3.

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Ramoso
Sirius toglie l'incantesimo colloportus con un movimento di bacchetta. James mette la mano sulla maniglia e apre. Si volta per un attimo a guardare l'amico ferito, e gli sale una rabbia incontrollabile. Questo è il genere di cosa che dà veramente alla testa a James Potter, e in questo caso è coinvolto il suo migliore amico. Anzi, i suoi due migliori amici. Poi guarda Lily, piegata su di lui con fare materno. Anche lei si volta, avvertendo il suo sguardo.
"Mi dispiace che la nostra uscita sia finita così. Ma è una cosa che deve essere fatta, e subito."
Sembrano dirle i suoi occhi.
Lei annuisce impercettibilmente.
"Lo so. Vai, ora."
Sembrano rispondergli i suoi.
È pensando a quello sguardo di smeraldo che si sente tatuato addosso che James Potter esce dalla stanza, fa passare il suo amico e si chiude la porta alle spalle.
-Walburga! Dove sei?
Grida con forza.
-Walburga!
Una risata rivela che la donna è nella cucina dei Black. Sirius gli prende il braccio e lo guarda preoccupato.
-Lo vendicheremo, Sir. E ti tireremo fuori da questa fogna. Che Merlino possa fulminarmi se non sto dicendo la verità.
-Grazie.
Risponde lui.
-Sempre qui per te amico, ricordalo.
I ragazzi scendono per le scale.
Irrompono nella cucina, la donna è sola, appoggiata a un mobile scuro.
-Figlio degenere, hai chiamato i rinforzi vedo. Credi che due ragazzetti e un sudicio ibrido ferito al piano di sopra riescano a incutermi timore?
-Non permetterti di parlare di lui così! Non ne hai il diritto!
-E cosa pensi di fare, altrimenti?
-Intanto, riprendere quello che non ti appartiene.
Interviene James tagliente facendo un passo in avanti.
-Accio!
La bacchetta di Remus che lei teneva nella tasca vola in un istante nelle mani di Potter.
-Bel colpo, James!
Dice Sirius enfatico, prima di lanciare un incantesimo contro sua madre.
-Expelliarmus!
-Avada Kedavra!
I due fasci, verde e rosso, si incontrano a metà strada. Quello verde, venuto da una strega con la massima esperienza, guadagna lentamente terreno verso il ragazzo.
-Cagna, uccideresti il tuo stesso figlio?
Le chiede James, guardando il fascio verde che guadagna terreno. Sirius è concentratissimo sulla sua bacchetta.
-Lui non è più mio figlio.
James resta per un attimo pietrificato, Sirius è in difficoltà, non può lasciare che lo uccida, non può, non può...
D'un tratto si ricorda di quando Mocciosus ha quasi ammazzato Felpato per vendicarsi dello scherzetto durante la luna piena. Un incantesimo mai sentito prima, com'è che faceva?
-Sectumsempra!
Una scarica scarlatta parte dalla sua bacchetta e le finisce in pieno petto. I due incantesimi spariscono come la bacchetta della donna si sposta dall'asse. Walburga vola all'indietro, sanguinante.
-Expelliarmus!
Grida James, ma con una mossa un incantesimo scudo luccica tra loro.
-Questa è una cosa tra me e lui. Smettila di interferire. Pietrificus totalus!
-James, no!
Esclama l'altro, ma l'incantesimo si infrange prima di abbattersi sul ragazzo.
-Ma cosa...?
-Ora stai esagerando, mamma.
Il fratello minore di Sirius fa capolino nella stanza.
-Regulus, non costringermi...
-No, mamma, adesso parlo io. Quando ti ho dato il diario di Sirius era per rimetterlo in riga. Non per rapire un ragazzo, torturarlo e poi cercare di uccidere mio fratello. Adesso hai veramente esagerato.
-Reg...
Sussurra Sirius stupito.
-Non posso permetterti di fargli del male. Non posso e basta.
-Regulus, fatti da parte. Non voglio perdere un altro figlio, e tu sei il fiore all'occhiello della famiglia.
-Tu non hai perso ancora nessun figlio!
Sbraita James verso la donna.
-Sei tu che lo hai allontanato da te!
Lei è silenziosa, tre iniziano a essere troppi per lei. Soprattutto se uno di loro è Regulus.
-Stanne fuori, Reg. Bombarda!
Il tavolo va in frantumi, e il ragazzo subito dietro viene scagliato fuori dalla stanza.
Sirius le si avvicina minaccioso.
-Confringo.
Walburga sbatte al mobile dietro di sé, ansima, ma non molla la presa sulla bacchetta.
-Serpensortia!
Biascica, per tenere impegnato Potter dietro di lui.
Il ragazzo tenta di far sparire il serpente che gli si scaglia contro, ma non riesce in nessun modo. Può solo schivare maldestramente gli attacchi del rettile.

Lunastorta
Lily passa la bacchetta sopra di lui e lo fa gemere. È seduta al bordo del letto e lo guarda apprensiva.
-Scusami. Deve farti male, ma poi andrà meglio.
-Non preoccuparti. È solo che la luna è appena passata, sono un po'... sensibile. Grazie di essere venuta.
Lei sorride.
-Come avrei potuto non farlo? Con chi competerei per essere la prima della classe se ti facessero fuori?
Risponde, mentre tenta di fargli passare il dolore.
-Con Severus, probabilmente.
A sentirlo chiamare in quel modo lei serra le labbra.
-Sei l'unico dei tuoi amici che lo chiama per nome, perché?
-Diciamo che non condivido alcuni metodi di approccio dei ragazzi, generalmente.
-Sì, questo si vede. In realtà mi sono sempre chiesta cosa tu ci trovi di interessante in loro tre. Minus ok, è un po' anonimo forse, ma non mi sembra un pallone gonfiato. Ma quei due...
L'altro ride, una risata profonda e sincera che finisce in un colpo di tosse.
-Cosa ci trovo in loro, dici? Beh, non sembra ma anche io posso essere piuttosto cattivello. Molti dei loro scherzi nascondono un mio progetto in realtà. Poi loro applicano. E si beccano le punizioni.
La ragazza è sbalordita.
-Davvero? Non lo avrei mai detto. Sei una iena allora!
Ride mentre gli ripulisce una cicatrice dal braccio. Lui sussulta.
-Davvero. E quando hanno scoperto la mia, ehm, condizione, non mi hanno allontanato. Come invece hanno fatto quelli che li avevano preceduti. Hanno fatto di tutto per proteggermi. Mi hanno accompagnato personalmente a tutte le lune in un posto sicuro per sei anni. Hanno trovato il modo per farmi la guardia, diciamo. Per assicurarsi che non mi facessi male, o che non ferissi qualcuno. Hanno sacrificato tanto per me.
Lily non sa cosa rispondere. Ci pensa su.
-Ma tu guarda... non avrei dato un penny per quel Potter, e ancora meno per Black, e invece va a finire che sono delle brave persone.
-Delle gran brave persone.
Finisce Remus.
-E sono contento che abbia dato una possibilità a James. Sono sicuro che vi meritate a vicenda. Potresti scoprire tante cose sul suo conto che i superficiali non vedono. E tu non sei una superficiale, Lily Evans. Come non lo sono io e a scanso di quel che sembra, come non lo è affatto Sirius Black.
-Sto iniziando a capirlo, credo.
Il ragazzo si alza a sedere, in forze.
-Grazie. Mi sento molto meglio.
-Mi fa piacere sentirlo. Ora pensiamo a questa bruttura qui.
Indica la cicatrice sulla fronte.
-E se non se ne andasse?
-Se ne andrà.
Apre la borsetta babbana che prima aveva lanciato in un punto imprecisato della stanza.
-Accio dittamo!
Una boccetta di liquido argenteo le vola tra le mani.
-Quello è un...
-Incantesimo di estensione irriconoscibile. L'ho fatto perché ho portato James in un locale babbano questo pomeriggio... Merlino sa cosa sarebbe potuto succedere! Mi sono portata dietro un'infermeria!
-Come darti torto?
Sorride Remus.
Mentre la ragazza svita il tappo, i due tendono le orecchie.
-Expelliarmus!
-Avada kedavra!
L'eco della maledizione senza perdono arriva dal piano di sotto e li fa sussultare.
Lily si alza di scatto.
-Hai sentito? Devo andare a controllare.
-Vengo anche io.
Il ragazzo la guarda preoccupato.
-Assolutamente no. Sei troppo debole.
-Sto benissimo! Non lascerò che loro muoiano per me, questo non accadrà mai.
-Incarceramus.
Dei lacci usciti dal nulla gli stringono gambe e braccia.
-Cosa? Non dirai sul serio!
-Non posso lasciartelo fare.
Dice, spalmandogli di fretta l'essenza di dittamo sul volto.
-Questo dovrebbe farlo sparire. Fallo riposare e rimuovi solo quando l'effetto è finito. Non dovrebbe metterci troppo.
-Lily Evans, lasciami subito! Lasciami!
-Scusami.
Risponde, passando la porta.
-Colloportus.
Sente, e la serratura si sigilla.
Il ragazzo sbuffa rumorosamente.
-Non credere di passarla liscia, Evans!
Le grida, mentre la ragazza si allontana.
Lei si affaccia per le scale. Le voci sembrano lontanissime, e non vuole perdere tempo.
-Glisseo.
Sussurra, e la rampa di scale si tramuta in uno scivolo.
"E sia."
Pensa, buttandosi verso i piani inferiori.
Remus si sente un po' debole e dolorante, questo sì. Ma sicuramente è stato peggio altre volte. Perché sono tutti così protettivi con lui? Odia quando fanno così. Lo odia da morire.
-James, no!
La voce di Sirius rieccheggia dai piani inferiori.
"Maledizione, maledizione, maledizione. Non ho neanche la mia dannata bacchetta. Cosa farebbe un babbano? Cosa farebbe un babbano? Pensa come un babbano Remus, pensa, pensa..."
Il licantropo scivola lungo il letto e si mette in piedi in precario equilibrio. Non riesce a camminare perché ha le gambe strette tra loro, ma può saltare. Non può permettersi di cadere, però. Senza l'uso delle braccia non potrebbe rialzarsi.
"Cosa farebbe un babbano?"
Ripete, nella sua mente.
"Probabilmente sarebbe già morto."
Pensa. Poi guarda la porta, con fare deciso. Sembra solida.
"Forza Remus, puoi farcela. Puoi buttarla giù. Devi buttarla giù. I tuoi amici hanno bisogno di te, e ne hanno bisogno adesso."
Saltella il più lontano possibile dalla porta, e fa un respiro profondo.
"Un solo colpo, Remus. Un solo colpo o ti ritroverai a terra e ci rimarrai sinché qualcuno non verrà a raccoglierti."
Prende coraggio. Sente un'energia fortissima che lo riempie in tutto il corpo. Un'urgenza di andare ad aiutare i suoi amici.
Salta con tutte le forze che ha verso la porta. Per un attimo sente che non ce l'ha fatta, ma poi con un gran frastuono il legno esce dai cardini.
Prima che si possa rendere conto di quello che sta succedendo, si ritrova catapultato ancora legato giù per uno scivolo.
-Ma che ca...?

Felpato
-Vipera ivanesca.
James, messo alle strette dal serpente, lo osserva bruciare e sparire davanti ai suoi occhi. Si volta.
-Lily?
-Evans?
I due ragazzi esclamano insieme.
La donna la guarda con disprezzo.
-Tu devi essere la mezzosangue.
Dice, probabilmente riferendosi al diario di Sirius.
-Hai portato una sporca mezzosangue in casa mia?
-Ehi, come osi parlare in questo modo?
Interviene James.
-Remus?
Chiede apprensivo Sirius.
-Sta bene, sta bene. L'ho lasciato al sicuro.
Mentre pronuncia quelle parole si sente distintamente uno schianto dai piani superiori.
Tutti si guardano interdetti.
L'istante dopo Remus legato mani e piedi ruzzola dentro la stanza.
-Ma come...?
Sussurra Lily, facendo sparire i legacci con un gesto della bacchetta.
-Non finisce qui, Evans. Deve ancora arrivare il giorno in cui qualcuno può tenermi lontano dai miei amici.
James gli lancia la bacchetta. Lui la afferra.
-Finalmente.
Sorride deciso.
Walburga è ferma. Se tre erano troppi, cinque sono fuori dalla sua portata.
Anche Regulus entra di nuovo nella stanza, ripresosi dall'incantesimo di poco prima.
La rabbia mista all'impotenza inizia a consumarla dall'interno.
-Come state?
Chiede il ragazzo mentre si alza scuotendosi i vestiti.
-Tutto a posto, per fortuna. Grazie a Regulus.
Risponde Sirius, calmo. Mantiene la bacchetta puntata verso di lei.
-Tu come ti senti, Rem?
Aggiunge James, preoccupato.
-Sono stato meglio.
Risponde, alzando le spalle.
-Ma anche peggio, a dirla tutta. La nostra Lily ci sa fare con gli incantesimi di guarigione.
-Non sono riuscita a fermarti però.
-Mi hai sottovalutato eh?
-Assolutamente sì.
Sirius si volta verso la madre. I ragazzi hanno tutti occhi di fuoco, solo Regulus è un po' titubante.
-In quanto a te...
Sibila il figlio maggiore.
-Posa la bacchetta.
La donna non reagisce.
-Posala!
Lei la abbassa piano.
-Accio!
La bacchetta vola nella mano sinistra di Lily.
La donna ringhia.
-Cosa potremmo fare con te, eh?
Abbaia Sirius.
-Propongo di lasciar penetrare il messaggio, come ha fatto con Remus. Che ne dici Felpato?
-Dico, Ramoso, che è una splendida idea.
-Cosa potremmo scrivere di bello però? Sono una stronza?
-Madre dell'anno 1977?
I due ragazzi si guardano e ridono. Lily fa una smorfia.
-Ho visto abbastanza.
Regulus parla per la prima volta da diversi minuti.
-Fa' ciò che devi, ma non voglio saperne più nulla.
Agita la bacchetta e sparisce.
-Ha ragione, Sirius.
È Remus a parlare.
-Tu sei migliore di lei. Non sporcarti con una maledizione del genere. Non sei così.
-Remus, questa donna...
-So cos'ha fatto. Ed è orribile. Ed è proprio perché è orribile che non devi farlo anche tu.
-È diverso.
Interviene James, fermo.
-Lupin ha ragione.
Dice Lily, pacata.
-Ha avuto quello che si meritava. Abbiamo finito qui. Andiamocene.
I quattro ragazzi si guardano. James e Sirius annuiscono.
-Sirius Orion Black!
Grida Walburga come una pazza.
-Se esci da questa casa sappi che non ci metterai più piede, parola mia!
-Non chiedo di meglio.
Risponde il ragazzo, sorridente.
-Almeno ridatemi la bacchetta, folli!
-Assolutamente no.
Risponde Lily, un attimo prima di prendere James per mano. Remus fa un passo in avanti e gli mette a sua volta una mano sulla spalla. Sirius tende la mano e gli afferra il braccio.
-Addio, Walburga.
Dice, prima di sparire insieme agli altri lasciandosi quella vita alle spalle.

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Marauders - come Sirius venne esiliato e come Lily  uscì con James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora