Chapter 4

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Ma non fece nulla.

Quando Liam tornò dal bagno trovò sul suo computer un post-il che prima non c'era.

"16:30, pista di pattinaggio, Central Park"

Era di Theo. Riconosceva la sua scrittura.

Non sapeva cosa aspettarsi, se una riappacificazione o la scenata che avevano evitato quella mattina.

Ma non vedeva l'ora di vederlo.

Theo era ancora la sua ancora, anche se, a dire la verità, non aveva attacchi di rabbia da parecchi anni. Aveva imparato a controllarlo sul nascere.

Le ore passavano lentamente. Rispondeva a telefonate, scriveva mail e fissava appuntamenti.

Non capiva perché lui, laureato a Yale, dovesse fare il segretario. Ma era il meglio che avrebbe potuto trovare in quel momento. Sarebbe stato pagato molto bene e a li servivano quei soldi, e lo sapeva bene.

Alle 4 uscì dall'ufficio e si diresse a Central Park, nel luogo dell'incontro.

Notò una panchina libera vicino allo specchio d'acqua che d'inverno si ghiacciava e diventava una pista da pattinaggio.

Aveva odiato Theo quando l'aveva portato a pattinare. Non ne era capace e il suo sedere risentì degli incontri ravvicinati con il freddo ghiaccio.

Si accese una sigaretta e, con una nuvoletta di fumo scacciò i pensieri.

"Da quando fumi?"

Theo si sedette di fianco a lui.

"Da quando ti interessa?"

La Chimera gli tolse la sigaretta dalle dita, buttandola nel portacenere lì vicino e poregendogli uno dei due bicchieri che aveva in mano.

"Dobbiamo parlare"

"Di cosa? Di come tu abbia tradito la mia fiducia?"

Liam stava dando il meglio di sé per apparire stronzo. Voleva fargliela pagare.

"No, di come tu te ne sia andato senza darmi tempo di spiegare"

'Touché Theo'

"Vuoi spiegarti? Questa è la tua occasione Reaken"

Gli faceva male parlargli così, ma se si lasciva andare avrebbe incasinato tutto. E se voleva riprenderselo doveva andarci piano.

"La richiesta di ammissione a Quantico va fatta con mesi di anticipo rispetto all'inizio del corso. Prima di tornare avevo un piano. Ho fatto domanda prima di decidere di parlarti. Programmavo di dirti la verità e poi andarmene, prevedevo che la tua ira si sarebbe scatenata su di me per il semplice fatto di essere tornato, pensavo mi avresti odiato e ricacciato indietro. Non sapevo ancora dove andare, ma avrei trovato un posto e avrei aspettato la risposta lì. Ma poi tu mi hai chiesto di restare. Dio se ero felice. Io ti amavo già da allora. Anzi ancora da prima. C'era voluto un po' prima che me ne accorgessi, e alla fine non avevo il coraggio di dirtelo. Ammettiamolo, cosa avresti fatto se ti avessi baciato, una di quelle due sere in ospedale? Orami stava passando troppo tempo da quando avevo fato domanda e nessuno mi aveva ancora detto nulla. Ormai avevo rinunciato a quel piccolo sogno. Quando ho visto la busta ho sperato che fosse una lettera di rifiuto e poi quando ho letto 'è stato ammesso' ho iniziato a pensare a una soluzione per stare con te. Stavo pensando di andare, frequentare l'Accademia per i primi due mesi e poi ritirarmi oppure di rinunciare in partenza. Per te. Ma poi tu te ne sei andato. Senza darmi il tempo di pensare a qualcosa di sensato. Mi hai lasciato. Hai infranto il mio sogno di passare il resto della mia vita con te. Mi restava solo l'FBI. E così, poche settimane dopo sono partito."

Liam si sentiva in colpa. Avrebbe dovuto ascoltare Theo prima di andarsene, ma l'orgoglio era troppo.

Apprezzava lo sforzo di Theo di avergli raccontato ciò. Sapeva che aveva messo da parte l'orgoglio. E lui, stupido adolescente col cuore spezzato, non era stato capace di farlo quando la ferita era ancora fresca.

Una strana tensione aleggiava tra i due. Rimasero in silenzio per un po', sorseggiando i loro caffè.

"Mi importa di te, Liam, mi è sempre importato e sempre mi importerà. Voglio solo la tua felicità e posso dire per certo che tu sei tutto tranne che felice"

"Io...hai ragione. È tutta colpa mia. Avrei dovuto darti la possibilità di spiegare"

"Se siamo arrivato a questo punto è stata colpa di tutti e due"

Liam si guardava i piedi. 

Finalmente Theo si era liberato di quel velo di insensibilità. Era sincero. E lui si sentiva uno schifo per averlo trattato così.

"Perchè non me ne hai mai parlato? Avremmo trovato una soluzione in gradi di realizzare i sogni di entrambi..."

"Non lo so, davo ormai per scontato che non mi avrebbero ammesso"

I bambini correvano per le stradine di sassi di Central Park, le mamme li rincorrevano urlando a gran voce i loro nomi, i cani abbaiavano, le amiche spettegolavano e le macchine sfrecciavano oltre il confine del parco. Central Park era un mormorio frenetico. Tutti stavano parlando. Tutti trnne Liam e Theo, che rigiravano tra le mani i bicchieri di carta ormai vuoti. 

"Theo?"

La Chimera alzò lo sguardo.

"Ti perdono, per tutto e ti chiedo scusa"

Theo sorrise.

"Ti avevo già perdonato"

Liam fece per alzarsi dalla panchina per incamminarsi verso l'ufficio quando Theo lo prese per il polso. 

"Liam credi che potremo mai ricominciare tutto daccapo?"

Il Beta annuì. 

"Credevo di averti perso"

Sorrise.

"Non mi hai mai perso e non mi perderai mai"




//ANGOLO AUTRICE\\

Ecco che ritonano i Thiam che tutti amiamo. 

Theo si è confessato e si sono riconciliati. 

Back to you -Thiam-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora