Capitolo 2

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Un nuovo amico.

In mezzo alla sabbia che vorticava intorno a lui, non riusciva a vedere bene la fune, che gli penzolava davanti.
Spinta dal vento aveva iniziato la sua danza, come un serpente quando si erge dritto prima di colpire la sua preda.

Gli sembrava un miraggio, o forse era solo l'effetto di una allucinazione creata dalla sua mente.
Con una reazione che nemmeno lui si aspettava a quel punto, alzò istintivamente il braccio allungandolo e prendendo il capo della fune.
Diede uno strattone, per vedere se in realtà ciò non era solo frutto della sua fantasia, inaspettatamente sentì tirare dall'alto.

Alzò lo sguardo e vide una figura che spuntava con la testa, sopra di lui che gli faceva segno con il braccio.
Si alzò facendo appello a tutte le energie che gli erano rimaste, passando la fune dietro la schiena e legandosela in vita, fece due strattoni e incominciò la scalata, un passo dopo l'altro, su quella parete liscia, ...liscia come la lama di una scure. Quando sta per calare sul capo del condannato a morte.

Arrivato a metà della scalata, pensò a quanto sarebbe stata più facile la salita se solo non avesse avuto con se quello zaino, ma non poteva abbandonarlo, da esso dipendeva il resto, di tutto quello che sarebbe avvenuto.

Se mai fosse riuscito ad arrivare alla fine della sua meta.

Quando arrivò all'apertura, da dove gli era stata lanciata la fune, mise una mano sul bordo per issarsi e entrare finalmente al riparo, da quel finimondo che stava accadendo dietro di lui. Quel tipo di tempeste di sabbia potevano durare anche per un lungo periodo.

Si sentì afferrare il braccio con due mani, e dopo pochi istanti era finalmente al riparo.

- Grazie.
Disse una volta entrato ancora non era riuscito a vedere in faccia il suo salvatore. Si tolse finalmente gli occhialini posandoli a terra vicino a lui, dopo tutta la luce che aveva visto fuori prima che arrivasse la tempesta. Aveva bisogno di un attimo, perchè i suoi occhi ritrovassero la normalità,
mettendo a fuoco quello che gli stava intorno.

Alzò lo sguardo, verso colui che lo aveva aiutato, l'uomo per tutta risposta tornò a sedersi appoggiando la schiena contro la parete. E invece di guardarlo, e fargli domande come si sarebbe aspettato, tornò a fissare fuori con lo sguardo oltre la tempesta, come se potesse vedere dentro quella nuvola nera che ormai imperversava con tutta la sua violenza.

- Grazie Sono Jo ...
disse mentre porgeva la mano, ma fu interrotto dallo sconosciuto, che continuando a fissare La tempesta disse:

- Ti stavo aspettando John Door .
E ...continuò
- Una tempesta come questa può durare anche più di un mese.
...
John Door sentì i suoi sensi scattare come una molla, la sua mano andò sotto al mantello per prendere l'arma che aveva con se... con le parole dette dallo sconosciuto che gli frullavano per la testa. ..."era stato solo per più di due anni, senza incontrare anima viva e adesso che ne aveva trovata una forse era lì per ucciderlo".

Come se gli avesse letto nella mente lo sconosciuto si girò verso di lui, si tolse il cappuccio del mantello, che gli copriva il capo mostrando un lunga chioma color platino.
E riprese a parlare ...
- Sò del pesante fardello che ti è toccato John Door, devi sapere che sulla tua testa c'è una taglia, ma non sono io quello che la vuole riscuotere.

Gli antichi padri mi hanno mandato, fino a te, proprio qui e proprio oggi. Perchè avevano previsto che saresti stato in pericolo.

- Il mio nome è ...Varick.

- Varick?...
- Varick uno degli antichi custodi del tempio?
Disse John Door.

- Quello io sono
Disse l'uomo guardando la faccia di John Door.
- Ora riposati John Door, lunga e piena di pericoli ancora la tua strada. Ma non temere paura, per detto degli Antichi Padri.
Nel punto stabilito arriverai.
Ora riposa, che ancora strada da fare tu dovrai. Ma solo non lo sarai. Ricorda John Door ... ricorda.

- Ricordare ...ricordare cosa?
Aveva mille domande da rivolgere a colui che aveva detto di chiamarsi Varick, fece per aprire la bocca ma
Il custode continuando a guardare fuori, si rimise il cappuccio sopra la lunga chioma color platino e scomparve come se si fosse dissolto nel nulla, portato via da quella tempesta di polvere che continuava a imperversare.

***
- Ehi sveglia amico... ehi sei ancora parte di questo mondo?

Si sentiva scrollare come se fosse un sacco, si strofinò gli occhi, aveva molte domande da porre.
- Varick dimmi da quanto sto...

- Varick? E chi questo Varick è ,cui tu vai parlando?
Gli disse l'uomo, con una risata.
Più che un uomo sembrava un ragazzo dalla voce, mentre nel frattempo era tornato ad appoggiarsi alla parete di fronte a lui.

John Door non riusciva a capire, fino a pochi istanti prima al posto di quello sconosciuto c'era un'altra persona.
A quel punto, scattando si alzò prese il suo bastone e lo posò dritto sul petto del ragazzo, ora riusciva a vederlo bene, tutta la sabbia che aveva respirato e che aveva negli occhi, era andata via. Come il frastuono della tempesta che aveva nelle orecchie.
- Chi... sei... Tu.
Disse, incominciando a fare pressione sul petto del ragazzo, con il bastone.

- Calma ...amico me. Calma non voglio fare alcuno male.
Disse il ragazzo stringendo con le mani il bastone, cercando di allontanarselo dal petto per alleggerire la pressione, che gli impediva di respirare normalmente.
- Se avessi voluto rubarti tutto. Tutto io potevo, anche il tuo bello zaino, dopo che buttato di sotto te avevo, visto che stavi svenutomorto.

John Door, mentre il ragazzo stringeva il bastone.
Notò che le mani erano strane, aveva due pollici per mano uno all'estremità dell'altro, non aveva i mignoli, inoltre gli mancavano completamente gli anulari.
"Per quanto tempo ancora, le radiazioni avrebbero continuato a generare mutazioni del genere"?
Si domandò John Door.
Togliendo il bastone dal petto del ragazzo, portandolo al fianco in posizione di guardia.

Con un tono meno minaccioso aggiunse.
- Dimmi ragazzo quale è il tuo nome, da quanto sei qui? E l'uomo che era prima seduto al tuo posto?

- Uomo... dove uomo
- Io qui da giorno trenta più ...più trenta o meno forse, non so chiamomi Drok, e non uomo nessuno, prima me di.
-Io giuro posso. Disse il ragazzo

John Door sentiva la strana lingua parlata dal ragazzo, non era di quelle parti lui, quello strano modo di parlare non poteva essere altro che un linguaggio che si era tramandato nel tempo, era la prima volta che lo sentiva .
E considerato anche che erano due anni o più che aveva camminato sempre da solo, senza parlare con nessuno. Gli andava benissimo anche quella forma, di linguaggio semplicemente per il fatto di poter parlare e interagire con qualcuno.
Possibile che il "Custode" fosse stato solo frutto della stanchezza? Oppure un immagine elaborata dalla sua mente mentre egli era svenuto? E se così era.
Da quale parte della sua testa era scaturito tutto ciò?
Aveva mille domande che gli ronzavano in testa, ma ora la cosa che gli premeva era scoprire il più possibile sulle intenzioni del ragazzo, e perchè lo avesse aiutato. Quel mondo ostile non aveva amici, o persone di cui potersi fidare, lui lo sapeva bene.

John Door   -Il Domani Che Verrà-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora