ISA
Perché aspettare ancora? Non ne potevo più di stare seduta in quella sala.
Come capitava spesso, almeno una volta ogni due settimane, dovevo accompagnare mia madre in città. Era una cosa che odiavo ma inevitabile, dato che abitavo con la mia famiglia in una grande casa circondata dai campi coltivati in proprietà e successivamente dal bosco. A sei chilometri di distanza c'era il piccolo paesino che contava appena quattrocento residenti, noi compresi.
La città era lontana; due ore di viaggio in macchina per andare e due per tornare. Una tortura per me.Dondolai una gamba e osservai la porta dell'ufficio dove era entrata mezz'ora prima mia mamma. Mi alzai dalla sedia e a grandi passi mi diressi verso la vetrata. Guardai in basso, essendo in un palazzo al quinto piano. Vidi strade, macchine, gente di fretta, asfalto e una distesa di altri palazzi.
- Che schifo - mormorai.
- Isa andiamo - la voce acida di mia madre mi fece voltare.
- Arrivo mio capo supremo - le risposi a tono, con l'ironia che lei odiava.
Per dispetto mi costrinse a prendere l'ascensore. Non lo sopportavo. Chiusa in quello spazio ridotto e senza vie di uscita nel momento in cui si chiudevano le porte, venivo presa dal panico.
Arrivammo tragicamente al piano terra e la prima cosa che mi venne in mente di fare fu uscire di corsa all'aperto.- Sembri una bambina di cinque anni e invece ne hai vendidue!!! - mia madre mi raggiunse scocciata, fulminamdomi con lo sguardo.
Dopo essere passate per altri due palazzi e altrettanti uffici, ci dirigemmo verso il centro commerciale.
Sesci dalla macchina appena parcheggiata e alzai gli occhi al cielo.- Mamma e se ci trovassimo alla macchina fra due ore? Così tu fai le tue compere in pace e io vado a dare un'occhiata ai libri e ai CD? Ti va? - l'idea di girare per negozi di alimentari, scarpe o vestiti non mi entusiasmava affatto.
- D'accordo. Ma se non sei qui fra due ore esatte io me ne vado a casa senza di te, chiaro? -
- Afferrato - strizzai un occhio e salutai mia madre.
Dopo circa un quarto d'ora di ricerca, trovai la grande libreria. Entrai subito, senza esitare.
La voce calda e gentile della commessa mi fece sentire subito a mio agio e dopo che la donna ascoltò un paio delle mie domande, mi accompagnò agli scaffali dove erano riposti i libri fantasy.
Ringraziai la commessa che se ne tornò al bancone sorridendo.
Per l'ora successiva mi persi tra i titoli di migliai di libri.
Alla fine ne comprai quattro: Il Silmarillion di J.J.R. Tolkien che avevo già letto ma prendendolo in prestito dalla biblioteca e comprarlo fu una cosa bellissima per me. Inseguito acquistai Percy Jackson: Il mare dei mostri per mia sorella Martina che adorava i libri della collana di Percy Jackson e li collezionava insieme ai DVD. Per ultimi acquistai due enciclopedie: una sul volo in parapendio e una sui primi aerei nati poco prima della Grande Guerra, ovvero gli aerei Caproni.Uscii saltellando dalla libreria ed entrai nel negozio di musica a pochi passi da lì.
Mentre ero concentrata a osservare i CD, un messaggio fece vibrare il mio cellulare. Lo lessi. Era mia mamma che mi ordinava di tornare alla macchina perché lei aveva finito prima.
In fretta e furia comprai un CD dei Led Zeppelin, uno di Fabrizio De andré per mio padre e per concludere un libro di notturni di Chopin per pianoforte.Corsi nel parcheggio dove mi affrettai a salire in macchina. Per tutto il viaggio di ritorno ascoltai musica con le cuffie, osservando il paesaggio scorrere velocemente fuori dal finestrino.
*
Arrivate a casa a tarda sera, dopo aver scaricato la macchina, andai in camera mia e riposi ordinatamente al loro posto i miei nuovi acquisti.
Appena prima di cenare, scesi in salotto dove trovai Martina indaffarata a scrivere un tema per la scuola.- Martina! Ho una cosa per te - misi il libro vicino al suo astuccio ma lei non lo degnò di uno sguardo.
- Non ho tempo adesso -
- Ma dai guarda... - delusa, lasciai il CD per mio padre sulla libreria in soggiorno per poi prendere posto a tavola.
Dopo cena andai a controllare il mio gregge di pecore. Le stelle brillavano in cielo e mi incantai a guardarle.
L'indomani mi aspettava una dura giornata di lavoro nell'azienda agricola di famiglia. La scuola l'avevo conclusa già tre anni prima, all'età di diciotto anni.
Rimasi sdraiata nel prato, circondata dalle pecore che ruminavano silenziosamente, ad osservare quel cielo di metà agosto.
Amavo le stelle, avrei potuto restare a guardarle per ore.
Fin da quando ero piccola mio padre aveva cominciato a insegnarmi a riconoscere le varie costellazioni e i nomi delle stelle, oltre a indovinare l'ora osservando il sole e la luna.Rimasi con i miei animali fino a notte fonda, dopodiché tornai in casa e andai a dormire, sperando che la giornata successiva fosse migliore di quella appena passata.
~ Spazio Autrice ~
Parto con il dire che questa storia è nelle mie bozze da quasi tre anni, finalmente mi sono decisa a pubblicare il primo capitolo :)Ho intenzione di aggiornare ogni una o due settimane, a seconda del tempo che riesco a dedicare per la revisione dei capitoli.
Se ve lo state chiedendo, è completa a metà quindi oltre alla revisione proseguo con la stesura della storia.
Questo primo capitolo è molto introduttivo, me ne rendo conto, ma spero ugualmente che un po' vi abbia incuriosito.
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate :)
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Altair
FantasyEsiste un mondo parallelo a quello terrestre, dove vivono creature diverse con regole diverse. Creature malvagie e creature dall'animo buono e nobile. Isa si trova catapultata in una realtà che non credeva potesse esistere. Da semplice essere umano...