ISA
Mi svegliai non appena sentii qualcuno toccarmi il collo.
Con uno scatto mi misi a sedere.- Dormi per terra?! Non pensavo che agli umani stesse comodo - Melinir mi guardò ironico per poi tendermi una mano.
Ero indecisa se afferrarla e permettere che mi aiutasse a mettermi in piedi, oppure sopportare il bruciore al polpaccio e alzarmi da sola. Optai per la seconda opzione.
- Deramis ha ordinato di non farti uscire da questa stanza - l'elfo andò a sedersi su una sedia accanto a un tavolo.
- Posso sempre uscire dalla finestra -
- Ma certo. Ma appena toccherai terra, sarai morta visto l'altezza della tua camera - sorrise beffardo.
Mi sdraiai goffamente sul letto.
- Puoi anche andartene - dissi in direzione dell'elfo.Sghignazzò di nuovo.
- No, mi va di restare - si alzò dalla sedia e prese a passeggiare per la stanza.
Si fermò a osservare l'esterno dalla vetrata della terrazza.
Per un attimo vidi i suoi occhi brillare di una luce diversa.- Oh dimenticavo.... devo andare-
Sparì in un attimo.Il suo atteggiamento mutato così in fretta mi lasciò senza parole.
Curiosa, andai alla finestra dove poco prima c'era l'elfo.
Nell'enorme giardino interno di quello che pareva essere il castello, vidi un'elfa dai lunghissimi capelli neri come la notte. Vestiva un lungo abito, leggero, color azzurro scuro.
Stava leggendo un libro quando Melinir comparve nel mio campo visivo e molto educatamente le si avvicinò.Scossi la testa e mi guardai attorno.
In qualche modo dovevo assolutamente andarmene da quel posto. Se ci fossi riuscita avrei provato a ritrovare la strada di casa.
Mi sedetti sulla sedia accanto al tavolo, senza smettere di osservare ogni angolo della stanza.
Il primo passo sarebbe stato uscire dalla camera, non riuscivo a trovare nessun'idea decente per farlo; le uniche volte in cui la porta non era chiusa a chiave c'era sempre un elfo con me.
In preda ai miei ragionamenti non feci caso al gatto nero e bianco che, entrato silenziosamente dalla finestra che dava sulla terrazza, si sdraiava accanto ai miei piedi.- Umana, sono felice che tu sia qui -
Sobbalzai sentendo quella voce, non capendo subito da dove provenisse.
Lo guardai con odio.- Gatto schifoso! -
In risposta si rotolò sulla schiena.
Rimasi tutto il giorno chiusa in camera, con il gatto, senza vedere nessun altro.
Solo verso sera, quando ormai il buio della notte era calato su ogni cosa, comparve nuovamente Melinir.
Mi portò la cena e degli abiti puliti che indossai non appena l'elfo mi lasciò nuovamente sola.
Con Melinir sparì anche il gatto e fu in quel momento che decisi come scappare.Per prima cosa avrei dovuto conoscere un po' quel palazzo. Scappare alla cieca sarebbe stato inutile, pensai.
Quindi la prima mossa era aspettare e guadagnare un briciolo di fiducia da parte dei miei carcerieri.
In seguito avrei avuto maggiori possibilità di riuscire nella fuga.*
Erano passate quasi due settimane da quando ero stata portata in quella camera e già il secondo giorno si era presentato Deramis obbligandomi a seguire un programma giornaliero ben preciso.
La mattina sarei stata impegnata nel tiro con l'arco, il pomeriggio fino al tramonto nell'addestramento con la spada. La sera l'elfo mi avrebbe insegnato a leggere utilizzando l'alfabeto runico.
Cercavo in tutti i modi di non pensare alla mia vecchia vita e al fatto che nessuno mi aveva ancora spiegato nulla del motivo per cui ero stata condotta in quel luogo.
Cominciai a dedicarmi seriamente alle attività che mi venivano imposte, trovando una particolare passione per la scherma.
Non rivolsi più la parola a nessuno, se non quando proprio non potevo evitarlo.
Sebbene mi trattassero tutti con cortesia, il mio principale obiettivo restava scappare.
A questo proposito stavo riflettendo, sdraiata sul letto dopo un'intensa giornata di allenamenti.
Mi addormentai poco dopo per venire nuovamente svegliata da Melinir la mattina seguente all'alba.- Umana hai dieci minuti di tempo, il generale Deramis ti aspetta fuori dalla stanza -
Gli lanciai il mio solito sguardo glaciale per poi balzare giù dal letto e andare a vestirmi con gli abiti da combattimento.
In pochi minuti mi preparai e andai ad aspettare Deramis in corridoio.
L'elfo non tardò a presentarsi.- Oggi andiamo nel campo di tiro. Vedi di essere obbediente Isa -
Senza degnarlo di nessun tipo di risposta lo seguii, cercando di memorizzare il percorso fatto per uscire dal palazzo.
Il luogo dedicato al tiro con l'arco era un enorme campo aperto, diviso da quello usato per gli allenamenti con la spada da una bassa linea di arbusti.
Su diverse distanze erano posizionati i vari bersagli, tutti di diverse forme e dimensioni.
Nonostante fosse mattina presto, molti elfi già occupavano il campo di tiro impegnati nei loro allenamenti.
Passai tutta la mattina a tirare con l'arco, seguendo i consigli e le correzioni di Deramis senza dire una parola.
Non mi curai minimamente delle occhiate che mi rivolgevano gli altri elfi, ignorai ogni cosa, rimanendo concentrata solo su me stessa.
Dovevo ammettere però che Deramis sapeva il fatto suo con l'arco; molto esperto, preciso e capace si accorgeva immediatamente dei miei minimi errori sapendo subito dispensare i giusti consigli. Lo stesso si poteva dire per l'arte della scherma, anche se la sua predilezione per il tiro con l'arco era evidente.Il pomeriggio lo passammo nel campo affianco, duellando con le spade.
Inutile dire che alla fine della sessione ero letteralmente distrutta dalla fatica e ricoperta di lividi.
Melinir e Deramis si alternavano nel duellare con me; entrambi abili e spietati spadaccini, non mi facevano passare nulla, in pochi giorni imparai molto.
Quella sera però tornai in stanza particolarmente stanca, Deramis aveva eliminato ogni minuto di pausa che fino ad allora mi veniva concesso, prolungando anche l'allenamento di qualche ora.
Avevo appena finito di lavarmi e cambiarmi quando sentii bussare alla porta.
Incuriosita andai ad aprire.
Mi trovai davanti la bellissima elfa dai capelli neri con cui avevo visto passeggiare Melinir.- Buona sera Altair, perdonate se mi sono permessa di disturbarvi ma ho pensato che avrebbe potuto farvi piacere un po' di compagnia, siete sempre in questa stanza, da sola - l'elfa sorrise, cominciando poi a giocherellare con una ciocca dei suoi lunghi capelli.
Impiegai qualche secondo a rispondere, sorpresa dalle sue parole.
- Vi ringrazio molto per il pensiero, non dovevate preoccuparvi per me, siete stata gentile -
- Il mio nome è Lilian, mi chiedevo se siete già capace di leggere in runico, Altair -
- Chiamatemi Isa. Deramis mi ha insegnato a leggere -
Vidi la sua espressione illuminarsi.
- È una cosa che gradite? Leggere intendo -- Certo! Oh se volete accomodarvi - la invitai ad entrare nella mia camera, sarebbe stato scortese restare in corridoio.
Lilian entrò e molto educatamente andò ad accomodarsi su una sedia vicino alla scrivania.
Rimase con me fino all'ora di cena rivelandosi molto solare e simpatica.
Non parlai molto non avendone comunque voglia, ma lasciai fosse lei ad animare la conversazione.- Se vi fa piacere posso tornare più spesso a trovarvi Isa -
- Volentieri, vi ringrazio molto Lilian -
La guardai allontanarsi e sparire alla fine del corridoio.
Era stata davvero gentile, mi chiesi se fosse venuta di sua spontanea volontà oppure era stata mandata da Deramis. Accantonai i miei dubbi e aspettai che Melinir mi portasse la cena, guardando il grande giardino esterno dalla terrazza.#spazioautrice
Altair continua...
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Altair
FantasiaEsiste un mondo parallelo a quello terrestre, dove vivono creature diverse con regole diverse. Creature malvagie e creature dall'animo buono e nobile. Isa si trova catapultata in una realtà che non credeva potesse esistere. Da semplice essere umano...