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Mi sono sempre chiesta, "Come sarebbe stata la mia vita se non avessi conosciuto Mark?". Be', molto probabilmente migliore! Lui mi ha sempre odiata e trattata male dalla prima volta che ho messo piede in questa casa. Non ho mai capito il motivo. Ricordo come se fosse ieri il giorno dell'adozione, ero così felice, finalmente anch'io avrei avuto una famiglia. Non avrei mai creduto che finisse in questo modo. Un fratellastro arrogante e irascibile mi aspettava. I miei nuovi genitori, invece, erano così cordiali, così dolci, hanno sempre fatto di tutto per farmi sentire a casa e gli voglio un mondo di bene.
Cominciamo dall'inizio; i miei genitori biologici morirono qualche giorno dopo la mia nascita, ebbero un'incidente d'auto, almeno così mi hanno raccontato. Sono cresciuta con mio nonno fino all'età di cinque anni, poi un giorno scoprì di avere un tumore, era molto malato, non riuscivo ad immaginare la mia vita senza di lui. Ha lottato fino alla fine. Rimasi orfana e sola, non avevo nessuno al mondo e così fui affidata ad una struttura per bambini abbandonati, ovvero, un orfanotrofio. Sembrava tutto così surreale, avevo solo cinque anni ma mi sentivo già un'adulta. Erano accadute troppe cose orribili, cose che non augurerei neanche al mio peggior nemico. Amavo molto mio nonno, quando morì mi chiusi in me stessa, non avevo più voglia di vivere, quella spensieratezza che ha ogni bambino, io non l'ho mai avuta. Ho sempre pensato che un giorno le cose sarebbero cambiate, ne ero certa. Questo era l'unico pensiero che mi spronava ad andare avanti, l'unico a darmi forza per non crollare di nuovo. Ma ora non voglio rivangare altri brutti ricordi.
La mia vita sino ad ora non è stata facile, lo sarebbe se Mark non provasse a rendermi ogni giorno impossibile. Ho sempre pensato che quel ragazzo fosse una specie di demonio. Perché tanto odio? Cos'ha contro di me?

Era il 10 aprile del 2012 quando la signora Anderson m'informò che c'era una famiglia interessata ad adottarmi. Non ci potevo credere, dopo nove anni finalmente qualcuno era interessato a me. Di solito, le famiglie adottano bambini non più grandi di due anni. Ho visto andare via tantissimi bambini e quelle come me restavano sempre fuori. Nessuno vuole adottare una ragazzina già grande. Stavo per compiere quattordici anni quando andai via dall'orfanotrofio. Un po' mi dispiaceva, ho dovuto lasciare la mia unica amica Chloe, ma tutto sommato ero al settimo cielo, finalmente anch'io avrei avuto una famiglia e sarei stata felice, almeno così credevo.
I miei nuovi genitori si chiamano Bryan e Cindy Johnson. Bryan è molto alto, abbastanza giovane, carnagione scura, occhi azzurri e capelli neri, è davvero un bell'uomo. Anche Cindy è giovane e bella, solo che è l'opposto di Bryan, più bassa, occhi castani molto simili ai miei, capelli biondi, carnagione chiara e uno splendido sorriso. Mi trovai subito a mio agio con loro. Appena entrai in macchina, Cindy mi raccontò della gravidanza persa due anni prima. Era incinta di una bambina, ma purtroppo la gravidanza s'interruppe e da allora non poté più avere figli. Solo una settimana prima decisero di adottare una bambina. La mia domanda fu: Perché avete adottato me? Insomma, ho già quattordici anni. La risposta di Cindy mi lasciò senza parole: Ci ha colpito il tuo sguardo, la tua innocenza, eri proprio la ragazza adatta e non importa se hai già quattordici anni, noi ti ameremo come se fossi nostra figlia! A quelle parole sorrisi e trattenni le lacrime.
Arrivati fuori casa, Bryan mi disse che lui e Cindy avevano un figlio della mia età, "Mark". L'idea di avere un fratello mi entusiasmava molto, immaginavo già tutto, come sarebbe stato felice nel vedermi per la prima volta, come si sarebbe fatto in quattro per proteggermi dai bulletti della scuola... e invece il bulletto era lui ed io dovevo difendermi da sola.
Quando entrammo in casa rimasi di stucco, ricordo che il mio primo pensiero fu: Devono essere ricchi sfondati. In effetti, è così. Appena entri c'è una sala enorme, è il soggiorno, tutto in stile moderno, c'è un divano bianco in pelle, con due poltrone dello stesso genere, sulla parete opposta c'è un televisore piatto di almeno cinquanta pollici. A terra c'è un parquet chiaro acero che da luce alla stanza. Le finestre sono in stile inglese di legno bianco. Le pareti hanno una tonalità sul verde menta glitterate molto chiaro, la parete dietro al divano è dipinta con lo stesso colore, solo che ci sono disegnati dei fiori e delle farfalle, tutto in bianco. Quel disegno mi ha affascinata all'istante. In fondo a sinistra si ha accesso alla cucina, anch'essa è in stile moderno e bianca. Fuori dalla cucina, sulla destra ci sono le scale che conducono al piano di sopra. C'è la camera da letto dei miei, quella di Mark e altre tre camere. Scelsi la camera più soleggiata della casa, volevo un po' di sole nella mia vita buia. La camera era bellissima, la moquette color grigio chiaro e le pareti glicine, mi piacevano molto. Quell'abbinamento di colori sembrava fatto apposta per me, con una grande vetrata che affaccia sulla città. Bryan e Cindy mi lasciarono da sola nella mia camera, dovevo familiarizzare con l'ambiente intorno a me. Com'ero felice, euforica, ancora non potevo credere a tutto ciò, era come un sogno ad occhi aperti, essere lì mi riempiva il cuore di gioia. Ma non avevo ancora conosciuto il mio bel fratellino. Non era in casa. Ricordo che non vedevo l'ora di fare la sua conoscenza. Uscii dalla mia camera e mi diressi in quella di fronte, ovvero, la camera di Mark. Sulla scrivania in fondo c'era un computer portatile ed una fotografia che attirò subito la mia attenzione. La presi tra le mani e la osservai. Ritraeva il signore e la signora Johnson con un ragazzino dai capelli castani e un viso sorridente. Quegli occhi celesti mi procurarono un brivido. Lui doveva essere Mark, mi piaceva già, era il fratello perfetto per me. Ovviamente non potevo immaginare che quel ragazzino dall'apparenza così dolce e il viso di un angelo, era un demonio.

«Chi cazzo sei tu?» una voce alle mie spalle mi fece sussultare.
La foto mi scivolò dalle mani finendo sulla moquette. Per mia fortuna non si ruppe. Mi girai lentamente e lo vidi. Era Mark, aveva gli occhi dolci come nella foto solo che il suo tono non sembrava per niente amichevole.
«Allora, chi sei?» ripeté la domanda.

Non riuscivo a parlare, non capivo perché me lo stesse chiedendo, come se non sapesse nulla del mio arrivo.

«I-io, sono... Emy!» riuscii a presentarmi con molta difficoltà, ma lui mi guardava in modo strano.

«Emy, chi?»

Continuava a fissarmi, il suo sguardo magnetico mi metteva in soggezione. Stavo per rispondergli quando sulla soglia apparve Bryan con sua moglie Cindy.

«Mark, figliolo, lei è Emily, tua sorella!» disse Bryan con un sorriso più falso di un asino che vola.

Mark rimase in silenzio, sembrava trattenere la rabbia. Fu in quel momento che capii come stavano le cose. Bryan e Cindy non avevano accennato al figlio che avrebbero adottato una ragazza. Mark continuava a fissarmi con quegli occhi pieni di rancore, quando finalmente parlò rivolto ai suoi genitori: «È uno scherzo, vero?»

«No, Mark, ne avevamo già parlato, ricordi?» disse Cindy con voce tremante.

«Cosa? Sapevate che non ero d'accordo!» Continuavano a parlarsi come se io non fossi nella stanza con loro. «E che cazzo ci fa in camera mia?» urlò.

«Tesoro, calmati...» rispose Cindy, cercando di posare una mano sulla spalla di suo figlio, ma lui si ritrasse.

«Non toccarmi!» voltò il suo sguardo gelido su di me. Si avvicinò molto velocemente, mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori dalla sua stanza. «Fuori dai coglioni!» urlò sbattendo la porta.

Rimasi senza parole, il mio entusiasmo si spense, non potevo crederci. Cindy e Bryan si scusarono per il comportamento violento di Mark e mi dissero che doveva solo abituarsi all'idea. Quello che non capivo era, perché loro non avevano detto di me al figlio, avevano paura della sua reazione? Be', è stata molto violenta, ma soprattutto eccessiva.

FratellastriWhere stories live. Discover now