorità.
-Se è per me non preoccuparti, Lily.
Continua il licantropo con voce rotta.
-Posso aspettare, sul serio.
-No, odio dirlo ma Black ha ragione invece. Andate, penso io a lui.
I due ragazzi si scambiano uno sguardo di intesa. Sirius sporge il pugno e James ci batte il suo.
-Facciamola pagare a quella vecchia stronza. I malandrini non si toccano.
-Insieme?
-Insieme.

Marauders - come Sirius venne esiliato e come Lily  uscì con James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora