ehm... parte due?

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Annabeth’s pov
 
“Annabeth” sussurra Piper “Mmm Mmm” non le presto molta attenzione: sono troppo concentrata a fissare la bacheca con i nostri nuovi orari. Tre ore di matematica di giovedì. Che felicità… “Annabeth!” sussurra Piper, con più insistenza “Cosa c’è?” chiedo, sussurrando. Chissà perché, ma quando qualcuno sussurra, tutti cominciano a sussurrare con lui, o lei. Sembra la cosa giusta da fare. “Tre ragazzi dietro ad una colonna ci stanno mangiando con gli occhi” annuncia. Stupita, guardo con la coda dell’occhio nella direzione che la mia amica mi sta indicando. E in effetti ha ragione. Tre ragazzi ci stanno fissando. Due di loro sono biondi, il terzo ha i capelli neri e dei bellissimi occhi verdi. Noto che le sue braccia (lasciate scoperte da una t-shirt) sono piene di lividi, come se qualcuno lo avesse picchiato. Traggo un lungo respiro. Una delle ragioni per cui ho acconsentito di lasciare il Midwest era che volevo essere riempita di attenzioni, non volevo essere più lasciata da parte, mai più. E ora tre ragazzi le stavano fissando. Drizzò la schiena per sembrare più sicura, come se fosse abituata a quel genere di attenzioni. Gonfiò il petto, per mettere in evidenza il seno.  “Il moro sta decisamente sbavando.” Affermò Piper, sorridendo compiaciuta. In quel momento non seppi resistere e mi voltai verso i tre: questi ridacchiarono sommessamente, e fecero l’occhiolino, come se fossero abituati a quel genere di situazione, e si avvicinarono. Io, però, notai che il moro era decisamente arrossito, e notai anche, dalla sua espressione, che quella situazione, per lui, era completamente nuova “Guarda come si fa con questi tre poveri babbei” mi sussurrò Piper. Poi si diresse verso i ragazzi, con passo deciso, e io le trotterellai dietro, imitando la sua sicurezza. Spostò i ragazzi con le braccia, con un colpo deciso e tutt’altro che femminile. “Oh, scusatemi” si mise una mano davanti alla bocca “Non vi avevo notato”. Notai, però, che il suo sguardo si fermò su uno dei due ragazzi biondi, quello con la maglietta viola.  I tre ragazzi fecero una faccia stupita e ci fissarono girare l’angolo, senza più chiamarci. “Perché?” chiedo a Piper, sinceramente interessata “Oh, andiamo, non lo sai?” ridacchia lei “Se vuoi conquistare qualcuno, devi farti desiderare!!!”.
Indosso il mio miglio sorriso furbo: “E chi vuoi conquistare, di quei tre?” Piper arrossisce visibilmente “Ehm… Nessuno” ma mente. Me ne sono accorta. Si mordicchia l’interno del labbro e le sue orecchie sono rosso fuoco “Oh, andiamo, chi è?” chiedo “Ilbiondoconlamagliaviola” dice, senza respirare tra una parola e l’altra “Chi?” “Il biondo con la maglietta viola”. Stavolta ha sussurrato talmente piano che non l’ho sentita “Il biondo con la maglia viola” ripete “Oh Oh, lo sapevo!!” “E’ così evidente??” chiede lei, preoccupata “Mha, non saprei…” inizio a camminare verso la mensa, è ora della mia prima cena al college “ANNABETH!!” urla lei, inseguendomi “E’ così evidente?” “Non lo so…” inizio a camminare velocemente verso le scale “CHASE!!!” inizia a inseguirmi, e io corro via, ridendo, inseguita dalle urla omicida di Piper. Non mi accorgo di dove sto andando, finchè non vado a sbattere contro qualcosa. O, in questo caso, qualcuno. E’ il ragazzo con gli occhi verdi, con i suoi due fidati compari. Barcollo leggermente e, in quell’istante, Piper mi raggiunge. “Chi si rivede!” esclama il moro “Ci avete notato, adesso?” chiede. E’ molto sicuro, ma noto che è leggermente arrossito “A quanto pare…” non mi viene in mente nien’altro da dire, e mi accorgo che come battuta di risposta è davvero stupida. “Bhe”, commenta uno dei biondini “Direi che come livelli di attrazione siamo più o meno.. Ad un sette. Credo. Siete volute venire da noi due volte. In un giorno. Non male.” “Noi venire da voi?!” esclamo “Eravate voi a sbavare per noi dietro una colonna, come tre perfetti cretini. Ma immagino che essere dei cretini non sia affatto una novità, per voi.” dichiaro, alzando il mento. “Ma che bel caratterino!” esclama il moro “Percy. Piacere” mi allunga la mano, ed io la stringo, riluttante. Mi accorgo che la sua trema leggermente quando stringe la mia. Alzo gli occhi sul suo viso e mi accorgo della bellezza dei suoi occhi. Sembrano avere l’oceano dentro. I suoi capelli spettinati gli danno un’aria da duro. Il classico tipo di ragazzi da cui mio padre mi aveva insegnato a stare lontana, ma verso cui provavo un’inspiegabile attrazione. Lasciai la mano, e per qualche strana ragione mi ritrovai a rimpiangere quel minuscolo contatto. “Loro sono Jason e Luke” dice, indicando i ragazzi alle sue spalle. “Che ne dite di venire al nostro tavolo a cena?” chiede Jason “Ovviamente!!!” esclama Piper, prima che io possa solo pensare di aprire bocca.  Il nostro strano gruppo, si dirige perciò verso la mensa.
 
                                                                PERCY’S POV
 
Che strano. Che strano davvero!! In casa mia sono il ragazzino debole e piccolino che se le prende, ma a scuola sono sempre stato un vero duro. Le ragazze cadono ai miei piedi a migliaia, anche se a me non me ne importa nulla di loro. Qualche bacio e basta. Le mie relazioni si riducono a questo. Io, a dir la verità, sono uno dei ragazzi più desiderati nella scuola. Ma, con Annabeth, mi sento come uno scolaretto che vede una bella bimbetta. Mi sono preso una cotta? Davvero, questa volta? Non lo so. Ma di certo Annabeth non sbava per me. E questa è una situazione completamente nuova, per quanto mi riguarda. Il nostro gruppetto sta camminando verso la mensa. Piper scherza con Luke e Jason, ma la sua attenzione è chiaramente tutta per il mio miglior amico. Io e Annabeth, invece, camminiamo fianco a fianco, in silenzio. “Allora, Annabeth, perché non mi parli un po’ di te?” chiedo, per rompere il ghiaccio “E perché dovrei parlarti di me?” chiede lei. Sorrido: “Il mio colore preferito è il blu.” “Che colore stupido” dichiara lei “Come osi infangare il nome del blu?” dico io, ostentando un tono arrabbiato, nonostante io sia palesemente divertito “Io non penso di avere un colore preferito. Però mi piace l’architettura.” “L’architettura è inutile” sbuffo, trattenendo una risata “Come osi infangare il nome dell’architettura?” dice lei, con una mia perfetta imitazione. Scoppio a ridere, e, dopo poco, ride anche lei. Non posso fare a meno di notare di quanto sia bella la sua risata. “Come ti sei fatto quelli?” chiede lei, indicando i miei lividi. Mi blocco. Ogni accenno di risata sparisce dalla mia voce. Faccio un respiro tremante, impedendomi di crollare. Non posso crollare. Non dopo tutto questo tempo, in cui ho sempre resistito, Non con lei. “Scusa, a quanto pare non dovevo…” inizia lei, in tono compassionevole “No. Non dovevi.” le dico, con freddezza, affrettando il passo per raggiungere gli altri. Non ho bisogno di compassione. La compassione non mi ha mai aiutato.

heyy...  il telefono ha appena smesso di farmi mettere le maiuscoleeee 😂😂 vi è piaciuto il capitolo?  spero di sì...  ricordatevi che la storia c'è anche su efp col nome di "You are my universe"
ciauuh🌈❤

[Percabeth ||AU||] YOU ARE MY BEST Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora